In quel del
Controsenso, lo scorso Venerdì 4 Ottobre ho passato una piacevolissima oretta in compagnia di Alessandra, Carlo e Alessandro, in Musica
Luminal, che non sono gli eroi proprio di nessuno. Anzi.
"De gustibus non disputandum est" : questa locuzione latina dovrebbe essere presa molto più in considerazione, a parer mio (e non solo, spero). Aperta e chiusa parentesi, torniamo a noi e all'intervista con i
Luminal. Che dire, bene siamo stati bene, e di argomenti ne abbiamo trattati: è veramente bello poter parlare così spontaneamente con i componenti di un gruppo come se fossimo nel salotto di casa di uno di noi, ascoltare cosa hanno da dire, le storie che hanno da raccontare, conoscere l'artista in questione per quello che veramente è, e farsi anche due, tre, quattro risate insieme, che non guastano mai. Mi ritengo molto fortunata ad avere questa possibilità, specialmente quando si tratta di persone, come i
Luminal, che tutti dovrebbero avere il piacere di conoscere e di scambiarci due parole, perché ne vale veramente la pena. Mentre la nostra amica Angelica Gallorini scattava un po' di foto (per l'appunto, quelle scelte per l'intervista sono le sue!), ecco che il tutto ha inizio.
Quali sono stati i vostri ultimi concerti?
Abbiamo suonato insieme ai Gazebo Penguins al Rockin' Cura di Viterbo, dove il giorno dopo c'erano anche i Management del dolore post-operatorio: si tratta di un festival organizzato da ragazzi del posto molto operativi che senza risorse sono riusciti a organizzare due belle serate, e non è da tutti. Situazione simile anche prima in Romagna, al Complotto, con i Bachi da Pietra e i Comaneci. A Luglio siamo stati al Nonsolorock Festival di Avellino, da dove sono passati anche bei gruppi prima che diventassero famosi, tipo i Nobraino, o i 24 Grana; nella nostra edizione invece c'erano gli Arrows of Love, un gruppo londinese fichissimo. Abbiamo suonato anche al Primo Maggio a Taranto. In realtà ci stiamo trovando in molte situazioni piacevoli, passando anche per palchi molto belli.
Ne siete soddisfatti?
No, soddisfatti mai! Siamo stati benissimo, ma soddisfatti mai.
Magari rispetto a, per esempio, il vostro primo concerto?
Con questa formazione il nostro primo concerto è stato in occasione del Primo Maggio.
Anche perché prima non era questa, la formazione. Mi raccontate un po' la storia dei Luminal? Alessandra: Prima eravamo un gruppo un po' più classico, formato da due chitarre, un basso e una batteria; i primi due dischi sono stati molto belli e intensi, registrati a Bologna con il cantante dei
Disciplinatha. I cambi sono stati anche di tipo fisiologico: sai, quando hai le idee molto chiare su quello che vuoi fare e su come lo vuoi fare è difficile trovare delle persone che la pensino come te su tutto. Le interazioni fra le persone sono in assoluto la cosa più bella che ti possa succedere, però devi riuscire a trovare quel
mood per cui quello che viene fuori è più della somma delle parti. In tutta la nostra storia abbiamo avuto la fortuna di trovare persone molto brave che ci hanno ascoltato e hanno saputo prenderci nel modo giusto.
Ora abbandono la parte maschile per parlare un po' con Alessandra, da donne a Donne (du, du, du).
I miei punti di riferimento non sono femminili, e neanche musicali. Per dirti, i Sonic Youth mi sono sempre piaciuti, visti dal vivo Kim Gordon è assolutamente meravigliosa ed è uno spettacolo a sé, però sto avendo un rapporto più intimo con questa figura solo in quest'ultimo periodo. I miei riferimenti femminili sono due persone che in realtà odio tantissimo (ride), ovvero mia madre e mia nonna: da una parte mi hanno insegnato il totale odio per le autorità e le regole (in poche parole il Punk), dall'altra invece la paura della paura: hanno avuto troppa paura in alcuni momenti della loro vita, per cui mi sento terrorizzata da quella paura che loro hanno provato. Per il resto, i miei punti di riferimento assoluto sono sicuramente Hemingway e Moravia: per me sono, come diceva Bukowski sulla letteratura, "più madre di una madre e più madre di un padre". Verso gli ottanta anni, se vedete un pescatore a Cuba che beve Cuba Libre non è Hemingway ma sarò io, con tanto di barba bianca! Per quanto riguarda la Musica, c'è stato un momento abbastanza particolare della mia vita in cui ho visto per la prima volta i Nirvana dal vivo in televisione, e ho detto "Ok, quello, io devo fare quello!". Nella mia famiglia non c'è mai stata Musica, nel senso che le emozioni sono sempre state represse, per cui la letteratura e in particolare la Musica erano qualcosa che non si poteva prendere in considerazione; questo mi metteva in contrapposizione totale a loro. Leggo sempre tantissimi libri, più che altro perché mi hanno fatto compagnia per un sacco di tempo, e sono arrivati prima della Musica: ho cercato di portare questo nel Rock. Dopo i Nirvana sono arrivati i CCCP, poi i Massimo Volume, i tre gruppi principali sono stati loro; negli ultimi due, tre anni si sono aggiunti i Sonic Youth, e in questo periodo anche le Savages.
Barbara D'Urso, Simona Ventura, Mara Maionchi, Alessia Fabiani, Chiara Ferragni, Alba Parietti, Raffaella Fico, Barbara Berlusconi, Daniela Santanchè, Letizia Moratti, Mara Carfagna, Noemi Letizia, Patrizia D'Addario, Veronica Lario, Antonella Clerici, Maria de Filippi, Lory del Santo, Alessandro Commisso, Belen, Valeria Marini, Nicole Minetti, Loredana Lecciso, Alessandra Mussolini, Elena Santarelli, Cristina Chiabotto, Eugenia Costantini, Flavia Vento, Francesca Lodo, Selvaggia Lucarelli, Caterina Balivo, Carlo Martinelli, Gabriella Carlucci, Milly Carlucci, Iva Zanicchi, Elisabetta Canalis, Paola Barale, Ilary Blasi, Sara Tommasi, Anna Tatangelo, Manuela Arcuri, Alessandra Perna, Giorgia Meloni, Mara Venier, Paola Perego, Aida Yespica, Mariastella Gelmini, Sabrina Ferilli, Wanna Marchi, Alessia Marcuzzi, Melissa Satta.
Nomi sottolineati a parte.
È il modo sbagliato di essere donna. In realtà si poteva dire qualsiasi cosa su di loro, ma è sufficiente pronunciarne il nome. La televisione, il modello culturale italiano ti educa un po' a pensare che non si possa essere altro: non è concepita la "donna individuo", con dei valori. Chi vale qualcosa, che sia una donna nell'ambito delle donne o un musicista, tende a nascondersi perché si vergogna, quando invece dovrebbe essere valorizzato: questo è il lato crudele del tempo moderno. L'Italia è così, l'Indie, la Musica indipendente italiana è una piccola Italia, e in più tu sei una minoranza della minoranza della minoranza.
Ritorno da Alessandro e Carlo, curiosa di sapere quali invece sono i loro, di punti di riferimento. Alessandro: Anche io ho iniziato con i Nirvana, a undici anni, con Bleach, da lì non ho capito più nulla, e ho iniziato ad ascoltare Musica in quantità industriale, facevo solo quello durante il giorno. Un po' più tardi ho iniziato a suonare: al periodo ero metallaro, quindi ti nomino un altro gruppo, gli Slayer. Però non ho mai avuto modelli, in generale, a parte riguardo la batteria, perché ho iniziato proprio per il batterista degli Slayer. In quanto ai gruppi, Nirvana e Slayer a parte ci sono i Goo Goo Dolls (con tanto di risate di Alessandra e Carlo), i Massimo Volume, che sono diventati la mia band preferita italiana, e forse anche l'unica.. Non mi piace il Rock italiano. Ascolto molta Elettronica, Funk, Soul, Black Music, tutta America Anni '70, e poi il lato più estremo, Sludge, Metal. Ci sono anche i Melt Banana, un gruppo giapponese noise, con il loro muro di rumore e la cantante che sembra un Manga.
Carlo: Di partenza Battisti (che piace anche ad Alessandro), Dalla, De André, Rino Gaetano, Ivan Graziani, Tenco, Ciampi, quasi tutti quanti, tranne un paio che non sopporto. Poi i Beatles, i Nirvana, e tutta la Musica Indie americana Anni '90, quindi gli Shellac, e i Mclusky, più o meno questo. Ora sono in fissa totale con Springsteen degli Anni '70 (qui Alessandra si ricorda degli Swans "perdio!" con il loro ultimo disco, e Carlo concorda).
Poi si entra nel discorso Internet e…
Carlo: C'è troppa roba. I musicisti pensano meno alla Musica e più alla promozione e al successo, in più gli ascoltatori hanno troppe cose da prendere in considerazione, e poco tempo per affezionarsi. Lo scopo di un gruppo è quello di essere ascoltato e deve riuscirci al primo ascolto, che è superficiale: questo ti porta a fare una Musica sempre più superficiale, ed è una rovina, e allo stesso tempo complicatissimo, perché è difficile fare una Musica che sia tanto superficiale quanto profonda. Da una parte Internet è utile e comodissimo, ma secondo me non è ancora maturo come media, magari tra venti anni lo sarà. In questo momento è come se fosse un bambino di undici anni, più o meno.
Alessandra: Tutti i musicisti veramente fichi non si promuovono su Internet: per paura di sembrare ridicoli preferiscono nascondersi, condannandosi poi a una vita miserabile, all'ombra di chi magari spinge la propria Musica riuscendo alla fine ad avere qualcosa, che in realtà è pari a niente, ma sembra qualcosa solo perché è pompato su Internet.
…E di un'iniziativa dei Luminal:
Alessandra: Facciamo una serata a Roma, che si chiama Heroes, in un locale a San Lorenzo, Le Mura, dove cerchiamo di far suonare gruppi molto sconosciuti in una situazione carina, ideale per loro. Non è semplice vivere a Roma: politica e religione a parte, che sono comunque un problema, i musicisti non comunicano. È importante provare a fare qualcosa di fattivo, non di negativo.
Riguardo i live: cosa vi fa sentire a vostro agio quando siete sul palco?
Abbiamo suonato in Germania, in un locale con tre persone: il concerto più bello di sempre. Le tre persone in questione erano il proprietario, il fonico e uno scultore alcolizzato che ballava da solo, e che a fine concerto ci ha detto delle cose allucinanti ("Tu salti sopra la morte e prendi a spallate le porte del cesso"). È stato un punto di svolta. Comunque, sono molto belli anche i concerti con tanta gente. Alessandro: A Taranto, con 80.000 persone davanti è stato ("un po' simpatico" secondo Carlo) probabilmente il concerto durante il quale mi sono sentito più a mio agio. Sarei stato tre mesi seduto lì. Il palco era enorme, loro lontanissimi da me, e talmente tanta gente che non la consideravi nemmeno. Carlo: A Pistoia è successo esattamente il contrario, suonavamo in uno spazio piccolo con le persone molto vicine a noi, e mi ha fatto impressione. In ogni caso, suonare è bello. Viaggi, ti trovi in molte situazioni, non sai cosa ti succede, sia in positivo che in negativo.
Arriviamo all'ultima domanda: parlatemi di qualcosa che ritenete davvero importante, riguardo qualsiasi ambito.
Alessandra: La cosa importante è dare importanza alle cose (e scherza con un "Mamma mia come so' intelligente!")
Carlo: Io mi sono svegliato alle cinque, e sì, mi sento molto egoista nel dirlo, ma in questo momento la cosa importante per me sarebbe dormire, bere una birra, fare un bel concerto. Sono in un momento di egoismo, non riesco a pensare a una cosa importante per qualsiasi altra persona.
Alessandro: Ti dico suonare, il resto non mi interessa.
Liberté, Égalité,
Sincérité.
Grazie Luminal.
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