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sabato 16 dicembre 2017

Heike Has The Giggles - Crowd Surfing - 2012 [Streaming]

Roba che ve ne innamorerete al primo ascolto. Voce maliziosa, punk dolce e veloce e melodie che difficilmente non canterete. Il secondo disco degli Heike Has The Giggles getterà scompiglio nei vostri cuoricini raffreddati da questo inverno gelido e ventoso. Crowd Surfing è un disco breve, brevissimo perfetto per infilarlo interamente in qualsiasi playlist e movimentare i vostri ascolti, per esempio provate a fare le faccende domestiche con Crowd Surfing sparato a tutto volume e le vostre attività più noiose non saranno più le stesse.



Heike Has The Giggles
Crowd Surfing
2012

Tracklist:
1. I Wish I Was Cool
2. Dear Fear
3. Breakfast
4. M. Gondry
5. Crowd Surfing
6. Next Time
7. Repetitive Parts
8. Time Waster
9. Blabla
10. We All
11. I Don't Know

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♫ Potresti apprezzare anche: Vacanza / Dear Dust

martedì 2 dicembre 2014

Quiet Pig - Personæ - 2014

Mi sento in dovere di presentarvi un nuovo gruppo: i Quiet Pig, trio scoppiettante formato da Robert Bardi (già Idlegod) alla voce graffiante e al basso, Fabio Lombardi sempre alla voce ma in compagnia del suo simpatico e brioso organo, Daniele D'Andrea (già Nausea Or Questra / Santa Valvola Records) alla batteria. Se il Punk Rock non vi ha mai sconfinferati più di tanto, non vi preoccupate: non siete gli unici - io vi faccio sicuramente compagnia. Ma non vi riguardate  per nessun motivo dall'ascoltare i Quiet Pig perché, vi assicuro, hanno una marcia in più (il non comune organo è senz'altro un curioso dettaglio da tener di conto). Giocosi, arrabbiati quando necessario, effervescenti ed energici, i Tre trasmettono tanta positività quanta carica facendo muovere il vostro corpo dalla testa ai piedi. Personæ è il loro primo lavoro e sei sono le canzoni che gli danno vita che più vita non si può. L'organo caleidoscopico dà il via alle danze, quindi prende vita la ritmata e sentita Set to go, con le sue voci sincere che sfociano in piacevolissimi sing-along , lasciandosi trasportare dall'atmosfera vivace e sfrenata venutasi a creare già al primo pezzo. Inizio promettente che vede il suo continuo con Black hole in cui gli strumenti impazziscono  gioiosamente, per poi diventare più cattivi e accattivanti in Broken again. Chinese joint urla e scalcia: è ribelle, svelta e potente, pronta a rincorrervi finché non vi avrà catturato per spararvi nelle orecchie Friday Night, brano top pieno di personalità che al meglio esprime l'attitudine Punk, scatenata e al contempo rallegrata da un pizzico di psichedelia, di stampo Quiet Pig, contagiandovi con la voglia di cantare il ritornello "Yes I'm sick, yes I'm sick, yes I'm sick" senza voler smettere per nessuna ragione. Superato questo climax-calamita si passa all'ultima traccia, la scherzosa Monster, durante la quale sembrerà d'essere sulle montagne russe più alte e adrenaliniche del mondo: continuante ad intonare l'ipnotizzante "Lallalalla" e "altro giro, altra corsa". Venghino signori, venghino!


Quiet Pig
Personæ
2014
Santa Valvola Records

Tracklist:
1. Set to go
2. Black hole
3. Broken again
4. Chinese joint
5. Friday Night
6. Monster



Sito ufficialeFBBandcamp

lunedì 7 ottobre 2013

Brioscine appena sfornate: Temperature

Venerdì 27 Settembre 2013 arrivo al Controsenso e subitopocodopomaprimadellive sono con i Temperature, trio Punk-Rock di Arezzo nato nel 2012. Mi presento a Giovanni (voce e chitarra), Giacomo (batteria), Danilo (basso) e già percepisco che sarà veramente un'intervista piacevole. E così è stato. Disponibilissimi, si sono divertiti a chiacchierare del più e del meno, dando vita a una conversazione colorata e ricca di idee, scambi di opinioni, curiosità. Siamo perfino arrivati a parlare del cambiamento degli Arctic Monkeys, di quanto gli Strokes ci abbiano deluso con gli ultimi due album così come i Muse, delle cover e tribute band, delle parole toscane derivate dal Francese e dal Tedesco, e molto altro. È stato veramente tutto bello, davvero, avreste dovuto esserci. Giovanni rompe il ghiaccio dicendo che per ora hanno fatto poche date perché sono attivi da un anno, e poi arrivo io con la prima domanda. Enjoy le Brioscine di questo Lunedì!


Cosa vi aspettate dal concerto di stasera?
È una delle prime volte che suoniamo dal vivo: abbiamo fatto una data, quest'estate siamo stati al Mengo Festival di Arezzo, e i nostri pezzi sono stati portati da Giovanni all'Annibale Festival Psichedelico. Durate i concerti ci aspettiamo di rendere live quello che in sala prove ci viene meglio. Formare un gruppo e arrivare dopo un anno ad un affiatamento simile non è semplice: siamo stati parecchio fortunati, e vorremmo che questa fortuna abbia un riscontro sia dal vivo che nel trovare sempre più occasioni per suonare. L'essenza di un gruppo come il nostro viene maggiormente apprezzata live: il Punk-Rock è un genere che deve essere suonato a un certo volume, solo così ha un impatto notevole. Fisicamente, anche il più basso dei palchi può essere uno scoglio: per noi la cosa migliore è suonare per terra, con le persone attorno, avendo così un contatto ancora più stretto.

Più volte mi sono chiesta cosa si prova a suonare su un palco, insieme ai tuoi amici e compagni, con davanti persone che ascoltano e osservano. Ovviamente è tutto soggettivo. Come vivete questa esperienza?
Giovanni: È una bella domanda, questa. Per me è senza alcun dubbio liberatorio perché generalmente sono abbastanza timido. Una volta cominciato a suonare, da più giovane, ero addirittura più spavaldo rispetto ad ora: crescendo hai più aspettative, e oltre alla parte riguardante il messaggio che vuoi comunicare senti anche il bisogno di curare quella dedicata al suono, di modo da far uscir bene la melodia. Comunque sì, è liberatorio e terapeutico: si tratta di una bella sensazione che tutti dovrebbero provare.
Giacomo: Probabilmente suonare rende le persone meno timide, perché permette di poterti esporre aiutandoti a scioglierti. Magari dopo il concerto scendi dal palco e torni ad essere timido come lo eri prima, però quando suoni ti trasformi: a me succede proprio questo.

                             

Descrivete la vostra Musica e datemi dei motivi per cui una persona dovrebbe ascoltarvi.

Giacomo: Ho provato a mandare qualche link a qualche mio amico, che ha sempre ascoltato Musica diversa da quella che facciamo noi adesso, proponendo qualcosa di diverso, niente di clamorosamente nuovo, però sì, diverso e originale rispetto al lavoro di altri gruppi della nostra zona di Arezzo.

Domanda per chi si occupa dei testi: a cosa è dovuta la scelta di scriverli in Inglese piuttosto che in Italiano? Riesce ad esprimere meglio le emozioni, le idee, oppure semplicemente si sposa meglio con la melodia?

Giovanni: Dei testi mi occupo io. Ho sempre ascoltato Musica cantata in Inglese, mentre di gruppi italiani ne ascolto veramente pochi, tipo i Verdena. Scrivo direttamente in Inglese perché mi suona meglio ed è molto più naturale per me, avendolo imparato da solo, in casa, ascoltandolo attentamente. Di solito scrivo prima la Musica, trovo una melodia, in base alla quale scrivo il testo, che deve risultarci ben incastrato: inizialmente è l'immagine che viene a crearsi nella mia mente, e poi comincia tutto il resto.

Cosa avreste fatto se non foste stati i Temperature?
Danilo: Io avrei continuato a suonare con il gruppo in cui suono parallelamente ai Temperature. Dal punto di vista musicale, se non suonassi nei Temperature avrei pensato ad un progetto mio che ho in mente da tempo ma che non ho mai preso in considerazione, perché probabilmente non so nemmeno io cosa vorrei fare di preciso. Inoltre mi sarebbe piaciuto creare un qualcosa con un gruppo di amici, ma non è possibile a causa della distanza fisica che impedisce la collaborazione.
Giovanni: Io ho già fatto cose da solo, quindi probabilmente avrei continuato quella strada lì: non riesco a stare senza Musica, che per me è una sorta di scappatella dell'adolescenza, il sogno nel cassetto, e voglio far sì che rimanga il mio sogno, perché mi fa star bene.
Giacomo: Mettendo in ballo anche l'altro gruppo di cui faccio parte ti dico che smetterei di suonare proprio perché per ora mi trovo bene con questi due generi di Musica. Anche se ho in mente un qualcosa che potrei fare da solo, non sarei comunque in grado di poterlo portare avanti.

                             

Com'è la situazione musicale nella vostra città, Arezzo?
È crollata. È rimasto un locale, il Karemaski (dove hanno suonato gruppi come gli Zen Circus, Il Teatro degli Orrori) che riesce a sopravvivere e ultimamente ha anche fatto una bella programmazione. Una volta c'era una scena, ad Arezzo: arrivavano gruppi esteri, sia dal Nord Europa che dall'America e come posti il Caravaggio e lo Skatepark erano imbattibili. Prima andavamo volentieri anche ai concerti organizzati da Giovanni, ora invece si sente addirittura la mancanza di un posto dove poter suonare. La scena musicale è nata grazie all'Arezzo Wave, che ha visto l'arrivo di un sacco di artisti e la nascita di altrettante sale prove: tutto questo si è fossilizzato nel 2006, con il boom dei Mods, con cui non era semplice convivere. "Non può mai esserci la nascita di una nuova scena interessante se viene a mancare la contaminazione tra le persone" (Danilo)

Che genere di Musica vi ha accumunato?
Punk, Rock, Grunge, scia degli Anni '90, sono questi i nostri punti di riferimento a livello di gruppo: c'è chi ha ascoltato più i Nirvana, chi gli Smashing Pumpkins, chi i Soundgarden, chi i Sonic Youth, chi i My Bloody Valentine.

E curiosità… Come mai vi chiamate così?
Giovanni: Cercavo un nome che fosse compatto, di un'unica parola, e che suonasse bene. È stato un mio amico, con cui sono cresciuto a livello musicale, a dirmi che quando pensava al genere che avevo proposto gli veniva sempre in mente Temperature, Temperature, Temperature. E questo perché, sempre secondo lui, si trattava di un termine che può riferirsi a più cose, come al corpo, o all'umore, o alle sfumature, ad esempio.

                            

Buoni propositi per il futuro?

Settimana prossima registriamo un paio di pezzi nuovi, e vogliamo anche fare un 7 pollici in vinile. Stiamo fissando anche altre date, oltre a quella già programmata a Dicembre quando apriremo ai Fast Animals and Slow Kids.

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Temperature - Grace


Prima un duo e ora un trio gli aretini Temperature nascono nel 2012 e ora sono quasi pronti a travolgerci con il loro primo album, nel frattempo ci accontentiamo del primo Ep autoprodotto efficacemente rappresentato dalla ruvida Grace, che potete sentire qui sotto.



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lunedì 23 settembre 2013

Brioscine appena sfornate: Federico Fiumani dei Diaframma

Un piacere, un onore, una bella esperienza che rifarei anche tre o quattro volte. Si tratta dell'intervista a Federico Fiumani, leader dei Diaframma, di Venerdì 13 Settembre, data di apertura del Controsenso. E sì, i Diaframma inaugurano questo bel giorno con la loro Musica che, come sempre, non delude. È stato assolutamente piacevole parlare con Federico, un Signore, disponibilissimo a fare due chiacchere con me, svelando curiosità sul gruppo, sul suo modo di pensare, apprezzare tutto ciò che riguarda la Musica e chi la ascolta.


Un diaframma può essere più cose del tutto diverse fra loro, e tra queste c'è anche il tuo gruppo. Chi erano i primi Diaframma e in che contesto emersero negli anni 80?
Tutto iniziò sulla scia della musica Punk, nata soprattutto a Londra nel 1977. All'epoca avevo 17 anni e amavo questo genere, così immediato, urgente; si tratta di un'attitudine in cui mi rispecchiavo veramente tanto. Alla fine degli anni 70, con degli amici del liceo, decidemmo di mettere su un gruppo, per vincere anche un po' la noia, la morte che sentivamo intorno a noi: non c'era niente di stimolante, non trovavamo niente che ci interessasse veramente. Nel 1980, a Settignano, vicino Firenze, venne aperto un locale, la Rokkoteca Brighton, dove la Musica Rock veniva un po' assunta a quella da ballo: era un tentativo nuovo per Firenze, atto ad avvicinare i ragazzi ad una Musica diversa, innovativa, non convenzionale. Andavamo lì anche per ascoltare gruppi come i Joy Division, che apprezzavamo moltissimo: non si trattava della solita discoteca. A noi tre precedenti Diaframma interessava il disc jockey di questo locale, Nicola Vannini, un tipo carismatico, a cui chiedemmo di diventare il cantante. I componenti del gruppo aumentarono quindi a quattro, registrammo le prime canzoni in Italiano, facemmo un 45 giri con l'Italia Records, che uscì l'anno seguente, nel 1981, e che piacque abbastanza nel circuito Underground. Cominciammo così a suonare fuori Firenze e ad avere una certa credibilità nella nostra città, dove, parallelamente a noi, stava nascendo una scena musicale interessante che abbracciava gruppi come i Litfiba, i Neon, i Pankow, e tantissimi altri.


Sono curiosa anche di sapere il perché di questo nome.
Ci piaceva molto la fotografia, il giocare con i chiaroscuri, sfumature che ci proponevamo di poter ricreare nella nostra Musica.

L'unico componente della formazione originale rimasto sei proprio te. Com'è stato lavorare, avere a che fare, con più musicisti? È servito ad arricchire le tue conoscenze, i tuoi gusti, qualsiasi altro aspetto legato alla Musica?
Verso i 24/25 anni cominciammo un po' a decidere cosa fare nella vita. La Musica è un mestiere molto precario, ed è molto difficile pensare di poterci vivere: per riuscirci devi essere tanto fortunato quanto motivato. Io lo ero, avevo delle motivazioni più forti rispetto agli altri, che probabilmente avevano progetti diversi per il futuro. È per questo che col passare del tempo sono rimasto solo io: non c'erano prospettive tali da poter pensare di trasformare questa Musica in un mestiere. Ed è anche per questo che i musicisti, nel corso degli anni, se ne andavano. Ne ho cambiati circa un centinaio: ognuno di loro ha sia lasciato qualcosa di bello, stimolante, che portato un genere diverso all'interno del gruppo.

Non è così scontato scrivere canzoni, e diventa ancora più difficile (o forse no?) dopo 30 anni di carriera. Hai una specie di trucco, oppure ti resta semplicemente spontaneo? Quali sono le tue fonti di ispirazione?
In realtà, questo è un mestiere che vive dell'approvazione degli altri: piccolo o grande, un po' di successo devi averlo. Il vero stimolo per continuare a suonare in tutti questi anni è stato l'avere un pubblico, il sapere che comunque a qualcuno ti rivolgevi, qualcuno ti ascoltava. Ho sempre avuto la percezione che per qualcuno quello che facevo era importante, e questo mi ha sempre stimolato perché, al di là della passione, se davvero ti accorgi di non avere successo, i locali dove suoni sono vuoti, allora ti fermi, smetti, la voglia dopo un po' va via. Bene o male, noi abbiamo sempre avuto un nostro pubblico, la cui approvazione è sempre stata il mio stimolo, il mio supporto, fondamentale.



L'età del pubblico spazia molto: c'è chi appartiene alla tua generazione, ma c'è anche chi potrebbe essere tuo figlio (come me!), o nipote. Che effetto fa?
È molto gratificante. Non ho mai cercato di piacere ai giovani, ho sempre fatto la Musica che piaceva a me. Probabilmente grazie al fatto che nelle canzoni parlo di aspetti quotidiani che diventano universali, come per esempio l'amore per una donna, permetto alle persone di rispecchiarsi nei testi che scrivo. Se trattassi di Politica, beh, forse sarebbe diverso.

Qual è il tuo rapporto con il pubblico?
Molto buono e stretto, specialmente con alcuni fan che vengono addirittura a vederci da tutta Italia, perché è come se fossimo amici. Ho sempre privilegiato questo rapporto: per un periodo ero io che pensavo a fare i dischi, per poi spedirli a chi me li chiedeva via posta. Ho sempre considerato la Musica come una vincita contro la solitudine.

Paragoniamo la scena musicale italiana dei tuoi anni con quella di ora: cosa trovi di diverso per te che hai vissuto questo cambiamento con il passare del tempo? Ci sono dei gruppi attuali che ti piacciono e con cui, magari, ti farebbe piacere collaborare?
Ci sono state molte collaborazioni con artisti che hanno cantato le mie canzoni ed io ho cantato le loro, come Vasco de Le Luci della Centrale Elettrica, Dente, giusto per nominarne due. Ai miei tempi fare Musica era diverso, al contempo più facile e più difficile: quei pochi gruppi e locali che esistevano erano motivatissimi, a differenza di ora che la scena è molto più ampia, e i gruppi che suonano sono un'infinità. Internet ha facilitato molto il rapporto "ascoltatore-Musica": ai miei tempi se ti piaceva il Post Punk o la New Wave avevi la possibilità di conoscere e possedere interamente la scena di questi generi, con cd e giornali che compravi, come Rockerilla; adesso se ti piace un genere musicale non finisci mai di scoprirne nuove realtà, e forse penso sia fin troppo dispersivo. Il rischio di Internet e della Musica gratis a tutti i costi è che alla fine hai molto meno di quello che credi di avere, diventando così un ascoltatore molto distratto, perché è difficile approfondire tutto in modo adeguato.

Alti e bassi nella carriera del gruppo: quali sono stati i momenti più sereni e quali invece i più difficili.
I momenti migliori sono stati quelli di Siberia, primo album del 1984, che ebbe un bel successo e ci permise di suonare molto in Italia e all'Estero, con tour in Francia, Spagna, Olanda, Svizzera, insieme ai Litfiba. Questo sì che fu un bel periodo. Anche quando, nel 1989/1990, cominciai a cantare nei Diaframma, e poi incisi un disco con la Ricordi. In più, negli ultimi anni faccio un sacco di concerti e guadagno decentemente, cosa che non mi era mai successa prima. I periodi più difficili appartengono agli anni 90, quando era più complicato suonare anche perché era come se fossimo già vecchi, sorpassati, passati di moda, visto che venivamo dalla decade precedente.



Scegli almeno un album, o in alternativa un gruppo, di cui proprio non puoi fare a meno.
Sicuramente i Television, gruppo Punk-rock/Post-punk/New Wave di New York, con Marquee Moon del 1977.

Il dono. Artisti vari interpretano i Diaframma è un tributo che diversi artisti, come Zen Circus, Vasco Brondi, Dente, Tre Allegri Ragazzi Morti, Marlene Kuntz, vi hanno dedicato interpretando diciassette vostri brani. Hai apprezzato il gesto?
Molto, l'ho apprezzato davvero molto. All'inizio volevo fare una compilation Best of dei Diaframma, poi mi son detto "Che noia: chiediamo a un po' artisti che mi piacciono se vogliono fare una cover dei miei pezzi". Chiesi ai Baustelle, a Vasco Brondi, che ancora non aveva inciso il primo disco ma che mi bersagliava di messaggi e mi piacque subito. Da lì ci presi gusto, continuai a chiederlo anche ad altri gruppi, che mi risposero tutti ed ecco la nascita de Il dono.



Visto che ci siamo, svelami la cover che più preferisci.
Quella che forse mi piace di più è Verde rifatta da Dente.

Una piccola anticipazione di Preso nel Vortice, nuovo CD in uscita il 16 Novembre?
Sono quattordici canzoni nuove che mantengono il mio stile degli ultimi anni. Ci sono dei musicisti come Enrico Gabrielli e Gianluca de Rubertis, che hanno dato dei bei sapori alla Musica, cambiando un po' la minestra che sennò diventa noiosa; cantanti come Marcello Michelotti dei Neon e Alex Spalck dei Pankow. Non saprei, abbiamo fatto del nostro meglio, staremo a vedere come verrà accolto.

A Mezzanotte in punto ecco che Federico, insieme ai suoi Diaframma, sale sul palco e dà inizio al concerto con L'Odore delle Rose, per poi regalarci pezzi come Diamante GrezzoVerde, Elena, Io sto con te (ma amo un'altra). Ci catapulta da Amsterdam a Vaiano con un solo giro di chitarra, improvvisamente è Gennaio e siamo in Siberia, dove non fa per niente Caldo e dove c'è una ragazza triste, alla quale Federico canta Fiore non sentirti sola, chiudendo così le danze che andavano avanti da più di un'ora. Pensieri, speranze, paure, riflessioni, ricordi, sorrisi. Grazie Federico, grazie Diaframma, alla prossima.

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venerdì 5 luglio 2013

Serpe in Seno - Ovoviviparo Ep 2013 [Streaming]

Una combo basso e batteria che esplode appena il vostro player partirà. Ovoviviparo è un Ep compatto, con due brani serrati ed una sonata dal retrogusto stoner. Se poi alla sezione ritmica che pompa punk sporco aggiungiamo dei tappeti costruiti con moog potete immaginare l'effetto che farà alle vostre viscere. Un lavoro cupo e suonato a denti stretti, quasi senza respiro.


Serpe in seno
Ovoviviparo Ep
2013

Tracklist:
1. Floyd the Unemployed
2. Giant Jeff
3. Joey the Paperboy


FBBandcamp

mercoledì 13 marzo 2013

Vacanza - Felpa


Come individui indifesi ed emotivamente vulnerabili, cancellare con uno svolazzo di penna, uno dopo l’altro, i ricordi accantonati nella mente. Dopo l'omonimo ep di debutto del 2012, i quattro di Eboli tornano con un nuovo lavoro che, ancora una volta, vi entusiasmerà con le sue ondate di energia trasmesse in un caleidoscopio di alienati suoni punk, di flussi nevrotici delle chitarre, di un emo-core che strizza l’occhio ai 90’ e di un linguaggio sferragliante, di impatto, ma estremamente comunicativo. In anteprima streaming per The Breakfast Jumpers, il terzo brano in tracklist Felpa, da Cancello in uscita il prossimo 30 Marzo per Fallo Dischi. Una diapositiva sonora pervasa da una patina di cinismo al fine di sopportare la quotidianità di una vita non sempre rose e fiori. La musica è densa e aspra e si muove con dinamicità tra continui strattonamenti ritmici, scolpendo ogni frase in maniera propria e inconfondibile. Non c’è mai un calo di tensione e la trazione emotiva è più che tangibile. Superare le ombre ed i legami del passato, perdersi nella nostalgia di ciò che non c'è mai stato, depositando sensazioni e stati d’animo in oggetti che ricordano e raccontano storie. Felpa è tutto questo e molto altro. Alzate il volume e il gioco è fatto.



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mercoledì 20 febbraio 2013

mercoledì 16 gennaio 2013

Il Buio - Parole alla polvere


Prendetevi un attimo di pausa dalla routine quotidiana, scrollatevi di dosso l'alone di disorientamento lavorativo e  indossate un paio cuffie; se non le avete e siete in un luogo pubblico poco importa. Ad ascoltare un pezzo del genere, se ne esce solo migliorati. Parole alla polvere, primo brano estratto da L’oceano Quieto, album che vedrà la luce il prossimo marzo, in uscita per Autunno Dischi, non è solo un tizzone ardente ma soprattutto la palese dimostrazione che Il Buio, band vicentina, non sbaglia un colpo. Musica calda e avvolgente che si apparenta ad una potenza vocale al punto da strappare le corde vocali, riversando sugli ascoltatori un flusso di emozioni continue. Un’autentica fuga dalla realtà imbevuta di una quiete che inganna, mettendo a fuoco le storture e i tormenti dell’uomo moderno. Un brano che si ricollega all’impostazione sonora dei lavori passati con lo sguardo ben rivolto al presente. Il countdown all’uscita dell’album è partito. Save the date!



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domenica 6 gennaio 2013

martedì 17 luglio 2012

venerdì 15 giugno 2012

Culture Wars - Poptimism - 2012 [Streaming]

Mettendo insieme le varie profezie che da giorni impazzano sul web e provando a fare due calcoli approssimativi, la fine del mondo dovrebbe oramai essere alle porte. Ma non c’è assolutamente nulla di cui preoccuparsi, respirate profondamente e fate in modo che a dominare sia solo una buona dose di ottimismo o meglio ancora “Poptimism”. Un album incandescente quello dello scapestrato duo di Avellino che dopo un anno dalla pubblicazione dell’ep, torna con un nuovo lavoro, evidente conferma dell’ottimo stato di salute dei Culture Wars. Undici chicche folgoranti che trovano il perfetto equilibrio in un post-punk gioioso ad alto tasso percussivo. Lunghe cascate di suoni avanzano speditamente e senza indugi in una folle e corrosiva corsa fra riff a tutto fuzz, melodie trasognanti e una spontaneità che conquista. Parte il disco e “Disappointment” prende subito alla gola con un’introduzione ipnotica di batteria a fare da padrona; riff e distorsioni di chitarra scandiscono il ritmo di un brano, le cui parole sono perfette nel celare la delusione per l’attesa di un ritorno beffardo (Waiting for you to reveal yourself to me and make my day /Feelin' so bad standing in your backyard alone). Nei due brani successivi, si balocca con argute accelerazioni ritmiche e distorsioni loopate, imbevute dalla frenesia propria del punk. E così, “ Cut the wires” si scaglia agitatamente verso un passato con il quale si sente l’esigenza di tagliare i ponti, e quasi per antitesi, “ In a Daze” proietta nel futuro la possibilità di realizzazione di desideri e sogni impellenti. La strumentale “ Requiem for a drum” arieggia tra delicati arpeggi e distorsioni, affondando in un insieme sonoro tipicamente shoegaze. “Get out of my dreams”, smuove la mente con la sua massa ribollente e il passo veloce, esternandosi con una doppia voce che rende più gustoso il tutto. “Vacanza”con i suoi 58 secondi, rotola su giri di chitarra, in perenne attesa mentre aspetta che “Even if i try”, la porti via con se, nel piacevole giro di boa verso la seconda parte dell’album. Tutto funziona e più si procede nell’ascolto, maggiore diventa lo stato di coinvolgimento. È riuscito il tentativo di fondere l’irruenza sonora degli esordi , con un linguaggio pop accessibile e leggero, seppur incredibilmente maturo; un disco che unisce i vecchi amori e le nuove tentazioni , il tutto con una lucidità spietata e una forza creativa sconvolgenti. Ancora un cambio repentino di stile e il pop di “Teenage, Revisited”, in una coltre di venature rock, si innalza a ballata tanto semplice quanto toccante. Un salto indietro nel tempo per recuperare le emozioni passate di “Fader” (“I would build a time machine /just to set it on the day /we had just fallen in love”) e uno in avanti per imbattersi nella grazia di “Something I Can't Get (Infatuation)”, calibrata com’è tra le reminiscenze allucinate di un post-punk armonico e malinconie che profumano di shoegaze. Non è un caso che il punto esclamativo abbia avuto un passato come punto ammirativo, perché la conclusiva “Autocritica!” è velata da una spazialità che suscita meraviglia e che cautamente ti accompagna sotto il portone di casa. Di quando in quando, in modo assolutamente involontario, arriva una band e ti insegna qualcosa sul suo conto, e lo fa attraverso canzoni che stupiscono e migliorano ascolto dopo ascolto. Se l’Apocalisse ha realmente intenzione di rivelarsi, spero possa dare almeno il tempo ad ognuno di voi di ascoltare questo piacevole album(!).



Culture Wars
Poptimism
2012
Fallo Dischi / La Fine

Tracklist:
1. Disappointment
2. Cut The Wires
3. In A Daze
4. Requiem For A Drum
5. Get Out Of My Dreams
6. Vacanza
7. Even If I Try
8. Teenage, Revisited
9. Fader
10. Something I Can't Get (Infatuation)
11. Autocritica!


RecensioneFBYouTubeMySpace

giovedì 8 marzo 2012

Sick Tamburo - Con le tue mani sporche [Video]

"Con le tue mani sporche" parla di violenza tra le mura domestiche, raccontando la storia vera di una donna che ha vissuto una relazione sentimentale e che veniva sistematicamente picchiata, maltrattata e minacciata fino al giorno in cui, spaventata più del solito, ha chiesto aiuto ed è riuscita a venire fuori dal suo terribile incubo. Tutto questo perchè in questa giornata si ricordino sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto.


Da A.I.U.T.O.
FB

giovedì 1 settembre 2011

Milk White - Cigarette Crimes - 2011 [Streaming]

Nati a Roma nel 2009 come quartetto, hanno una rapida ascesa, grazie anche alla partecipazione ad importanti concorsi nazionali (tra cui anche “Italia Wave” 2009 e 2010 di cui sono semifinalisti) e aperture a gruppi importanti (ricordiamo ad esempio quella ai Glasvegas, al Circolo degli Artisti di Roma), ottenendo anche attenzione all’estero. Dopo l’ep “Prague” del 2009, sono rimaste in due (Erika Giuili voce e chitarra, Stefania Imperatori chitarra), e "Cigarette Crimes", è il loro primo album, un titolo che riprende la letteratura giallistica inglese e che vede la produzione artistica dei Velvet. I loro suoni ci riportano agli anni ’90: un misto di pop, noise e garage perfettamente omogenei e ben miscelati, con richiami alle prime Hole e alle Sleater-Kinney (tanto per non scordarci mai del movimento riot grrrl), il tutto impreziosito dalla voce calda e piena di carisma di Erika Giuili. La sensazione che si ha ascoltando i pezzi è di genuinità, e voglia di mettersi in gioco, alla faccia di tutte le strategie di mercato. Se volete vederle dal vivo il 2 Settembre, insieme ad artisti nostrani e di fama internazionale (Mogwai, Ministri, I Mostri,ecc...) le Milk White si esibiranno sullo stage del Magnolia Parade - Idroscalo (Mi). Credo comunque che sentiremo ancora parlare di queste ragazze.



Milk White
Cigarette Crimes
2011
CoseComuni

Tracklist:
1. Intro: Fake Tan
2. Cigarette Crimes
3. Kiss'n'Kill
4. Insomnia
5. Lines and Curves
6. On My Way
7. She's So Drunk
8. Paper Rose
9. A Good Tea
10. You
11. Cool Monster (Staff)
12. Fabolous



Recensione (Shiver) ▼ TwitterMyspaceBuy it!

mercoledì 8 giugno 2011

giovedì 19 maggio 2011

The Perfect Guardaroba – Sometimes They Come Back - 2011 [Streaming]

The Perfect Guardaroba sono un quartetto di Sinigaglia, insieme dal 2003; nel 2005 hanno condiviso il palco in Germania con Bad religion, Mando Diao, Ska-P e molti altri, durante la finale di Emergenza Rock Festival. Sometimes They Come back è il loro secondo album, dopo sei anni dal precedente Un.Tidy. E che cosa si può chiedere di più a questi 4 ragazzi che del punk-rock’n'roll sano e genuino, ballabile e pieno di energia come quello che vi apprestate ad ascoltare? I testi (ironici, sarcastici e tragici) parlano di situazioni e relazioni sociali, d’amore o d’amicizia, o semplicemente relazioni con se stessi. La filosofia del gruppo abbraccia indiscutibilmente l’indipendenza, spesso con un occhio di riguardo (più volte ironico) per la musica pop. Per quanto mi riguarda, So Much Better fa letteralmente sballare, insieme alla grintosa cover di Rehab di Amy Winehouse.
La carica esplosiva che li caratterizza dal vivo fa sì che i TPG dal 2007 ad oggi continuino a collezionare un gran numero di esibizioni live, e anche il nuovo album sarà accompagnato da un tour in tutta Italia. Ascoltateli se ne avete l'occasione.



The Perfect Guardaroba
Sometimes They Come back
2011
Autoprodotto

Tracklist:
1. Altes Wassenwewrk
2. The Art Of Falling
3. Sometimes They Come Back
4. Try Again
5. Rehab
6. Rosie Palm
7. So Much Better
8. Misunderstanding (disconight)
9. Expecting To Fly
10. Jump The Gun






RecensioneMyspaceBuy it!

domenica 10 aprile 2011

martedì 18 gennaio 2011

Cosmetic - In Ogni Momento EP - 2011

“Eravamo in furgone di ritorno da un concerto, quando, parlando tra di noi, ci siamo accorti che alcuni pezzi esclusi dall’album Non siamo di qui, sarebbero stati davvero bene in scaletta insieme. E abbiamo notato che avevano proprio la lunghezza di un lato di vinile. Ovvio che i due pensieri scattati subito dopo sono stati: “si ma cosa ci facciamo sull’altro lato?” e “finalmente pubblichiamo la title track dell’album!” Il risultato è un bignami di ciò che sono i Cosmetic oggi, condensato in cinque pezzi a 33 giri (di cui quattro inediti), illustrati da Alessandro Baronciani. In download gratuito dal sito della Tempesta.



Cosmetic
In Ogni Momento EP
2011
La Tempesta Dischi

Tracklist:
1. In ogni momento aspetto che arrivi qualcosa a distrarmi
2. Prima o poi
3. Mancante
4. Non siamo di qui
5. Thomas

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