giovedì 31 marzo 2011

Goodbye Icy Winter - Another Breakfast Jumpers Compilation

Fuori si prepara un temporale e son qui a scrivervi della primavera in una stanza buia. Eppure dietro l'angolo si nasconde una stagione nuova, probabilmente... Anche se gli ultimi scampoli di inverno, di freddo e pioggia, si attardano sul vostro impermeabile e nelle vostre ossa non siamo forse pronti per la tanto attesa primavera? Quella coi boccioli e i profumi e le maniche corte. Quell'esondare di seni dalle scollature, il vento che ti scorre tra i peli delle gambe il primo giorno che metti le bermuda e il gelato che ti cola sulla mano... Sì, inverno, il tuo treno è passato.


Goodbye Icy Winter
Another Breakfast Jumpers compilation
2011

Tracklist:
1. Japanese Gum - Hon.e (Alternate - Almost Instrumental-Version)
2. Entrabe - After Burn
3. (M+A) - Liko, Lene, Lisa
4. UYUNI - Cairngorms
5. Venice - 30th Century
6. Menion - Colazione su Saturno
7. Medo's Little Trap - Medicine Sound
8. L'uomo di vetro - American Nightmare
9. Nick Rivera - Pigeons fly freak
10. Fucksia - Retour à Alphaville
11. Placeholder - A Flickering G
12. Camera237 - Echoes From My Brain
13. Be Forest - Thrill
14. La Calle Mojada - Skies as ceilings
15. il Rumore del Fiore di Carta - Part-time superhero
16. Puffin on my side - The violent bear it away
17. VeiveCura - Piccola Musa


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mercoledì 30 marzo 2011

Insula Dulcamara - Così ragionano tutti i pesci - 2011

Gli Insula Dulcamara vengono da Napoli e hanno già prodotto diversi Ep. Finalmente ecco fresco, fresco l'album (talmente fresco che non abbiamo ancora una copertina se non provvisoria): 10 tracce fieramente autoprodotte e registrate presso lo studio del CSOA Officina99 di Napoli.
"Non deve spaventare il fatto che non si inserisca solo ciò che è semplice, noi vogliamo sempre sperare che il difficile rimanga in equilibrio con le altre forze. In tal modo la vita e' sicuramente piu' avvincente..[...]. E ognuno prenda da entrambi i piatti, a suo piacimento, il dolce e l'amaro: con attenzione e saggezza non si subiranno grandi delusioni.
Paul Klee spiega cosi' il proprio quadro "Insula Dulcamara".
Anche noi sottoscriviamo ed omaggiamo.



Insula Dulcamara
Così ragionano tutti i pesci
2011
Autoprodotto

Tracklist:
1.Misa e il Grande Incendio
2.Camini
3.Impalcature
4.Ruggine
5.Gli Occhi e le Mani
6.Migrare
7.Il Morto Che Parla
8.Le Scale di Casa
9.Cameretta
10.Inattesa






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Early to bed (Sclock! Remix) - Weathervane [Video]



Da Star Whores

martedì 29 marzo 2011

Live Report: Stefano Vergani @ Casa Giuradei, Brescia - 25/03/2011

Esistono posti in cui se non ti ci porta qualcuno, non ci potresti mai arrivare con le tue forze. Definiamoli posti, in quanto una qualsivoglia etichettatura parrebbe fuori luogo. Sto parlando dei concerti organizzati dai fratelli Giuradei nella loro taverna. Dei fratelli in questione è stato parlato poco tempo fa dal nostro amico Burro in occasione di un loro concerto. Ora sono i due bresciani ad organizzarne e ad aprire le porte della loro casa, in modo saltuario, ad un piccolo pubblico, facendo salire sul palco amici trovati lungo le strade della penisola. Serate con un fascino unico, di cui le informazioni giungono tramite il passaparola o per mezzo di inviti su Facebook. Le indicazioni sono precise ed accurate e nonostante questo sono riuscito a perdermi fra le torbiere del basso Sebino. “Alla quarta rotonda parcheggia all'Hotel Lamosa, Attraversa dinnanzi alla pizzeria Antica Fontana, passa dietro la pensilina dell'autobus ed imbocca una stretta stradina semi asfaltata che ti porta sulla sommità di una collinetta morenica, al civico n° 5 devi suonare taverna”. Eccoci arrivati. Ettore mi da il benvenuto, presentandosi e stringendomi la mano, come un vero padrone di casa. Il piccolo banchetto di Chianti & pop corn fa lo stesso. Si ha la sensazione della festa privata, ma senza il rituale “ma tu chi cazzo sei?”


Un'atmosfera molto accogliente ed al contempo intima, difficile da ritrovare al di sopra del Po. Se ci sei nato, alla fine ti ci abitui all'endemica inospitalità padana (ogni riferimento non è puramente casuale). Ma qui par diverso, sembrano tutti amici, par d'essere in un non-luogo distante anni luce dai concerti ospitati nei locali. Sembra una delle serate che amo tanto: amici, camino, un bicchiere di vino e una chitarra. Chi si esibisce questa sera è Stefano Vergani, già vincitore del premio Tenco 2004 come migliore artista emergente. In verità vi dico che non lo conoscevo affatto, se non per le poche canzoni udibili dal suo Myspace (che tra l'altro non mi avevano entusiasmato). E devo ammettere che ne son rimasto piacevolmente sorpreso. Voce molto intensa, carica; c'è chi lo assimila a Fossati, anche se a me ricorda qualcun altro...il dubbio persiste. Chi lo accompagna è Felice Cosmo al piano, incastrato fra la parete e lo strumento, e Luca Butturini alla chitarra. I tre presentano il nuovo album: E allor pensai che mai, terzo lavoro del cantautore milanese che arriva quattro anni dopo Chagrin d'Amour.
Dopo un inizio molto buono a livello musicale, i tre si lasciano andare ed è una serie di battute, di scherzi, che trasformano il palco in una sorta di cabaret domestico. L'atmosfera ne è complice, fra i fiaschi di vino che scorre come acqua, le battute che provengono dai padroni di casa, la distanza (non solo fisica) fra i musicisti e il pubblico che sembra non esserci – la distanza intendo... Inizio buono dicevo che però mi fa pensare ad un “già visto”, molto in linea con quel cantautorato fatto alla lombarda che mi piace tanto: grande senso narrativo, storie d'amore con quel pizzico d'ironia alla Capossela, a cui direi che Stefano assomiglia parecchio nella presenza scenica. Qualche rimando pure a Jannacci, soprattutto per quel dialetto milanese presente in alcune canzoni. Ma è  quando si toglie la chitarra e iniziano le note di Alle prese con una verde milonga che tutto è palese. Chiudo gli occhi e mi sembra di ascoltare l'originale, il timbro, le pause, lo stile. Il che mi soddisfa parecchio dato che all'ultimo concerto di Paolo Conte a cui sono andato, mi sono ripromesso che mi sarei limitato all'ascolto domestico. Pensando e ripensando, però c'è qualcosa di più sotto. Non è solamente pura citazione nozionistica del glorioso passato della canzone d'autore lombarda (non che ora sia da meno è solamente meno conosciuta), dietro c'è tanta poesia e delicatezza che si, possono rifarsi ad un determinato modo compositivo, ma sono al contempo molto apprezzabili, lontano dall'esser demodè.
Continuano le canzoni ed il pubblico a fare da coro. Tutto ciò mi ricorda le serate nelle case di montagna: partono le canzoni e tutti che seguono. Il tripudio è uno dei tanti finali (ehmm non ricordo bene quale, in quanto il bis è diventato tris, poi full, poker, scala...), con Perdere l'amore cantata in modo molto giocoso, con tutti, ma proprio tutti a far coro. Dopo più di due ore di concerto, in cui la voce non ha perso nemmeno minimamente forza e vigore, Stefano Vergani si congeda, scendendo dal palco e unendosi al pubblico. Ma non lo aveva già fatto?


Foto album
mr_n

Last Minute to Jaffna - Volume I - 2008 [Streaming]

S'affina il suono del gruppo torinese pur mantenendo la loro potenza, mescolandosi a post-rock e post-core o giù di lì. Canzoni chilometriche e voglia di urlare. Enjoy!























Last Minute to Jaffna
Volume I
2008
Concubine Records / Swarm Of Nails / Consouling Sounds / Hypershape Records

Tracklist:
1. Chapter X
2. Chapter VI
3. Chapter VIII
4. Chapter V
5. Chapter XI





Recensione (Silence is also a Sound) ▲ MyspaceBandcampBuy it!

Roberto Angelini - Vulcano [Video]

lunedì 28 marzo 2011

Brioscine appena sfornate: I Demoni

Signori e signore vi presentiamo i romani Demoni,  tra le varie domande trovate i pezzi da ascoltare in attesta di un vero e proprio disco... Enjoy!


Cari Demoni, come nasce il gruppo, a chi vi ispirate per il sound e, soprattutto, c'entra Dostoevskij?
Il gruppo nasce all'incirca un paio di anni fa come duo composto da Flai a chitarra voce e basi e Matteo alla batteria. Con questa formazione abbiamo registrato 666: molto ok, Un approccio cinese, I Vampiri ed un altro paio di cose. Un anno fa si sono aggiunti Sara al synth e voce e Eddie Gennaio al basso e siamo diventati un quartetto. Salvo eccezioni ai live ci presentiamo in quattro ma siamo comunque abbastanza versatili da poter mischiare le carte in tavola in caso di necessità.Traiamo ispirazione dai più disparati generi musicali, da Umberto Tozzi ai Weezer, passando per Pulp, Morrissey, Dead Meadow, Blur, Diaframma, Iron Maiden e Ladytron.
In linea di massima riteniamo che il filo conduttore delle nostre canzoni sia quello che diciamo, e il modo in cui lo esprimiamo. La musica si adatta al testo o in certi casi lo va a contrastare, ad ogni modo è in stretta relazione con il "detto", e determina appunto il "come viene detto".
Dostoevskij c'entra sempre. Alcune persone non sempre gradiscono il nome I Demoni: c'è chi pensa al satanismo ecc. Non credendo molto all'esistenza di Satana, a noi il nome I Demoni fa pensare a una banda di strada, o ai terribili rivoluzionari così invisi a Dostoevskij. Il fatto è che in generale viviamo in un mondo che ha paura, e secondo noi non bisogna averne, tantomeno dei nomi dei gruppi.



Nella vita invece cosa fate? Per mangiare, intendo. Solita vitaccia per far incastrare tutto tra live e le prove?
Sara lavora più che full-time e questa cosa ogni tanto ce la porta via, un paio di volte abbiamo dovuto suonare senza di lei. Flai è spesso disoccupato e questo gli lascia tempo per pensare alla band. Matteo si è ritirato a vivere in campagna e lo possiamo vedere solo un paio di volte a settimana. Eddie Gennaio, il bassista, si divide tra una tesi di laurea e lo spionaggio industriale ed è sempre molto disponibile.


I Demoni hanno suonato al Roma Pop Fest, il super evento di Frigopop, lo scorso 19 marzo. Emozioni, soddisfazioni? Come si colloca all'interno della vostra esperienza live?
Flai: Essere invitati al Romapopfest è stato molto lusinghiero, non conoscevamo le ragazze di Frigopop e non credo ci avessero mai visto dal vivo quindi è stata una vera richiesta "sulla fiducia". E' stato un bel festival, ben organizzato, noi ci siamo divertiti e abbiamo potuto far sentire al pubblico pezzi che non sono in rete e quindi sostanzialmente sconosciuti a chi non ha avuto modo di vedere i nostri live precedenti. Nonostante alcuni problemi -io sono stato abbandonato dalla chitarra nel periodo di tempo trascorso tra il soundcheck e il live- il pubblico ci è parso felice (in alcuni momenti entusiasta) e questo ci dà sempre molta soddisfazione e ci fa anche domandare come mai. Dovremo organizzarci per suonare un pò di più fuori dai confini cittadini in un prossimo futuro, chè Roma è grande, sì, ma non vorremmo mai annoiare nessuno.
Eddie: Spulcio il blog di Frigopop da parecchio, mi pare anche di avergli mandato pezzi di una mia vecchia band (i Tocqueville) ere geologiche addietro. Sono felice che abbiano organizzato il Pop Fest, che fa bene a Roma, ed è stato bello esserci.





C'è un album all'orizzonte? E un'etichetta? Come pensate di proporre il primo disco ai vostri fan?
All'orizzonte ci sono molte cose. Grande è la confusione sotto il sole, la situazione è eccellente. Vorremmo sempre fare delle uscite in vinile (magari con cd incluso o codice per il download) e se ci sarà possibile le faremo. Poi venderemmo questi dischi ai nostri concerti, nei negozi che ancora trattano i vinili o per posta. Per quel che riguarda le versioni digitali penso che troveremo un modo per farle scaricare in qualche modo, è pieno di siti che lo permettono, non credo sarà un problema. L'importante al momento per noi è avere qualcosa da proporre preferibilmente prima dell'estate. Siamo al lavoro nel nostro garage/studio e stiamo parlando con un pò di etichette, speriamo esca fuori qualcosa. Abbiamo molti più pezzi in repertorio di quelli che la gente potrebbe pensare.



Un pensiero sul resto della musica italiana? Ascoltate e scaricate musica? E quali gli ultimi tre dischi che avete comprato?
Eddie: La musica del nostro paese è un bizzarro e vivo calderone di voglia di fare, dove spesso un pizzico di creatività e spirito critico in più non guasterebbero, sebbene ultimamente scorgo bei segnali di ripresa. Ascolto musica avidamente: scarico più che altro vecchi dischi introvabili, esploro saltuariamente una vasta collezione ereditata. I miei ultimi acquisti sono due tra gli innumerevoli e meravigliosi dischi autoprodotti da R. Stevie Moore su iTunes, e Tusk dei Fleetwood Mac a due euro in vinile. Un affarone!
Flai: La musica Italiana ha come unico limite l'Italia stessa. I gruppi italiani sono fichi e tanti ma pare che non trovino nell'italiano che acquista dischi all'autogrill un interlocutore adeguato. Le case discografiche educano il pubblico al p(i)attume con la complicità delle radio commerciali. Le tare del nostro paese che si riflettono in tutti i campi della vita delle persone si riflettono necessariamente anche in un campo delicato come quello musicale, in bilico tra arte, intrattenimento e commercio. In più, i Dj sono considerati più importanti dei musicisti e questo non lo sopporto.
Compero sopratutto vinile, solitamente ai concerti. I miei ultimi tre dischi acquistati in negozio sono stati Hell bent for leather dei Judas Priest, More songs about motorcycles and death dei Black Time e un 7" dei Crystal Stilts, Shake the shackles. Di solito quando scarico lo faccio per dischi che già ho ma in cassetta o per gruppi molto popolari. Le ultime cose che ho scaricato sono state Lily Allen e gli Mgmt.

domenica 27 marzo 2011

Giampiero Riggio - Summary Of Symbiosis - 2010 [Streaming]

Folktronica e post-rock: una combinazione di atmosfere acustiche e destrutturazione, dilatazione e ricami strumentali astratti. Sono due generi dei primissimi anni Zero, ed è a loro che guarda il palermitano Giampiero Riggio. La sua è musica sempre in bilico tra timidezza ed espansività, fatta di timbri caldi (chitarra acustica, pianoforte, fisarmonica, tintinnii vari) ma intrisa di desolazione e malinconia. La voce è semisussurrata, ma il suono è carico di riverberi e molto più avvolgente di quel che suggerirebbe l'approccio intimista delle composizioni. La musica rapisce e culla: sposa la tenerezza indie-folk di artisti come Múm, Bon Iver, Tunng al paesanismo post-rock di GYBE! ed Explosions in the Sky. Giampiero Riggio fa parte dell'etichetta Wool Shop Productions, che si si occupa di uscite discografiche in tiratura limitata, con packaging fatti rigorosamente a mano, ognuno numerato, e valorizzati dall’utilizzo di materiali riciclati quali carta, legno, stoffa e naturalmente, lana (da qui il nome dell’etichetta). L'album, esaurito da tempo, è in free download su Bandcamp.



Giampiero Riggio
Summary Of Symbiosis
2010
The Wool Shop Productions

Tracklist:
1. (Intro)
2. 25.03 (Carpets)
3. 28.03
4. 26.03 (Symbiosis)
5. 30.04
6. 27.03 (Melt)
7. 01.05
8. Serenade To A Solar Storm





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Amor Fou - Le Promesse [Video]

venerdì 25 marzo 2011

Novanta - Novanta EP [Streaming]

La paura fa Novanta. I Moque non ci sono più. Lo shoegaze sì. Così Manfredi, l'ex chitarrista ha deciso di scendere in campo da solo, con quattro tracce di genere. E qui mi fermo. Come sempre è la musica che deve parlare.




















Novanta
Novanta EP
2011
(Autoprodotto)

Tracklist:
1. La paura fa
2. La musica batte solo sul due
3. Core
4. Giugno




Matteo Toni - Neve al sole [Video]

Da Qualcosa Nel Mio Piccolo EP

giovedì 24 marzo 2011

The Paper Queens - Atlantic - 2011 [Streaming]

I Paper Queens sono un quartetto di Colonia, tutti tedeschi tranne il tastierista che è di origine italiana. Il gruppo nasce nel 2009 dopo un paio di e-mail in un sito di annunci musicali. Dopo tre mesi registrano un primo demo/ep dal titolo The Pros and Cons of Being in Love e nel novembre 2010 un singolo dal titolo Knowledge. Questo è il loro secondo Ep, registrato tra novembre e dicembre dell'anno scorso e uscito a febbraio. Quattro pezzi veramente intriganti che vi prenderanno sempre di più ad ogni ascolto, grazie soprattutto al fatto di aver saputo mescolare melodie malinconiche con ritmi e suoni particolarmente ballabili.



The Paper Queens
Atlantic EP
2011
Autoprodotto

Tracklist:
1. Killing Time
2. Measurements
3. A Tiger's Fur
4. Atlantic Pt. 2



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Sparkle In Grey & Tex La Homa - Whale Heart, Whale Heart [Video]



Da Whale Heart, Whale Heart

mercoledì 23 marzo 2011

Femme Fatale - Fading Night Sounds EP - 2010 [Streaming]

I Femme Fatale vengono da Alessandria. Il nome è stato scelto in omaggio sia al fascino che tale tipo di donna impone, che all’omonimo, indimenticabile pezzo dei Velvet Underground dedicato a Edie Sedgwick. Nonostante si avverta molto forte l'influenza di ascolti dai suoni newyorkesi e british (in particolare Artic Monkeys), passando per il brit pop , il gruppo ha tantissima energia da vendere e riesce comunque a mantenere una propria identità. I quattro si sono cimentati tantissimo dal vivo, anche fuori dalla loro provincia, fino all'uscita nel settembre 2010 di Fading Night Sounds”, totalmente autoprodotto e registrato all’Authoma Studio.



Femme Fatale
Fading Night Sounds EP
2010
Autoprodotto

Tracklist:
1. Going Nowhere Fast
2. Hidden Histories
3. I'm Surely Gonna Miss You
4. You're the One
5. Sunset
6. Shed the Colours






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Entrabe - Eff of Ecks [Video]


da Choka Ep
Sito Ufficiale

martedì 22 marzo 2011

Live Report: Beatrice Antolini @ Vinile45, Brescia


Digitalizzare le emozioni che può portare un concerto non è sempre facile. Soprattutto quando sono tante da lasciarti spiazzato.
L'artefice di ciò è Beatrice Antolini, classe '82, in tour per la penisola dopo l'uscita di Bioy. Bell'album Bioy,  molto piacevole, ma niente a che vedere con il live. Dal vivo è tutto diverso,  non sono quei 30 Db , sono quei chilogrammi di passione, di energia e di “tirarla per le lunghe”. Il cd benchè sia ben concepito, molto curato, non mi ha cambiato la vita, sarò sincero. Il live mi ha lasciato con la bocca aperta.


Mi ingoio un paio di sanbuche perchè ho capito che i concerti si gustano meglio con in corpo alcol. Mi aggiro per il locale, sempre quello, il Vinile45 di Brescia, che mi offre ogni sabato sera ottimi concerti. Sembra vuoto, gente sparsa dentro e fuori, e mi dico: non capite un cazzo, viene in questa squallida città una musicista coi controcazzi e non c'è nessuno; vengono gruppi col nome che ha uno spessore maggiore, ma che musicalmente sono dicutibili e...non ci si sta. Bah. Meglio così, penso, non dovrò restare tutto il concerto con gente che mi spinge, mi urla nelle orecchie e senza dover intrufolarmi per scattare qualche foto (mi sembra di essere un pensionato che guarda i lavori in corso...). Siamo alla (...ehm non ricordo il numero) sambuca e l'atarassia ha preso il sopravvento sulla misantropia. Si fa quasi mezzanotte e, sicuro che l'attesa stia per terminare, mi appropinquo sotto il palco. E come non detto la nostra cara Antolini sale sul palco, subito seguita da quattro loschi figuri, al secolo i musicisti.
Inizia come il cd con Piece of moon seguita dalla title track Bioy. Beatrice è alle percussioni con tanto di berretta bianca. Le prime file che si erano timidamente distanziate dal palco, iniziano ad ondeggiare a ritmo di We're gonna live. Divagazioni dance-funky misto all'elettropop, ritmiche percussioni mescolate a momenti più riflessivi e malinconici, canzoni tirate per le lunghe con ampi spazi di calcolata improvvisazione. Venetian Hautboy, Mutantsonic, Eastern sun fanno continuare con l'alternanza di ritmi e colori. Beatrice sembra sola, l'arancio della sua t-shirt la contraddistingue dagli ottimi musicisti che la accompagnano. A questo punto mi sentivo già sazio, satollo da cotanta mescolanza, con lo sguardo attonito della triglia che non si aspettava tutto ciò. Meschinamente partono le corte note di New room for a quet life, tromba messicana compresa, al limite con la bossanova. A questo punto un po' di calma non guasta Planet e Riule, quest'ultima ripescata da Big Saloon, esaudiscono le mie richieste. Doveri promozionali terminati (le canzoni precedenti fanno parte dell'ultimo album) possiamo passare a qualche vecchia chicca: con Funky show, Sugarize ritorniamo a muoverci, con Taiga continuano i ripescaggi da A due, esaltati dalle digressioni e dagli influssi funky. Quest'ultima che rispecchia la vena psichedelica e alienante che ci aveva regalato nelle improvvisazioni ripetute durante tutto il concerto. Con Double J è il momento dei saluti precedenti all'ormai consueto bis che inizia con la struggente Paranormal, terminata la quale parte un giro di basso a me noto. Ctrl+f nel mio cervello, ma prima di arrivare alla soluzione è Beatrice che mi offre la soluzione: nothing can stop me now... Quasi commosso dalla citazione mi fermo e ascolto la versione al femminile e velocizzata di Trent Reznor (NIN). Calda, suadente, magnifica, martellante. Parte l'ultima canzone, ma prima Beatrice risponde grintosamente ai tanti commenti positivi e neanche troppo raffinati, per lo più attinenti alla sua figura. Come se il messaggio non  fosse stato recepito dalla t-shirt recante scritta “see me in another light”. L'ultima canzone, Night SHD, forse una delle migliori, la ascolto a malapena, ancora stordito da Piggy, che continua a volarmi per il cervello sbattendo come una mosca contro la calotta cranica.


photo album
mr_n

The Death of Anna Karina - Me And Wittgenstein Down The Street By The Schoolyard [Video]


da New Liberalistic Pleasure

lunedì 21 marzo 2011

Brioscine appena sfornate: Andrea Carboni





Carissimo Andrea, oltre nome e cognome cos'altro ci puoi dire di te? Oltre a suonare in giro per l'Italia cosa fai nella vita?

E’ una mia naturale tendenza ma in questo ultimo periodo in modo particolare mi sono dilettato nell’arte di sovraccaricarmi di impegni..del rimandare le piccole cose..e dello stringere le pareti intorno a me.. Non potendo ovviamente campare di musica sfrutto i miei studi per la sopravvivenza. Ho una laurea specialistica in informatica e faccio il programmatore, per il momento a Pisa, poi si vedrà. Ho un’idea parigina che mi balena per la testa da tempo ormai..forse rimarrà solo un’idea..forse no... L’equilibrio sta nel trovare un modo creativo di conciliare lavoro e musica..ci sto lavorando su.


Dopo una parentesi svizzera sei tornato in Italia, come hai trovato (o meglio ritrovato) la musica nella tua regione d'origine? Hai contatti con altri gruppi che gravitano nel pisano o in Toscana? Trovi molte differenze con il periodo nei cantoni?

Non è tanto il vivere in un determinato posto piuttosto che in un altro, almeno per me..è più il quanto quello che ti circonda è propenso a dare ed accogliere quello che tu hai da dare.
Ho vissuto la svizzera in due momenti profondamente diversi, l’infanzia di quando ero bambino e poi venti anni dopo. Sebbene siano stati due momenti tanto lontani e tanto diversi li lega il fatto di essere stato sì “straniero in terra straniera”, ma comunque parte di un insieme “forte”. Ginvera è un crocevia di etnie dove gli svizzeri rappresentano un po’ un’elite..penso sia tendenza comune, quando si vive in una condizione di questo tipo, quella di cercare di dirigere le proprie energie verso gli altri..in una città dalla cultura radicata credo che questo sia più difficle.
In questo senso a Ginevra non ho mai dovuto dire chi fossi o preoccuparmi di piacere o meno come persona o come musicista, in Italia, soprattutto quando le cose ancora stavano prendendo forma era frequente imbattersi in luoghi comuni e pregiudizi.
Il mio ritorno a casa qualche anno fa è quindi stato un po’ un esordio..da un punto di vista musicale ero una persona nuova, messa da parte l’idea dell’avere una band, ho iniziato a suonare da solo la musica che era veramente mia..e piano piano sono arrivato qui..con tanta tanta strada ancora da fare.


Canti sia in italiano che in francese, immagino retaggio del tuo passato ginevrino. Vi sono alcune band nostrane che hanno intrapreso questo percorso o che puntano al mercato d'oltralpe (Naif Herin, Ulan Bator, The Marigold). Come ti trovi ad interpretare testi in un'altra lingua?

Interpretare..termine decisamente corretto. Il testo del brano “Des Larmes Et Leurs Cendres” non è altro che un mio riadattamento di una poesia/pensiero di una cara amica francese, Melò. Adoro cantare in francese, ma non potrei mai, almeno per adesso, pensare di poter scrivere un testo in una lingua della quale so di non avere completa padronanza, in termini prettamente poetici e comunicativi. Il francese, come l’italiano, permette tantissime varianti che corrispondono ad altrettante sfumature di un concetto, sarebbe un delitto usarne una per un’altra..o trascurane altre ancora.
Però un disco in francese lo vorrei fare, magari piano e voce.






Scarichi/compri musica italiana dell'ultima decade? Chi secondo secondo te i più validi artisti in questo momento del panorama indipendente? Quali sono gli ultimi tre dischi che hai comprato?

Partendo dall’ultima domanda rispondo elencando (e volendo esibendo le ricevute di acquisto):
Radiohead – The king of limbs
The coolbreezers – What makes us different
Verdena – Wow
alla seconda non è mica facile rispondere o almeno non penso di essere la persona più indicata..alla fine io sono uno che ascolta ossessivamente le stesse cose quindi non posso esibirmi in un elenco di nomi di band/solisti dai nomi più o meno improbabili e dallo smisurato talento. Ho bei ricordi live di: Alessandro Grazian, Alessandro Fiori (con gli Amore, che però non esistono più), Samuel Katarro, Beatrice Antolini, Baby Blue, Brunori S.A.S., Dente.


Sei un artista che punta molto sulle emozioni, ascoltando il tuo primo album "La terapia dei sogni" si può intuire una cura per gli arrangiamenti oltre che testi mai banali, come nel singolo "L'ecosistema"; quali artisti italiani o internazionali ti hanno condizionato per giungere al compimento di questo lavoro?
Come nella vita anche nella musica tendo a percepire i piccoli dettagli, li sento crescere, come amplificati, e sono loro a scatenare poi la mia emotività..e per altri versi le mie paure. Ci sono gli artisti, ci sono le canzoni, c’è la musica, c’è la politica, c’è l’indie, c’è il mainstream... Per me ci sono solo le emozioni..indipendentemente da dove arrivino.. Suono la chitarra grazie a “don’t look back in anger”, gli Oasis, anche se abbandonati presto, sono stati una band importante per me. Tre le band che mi hanno un po’ “disegnato”: the cure..dire straits..radiohead..mentre fra i cantautori italiani..de gregori. Se devo ricordarmi di getto delle band/artisti che sono stati in grado di farmi fare replay di più di un pezzo più di quindici volte di fila mi vengono in mente loro.


Il tuo album è in streaming integrale qui sotto, che ruolo pensi possano avere music blog come questo o in generale internet per un artista emergente quale sei tu?
Siete i primi ad ospitare uno streaming integrale del mio disco e per me vuol dire molto, sia perchè fa piacere che dopo più di un anno dall’uscita ancora ci sia voglia di scoprire la mia musica, sia perchè penso che per un emergente sia fondamentale raggiungere il maggior numero di persone, soprattutto se attraverso un canale specializzato quale siete voi. E’ difficile mirare bene, centrare il contesto dove qualcosa può funzionare e qualcosa no, penso che valga sia per i live che per il web. Ritengo che oggi la situazione di internet e musica sia regredita rispetto ad anni fa: i tempi di myspace e dei “thanks for the add/request” sono finiti (aggiungerei..purtroppo), facebook racconta “la vie des autres” ed è un grande aggregatore, ma è decisamente orientato all’individuo più che al musicista. Trovo molto interessanti piattaforme come SoundCloud, dove la qualità dell’audio non ha vincoli che ha altrove ma che purtoppo, almeno qui da noi, non viene sfruttata nelle sue funzionalità più interessanti e in generale fatica a prendere piede.


Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Dall’uscita de “La terapia dei sogni” (febbraio 2010) ad oggi ho suonato tanto, più di quaranta date e senza avere un’agenzia alle spalle. E’ stato un lavoro duro ma che mi ha dato tante soddisfazioni, mi ha aiutato a capire alcune cose sulla mia musica e su come il pubblico la percepisce che sicuramente mi aiuteranno quando tornerò in studio. Durante le prossime settimane registrerò alcuni video live acustici e così si chiuderà il ciclo de “La terapia dei sogni”.
Dopodiché mi fermerò un po’..cercherò di spingere queste pareti intorno a me più lontano che posso, per poi sedermi da solo il tempo che ci vorrà per chiudere l’anima del nuovo disco.


Grazie 1000! E per voi qui sotto il suo album in streaming, buon ascolto!

Andrea Carboni - La Terapia Dei Sogni - 2010 [Streaming]

Pop. Grand bel pop. Un album in bilico tra l'Italia e i cugini d'oltralpe. E poi un lunghissimo tour in piccoli grandi locali. La terapia dei sogni merita. Buon ascolto.





















Andrea Carboni
La Terapia dei Sogni
2010
Red Birds Rec.

Tracklist:
1. La terapia dei sogni
2. Senza disturbare
3. Magici mondi
4. L'ecosistema
5. Des larmes et leurs cendres
6. Fingi
7. Il piacere della lettura
8. Livido
9. Salviamo almeno le forme
10. Tiritera dell'amore di un minuto
11. Stanno arrivando
12. Respirare
13. L'amore manifesto






MyspaceFB

domenica 20 marzo 2011

Puffin on my side - Lech-lecha - 2011

Alessio Mecozzi è un artista romano che dal 2007 suono con il moniker di Puffin on my side, post-rock strumentale comediocomanda. Paesaggi sonori in cui affondare la testa come fossero un cuscino dopo un'infame giornata di lavoro. Pubblicao in free download dalla netlabel Inglorious Ocean, che aveva già curato altri suoi precedenti lavori. Che pubblicherò al più presto. Nel frattempo godete dell'ultimo nato, Lech-Lecha.























Puffin on my side
Lech-lecha
2011
Inglorious Ocean

Tracklist:
1. The violent bear it away
2. Hard city heart
3. Moya Mahmoud Adam Jamaa
4. Leave native land
5. Fearing hand





MyspaceBandcampBuy it!

Christine Plays Viola - Witch of Silence [Video]



Da Promo 2010

sabato 19 marzo 2011

Live Report: Ettore Giuradei + Puso @ SPAZIO211 - 9/03/2011

Serata ganza allo Spazio211 quella del 9 Marzo, come sempre dove si può ascoltare ottima musica a prezzi ridottissimi si fa fatica a contare 50 cristiani.

Puso (presto su questi schermi) è un irriverente genialaccio torinese, il non-sense come senso unico delle sue canzoni strappa più di una risata. Già dal titolo dell'EP si capisce tutto (o quasi) del personaggio: "Solo seminando molto potrò sperare di essere colto". Il tastierista, ma soprattutto la sua ragazza gonfiabile non hanno fatto altro che aumentare l'ilarità generale, tanto che sarebbe stato bello ancora ascoltare qualche altro pezzo, peccato fossero le 23.15 e ancora doveva suonare il gran nome della serata.


Giuradei (Ettore) è invece uno di quelli che ti fa pensare che per quanto stai dietro alla musica e pensi di aver trovato una tua top ten, arriva uno così e ti manda in tilt la classifica.
Sale sul palco che si sono fatte le 23.30, manda baci al microfono e parte subito per poi fermarsi solo due ore dopo. E' in continuo movimento, si agita, esce di scena e si ributta nella mischia, mentre il fratello Marco è saldamente ancorato alle tastiere e Alessandro Pedretti picchia sulla batteria come solo Luca (avevo scritto Alberto, chiedo venia!!) dei Verdena ho visto fare.


La scaletta vede come prima canzone "La repubblica del sole", brano con cui ha lanciato il suo ultimo disco omonimo (gli altri due sono Panciastorie con la Malacompagine ed Era che così del 2008).
Ci si scalda con i brani più recenti, la scaletta infatti ripercorre tutto l'album ad eccezione di Macchinina Cocaina che, anche se molto orecchiabile, rimane fuori dallo show. Il pubblico nonostante sia davvero esiguo riesce a trasmettere lo stesso alla band una forte vicinanza, la gente si muoveva e ballava, cosa che per Torino è qualcosa di rarissimo a meno che non ci si trovi davanti ai Subsonica. Quando arriva la mia preferita "Eva" non posso far altro che cantarla anche io ad alta voce, per fortuna in quel momento chi c'era accanto a me non ci ha fatto a caso, di solito riesco a far scappare la gente in meno di dieci secondi.
Completato il primo album si passa ai brani dei lavori precedenti, partendo proprio con "Era che così", le note della chitarra blues davvero coinvolgono e si arriva piacevolmente esausti allo stop di poco meno di un minuto prima del bis, che parte con "Mosè", brano che si trova sulla compilation "la leva cantautorale degli anni zero". Finisce il concerto dopo esattamente due ore, con Ettore, Puso e gli altri che si fermano a chiacchierare piacevolmente con il pubblico, tra un autografo e una foto.
Per questo 29enne bresciano davvero le cose stanno andando benissimo, non a caso dal primo album (2006) ha collezionato presenze e vittorie al Premio Nuova Canzone d'Autore al M.E.I. di Faenza, al Premio Tenco (2008) e Premio Ciampi (2009).



Sicuramente molto coinvolgente anche per chi non abbia mai ascoltato una singola nota del buon Ettore, ho visto fior di concerti in trepida attesa trasformarsi in momenti da dimenticare, questo invece ha lasciato sicuramente il segno!
Giudizio del live: 5 stelle su 5!

Per vedere il photo report cliccate qui
PS: Grazie a Kenny e Francesca per le foto..

Gleamer - The Pick [Video]


da The Pick / Snowstorm Outside / Rmxs

venerdì 18 marzo 2011

Cappuccino fumante: La Bèl Netlabel

"La bèl netlabel loves the experimentation, the sound of footsteps on the snow, internet & technology, the spring, the sun on the face, listen to music before falling asleep, being alone in the middle of the night,the cries of children that go out of school,the smell of the rain on the warm asphalt,the time of waiting, the moment before each arrival…"

La bèl Netlabel ha da poco compiuto un anno (Auguri!). Chi siete e come nasce questa etichetta super prolifica?
La bèl ha compiuto un anno il primo Marzo 2011. Abbiamo all'attivo 7 release, quindi non ci riteniamo una label super prolifica ma normale…diamo tempo ai nostri ascoltatori di "digerire" le nostre uscite e nel frattempo di ascoltare anche quelle delle altre netlabels…nel mondo ce ne sono molte, alcune con qualche anno di esperienza ed altre, come la nostra, più giovani. E' un universo in espansione, dove si possono trovare artisti ed album eccezionali quasi sempre in free download. La bèl è stata ideata da Adriano Bossola (in arte Di Bos) ed Elisabetta Luciani (in arte Elisa Luu). Ci siamo conosciuti tramite lo Space quando ancora era un social network interessante ed utile e non questa specie di pasticcio disordinato ed inefficente in cui si è trasformato. Quindi La bèl risiede in due città, Biella, città di Adriano e Roma, dove risiede Elisabetta ed alcuni amici che collaborano con noi, come Daniela che ci è di aiuto per quanto riguarda i contatti con l'estero e le traduzioni e Laura, che si è occupata della grafica dei supporti fisici in edizione limitata.


Qual'è la vostra filosofia? Come decidete chi e quali dischi dischi produrre? Avete mai sentito la mancanza di fisicità dei vostri lavori?
Noi cerchiamo di fare arrivare a più gente possibile la musica che proponiamo, anche se alla maggior parte della popolazione l'universo netlabels è ancora totalmente sconosciuto. Ogni release ha una propria storia e una propria vita. Con i Difondo ad esempio eravamo già in contatto prima della nascita della label…con Menion, Neeva e Ballpen si è creato un effetto a catena, mentre con Nick Rivera c'è stata una sorta di evento metafisico. Per le prossime tre uscite ci sposteremo fuori dai confini italiani e sarà la nostra prima esperienza. Solitamente ci proponiamo a vicenda la musica che ascoltiamo e che riteniamo valida ed interessante ed insieme valutiamo se passare al passo successivo del contatto con l'artista e la release. Altre volte sono i musicisti stessi a contattarci e a proporci i loro lavori. Con Nick Rivera abbiamo fatto il primo passo verso la creazione di un supporto fisico creando un CD artigianale molto carino (realizzato da Laura Verga) in vendita sul nostro sito in edizione limitata a 8 €. Il Cd contiene 2 tracce inedite che non sono presenti nella release digitale.  

Tutti i vostri dischi sono in Creative Commons, che ne pensate della nuova licenza Digital Online Commons che permette la libera circolazione online ma regolarizza gli utilizzi commerciali?
La nuova licenza Digital Online Commons ci sembra molto interessante ed è probabile che La bèl la adotterà nel futuro.

Progetti per il futuro? Come vedete la vostra netlabel fra qualche anno?
Abbiamo diversi progetti per il futuro, allargando il nostro campo d'azione. La bèl è abituata a vivere il presente e come Lola (il cane mascotte dell'etichetta) con l'olfatto cerchiamo di annusare il profumo del mondo, esattamente com'è in questo momento e con la vista cerchiamo di guardare un po' più avanti, cercando di immaginare come sarà.

giovedì 17 marzo 2011

Don Vito e i Veleno - Hell Mundo! - 2008

Hell Mundo! Come un'imprecazione poliglotta, per farsi capire. Che tutti capiscano che ne abbiamo a basta. E lo raccontano urlando i Don Vito e i Veleno, duo di Ferrara, rock accattivante, testi e musiche catchy. Cori, elettronica e schitarrate. Ottimo disco per cominciare la giornata, cantando in bici sotto la pioggia, che tanto la pioggia non mi tocca... Ora però son zuppo e prendo due aspirine per sicurezza. In free downalod dal sito dalla mitica Tempesta Records. Enjoy!























Don Vito e i Veleno
Hell Mundo!
2008
La Tempesta

Tracklist:
1. Io te e le balene
2. direzione inferno
3. Molto meglio ora
4. Disilluso e leggero
5. Tra canada e messico
6. Il macabro rito del sati
7. La logica dello stupefacente
8. Ogni veleno
9. Tutto dipende da te
10. Hell mundo!

RecensioneMyspaceDownloadBuy it!

Ex-Otago - Costarica [Video]

mercoledì 16 marzo 2011

Buon compleanno, Italia

Cento cinquant'anni fa Vittorio Emanuele II veniva incoronato Re d'Italia. Sarebbe bello poter dire che abbiamo fatto molta strada da quel giorno.

Nhile - Nuvole - 2011 [Streaming]

La voce viene da lontano, un sussurro dalla stanza accanto. Confermando il loro stile i Nhile ci cullano nel nostro sonno turbato da qualche fantasma del passato. Un etereo shoegaze da sorseggiare cauti come un caffè troppo caldo mentre vi mescolate il cuore col cucchiaino.























Nhile
Nuvole
2010
(Autoprodotto)

Tracklist:
1. Io
2. Nuvole
3. Chiaro di luna
4. 0
5. Clock
6. Let Us Fall
7. Dagger






RecensioneMyspaceFB

Hikobusha - Libero Arbitrio [Video]



Da Dinosauri

martedì 15 marzo 2011

Live Report: Verdena @ Latte+, Brescia, 12/03/2011


Se tutto ciò si potesse riassumere in una parola, non sarebbe diverso da Delusione.
Forse troppa l'attesa, troppa l'aspettativa, forse troppo geniale l'ultimo album, troppi gli anni senza un live, troppi i ricordi, le emozioni, i momenti che avevano come sottofondo le loro note, le loro parole. E ancora è forse troppo attendere tutta settimana, lavorare, vivere, aspettare il sabato per assistere ad un loro concerto, il primo dopo lunghi anni d'astinenza. È come rivedere una vecchia amante che non vedi da anni, bramarla, desiderarla e finalmente averla. Per poi accorgersi che tutto è diverso, che tutto è cambiato. E poi ti ritrovi “...solo, qui, alle quattro del mattino, l'angoscia e un po' di vino e voglia di bestemmiare.” Con questa citazione semi colta, reprimo ogni commento, o forse lo rimando, ed inizio la cronaca di quel che è stato.


Mi appropinquo al locale ad un orario improponibile, addirittura presto per l'aperitivo, con la certezza di conquistarmi la prima fila. Vedo la ressa al di fuori, il che mi fa già agitare. “Stai tranquillo” mi dico. Ed infatti...già accatastati nelle immediate vicinanze del palco, una serie di giovanotti a cavallo della maggiore età, occupava i posti che mi ero già convinto di avere per diritto (quanto meno come premio fedeltà). Pianto radici, temendo di giocarmi la posizione duramente guadagnata. Dopo circa due ore di attesa, entrano i componenti del gruppo spalla: i Torquemada. Niente affatto male, ma lo scarso interesse è dato dall'attesa per il dopo. L'attesa è molta, palpabile, urla e fischi chiedono l'ingresso dei tre (anzi quattro). Luca con pantaloncino poco più lungo di un paio di boxer, Roberta rossa fiammate e Alberto, accompagnati da un quarto, Omid Jazi dice Wiki, di cui fino ad allora ignoravo l'esistenza. Alberto si siede alle tastiere intonando dei versetti senza senso, seguito da Roberta con il giro di basso di Adoratorio. É un'espolsione! Tutta l'attesa è valsa a qualcosa, e non credo di essere l'unico con questo pensiero. Poi Scegli me, e mi sento quasi commosso, essendo una delle canzoni che non avrebbero potuto mancare, nella mia personale lista. I quattro, vistosamente emozionati, dopo i consueti ringraziamenti, riprendono con Per sbaglio, subito seguita dall'intro beatlesiana distorta di Rossella roll over. È un tripudio, spinte da destra, da sinistra, da dietro, mi sento in balia di un mare di persone che non immaginavo si potessero stipare in un locale. Fatico a reggermi sui miei piedi, equilibrio precario che inizia ad infastidirmi. Stupito dal ripescaggio che sa tanto di “facciamo un pezzo che non ha mai cagato nessuno” inizia Il tramonto degli stupidi, presente sul lato D del 12” di Solo un grande sasso. Un'abitudine dei Verdena (e non solo loro) proporre pezzi solitamente fra i meno conosciuti, alternati ad altri di immediato impatto, com'è la successiva: Non perdere l'acme, Eugenio. Ormai al ventesimo o forse più concerto a cui assisto dal lontano 1998, mi sembra di conoscerli come dei cugini alla lontana. A questo punto Alberto ruba il Gibson EB-3 di Roberta, la quale passa al sinth, ed introduce Badea Blues; ma dura poco ed il LA se ne va, tanta è l'irruenza scagliata contro il povero basso, subito sostituito con il classico Rickenbacker. La reazione a questo pezzo? Totale delirio, il che mi fa anche intimorire dalla violenza con cui vengo scagliato a desta e a manca senza senso e controllo alcuno. Riprendo un attimo fiato e conoscenza chiedendomi “dove cazzo sono finito” sentendo le rassicuranti note di Nuova luce. Ma dura poco e con Lui gareggia rimpiango di non essermi defilato appena c'era stata la possibilità. Mi chiedo, e mi convinco, che sono io ormai troppo vecchio per concedermi il lusso del pogo, senza riportarne danni a livello lombare, che immagino perdureranno per tutta la domenica. Ma non c'è tempo per pensare in quanto lo sballottamento continua se possibile ancor più violento con Caños e poi ancora con Spaceman, e poi ancora con Muori delay. Il mio zen è rotto, come buona parte delle mie articolazioni e lo sdoppiamento di personalità inizia a lambire il mio cervello. Mi chiedo che cazzo di senso abbia continuare a spingersi, saltare addosso all'immediato vicino (che condivide con te i 30 cm² gentilmente concessi), con inaudita violenza soltanto per poter dire io c'ero, io ho pogato al concerto dei Verdena. Se devi sfogarti fallo nel modo che ritieni più opportuno, non so datti al Kick boxe o una partitella di rugby con gli amici, ma non rompere i coglioni altrui. Prima di essere etichettato come un pensionato untore (il che probabilmente è vero), vorrei precisare la totale sregolatezza del pogo contemporaneo, più visto come atto di violenza che come condivisione, ben distante da quelli della mia fanciullezza.



Sono calmo, sono calmo, Jekyll ritorna in me, seguito o meglio anticipato dalla chitarra acustica di Alberto, che fa tanto spiaggia, estate, Castelli per aria. E poi fermo immobile, inizia Canzone ostinata ed anch'io, come il nostro cantore, mi chiedo se tornerà la clorofilla. Con questo dubbio, un po' di magone e la calma ritrovata, parte Razzi arpia inferno e fiamme, primo singolo estratto da Wow che personalmente è quella che meno preferisco dell'ultimo magnifico regalo del il trio bergamasco. Come un battito, esaltato dalle note di basso, parte Miglioramento, e l'ultimo impeto da comunista deluso si fa avanti, che è poi l'ennesima constatazione della lenta quanto inesorabile avanzata del tempo, non solo per le ideologie, ma anche per i Verdena. Che cosa significa tutto ciò? Che tutto è cambiato? Che tutto è diverso? Che quelli che li seguivano al tempo di Verdena o di Solo un grande sasso, ormai sono sposati con figli, mentre i ragazzini che ora affollano i loro concerti, al tempo giocavano con i Pokémon?
Forse non bisogna ascoltare la propria mente a favore della musica. Ma c'è qualcosa anche in loro, che dopo un'ora e mezza di concerto inizia a palesarsi. Qualcosa di impalpabile che non so spiegarmi nemmeno col senno di poi.
Riprendendo la cronistoria del concerto, è l'ora dell'introduzione di Le scarpe volanti. Le prime note della successiva canzone (Ovunque) mi riportano al passato, alle scritte sugli zaini: è buio ormai, non mi frega se piangi o no... Solo un insieme di emozioni, soltanto il rimpianto del tempo che fu, può portare sulla pelle e mi rimane impressa la frase: che male fa rivedermi in me. È un caso?
È chiaro che ci si avvicina al finale, con pezzi movimentati in rapida sequenza, infatti ciò che segue è a mio avviso il singolo mancato. Loniterp che live devo ammettere acquisisca ancora più energia. Poi Isacco nucleare, seguito da una chiusura che ti verrebbe voglia di abbracciarti con l'immediato vicino: Morbida.
I quattro escono ed inizia il solito balletto tra fischi e “fuoriii” che non devono insistere per molto. Il rientro è segnato da Sorriso in spiaggia pt. I e II, seguita da Il gulliver che suscita in me lo stesso sentimento di malinconia di Ovunque comprensivo del rimpianto per le canzoni di 12 minuti.
È veramente la fine (del concerto) suggellata dalle triste ritmo di Lei disse (un modo del tutto differente). Altro caso?


La sensazione finale? Delusione. Delusione dalla fredda e quasi asettica esecuzione, assolutamente perfetta, ma non è quello a cui ero abituato e di cui avevo bisogno. Raccolgo ciò che di me si era sparso sul pavimento e me ne vado, con in testa una grande confusione. Perché non si può giudicare male un concerto che effettivamente non ha molto da criticare, e l'unico rancore è ciò che non mi ha dato.
Finalmente liberato da quel senso di occlusione (soprattutto fisica) che porta lo stipamento di un numero esoso di persone in un luogo che effettivamente potrebbe contenerne molte meno. Ma si sa la logica del 10€ in più, tanto chissenefrega è sempre quella che trionfa...



Foto Album

mr_n

Old-media Soundtrack - Colonna Sonora Per Documentari Aleatori - 2009

Sperimentazione oltre ogni limite, dal loop della sigla del tg al remix dello statico della tivù. Una sorta di concept album per rivoltarsi agli old media che puntano solo alla lobotomizzazione della razza umana firmato ist23on e ax-e2mr. Pure sigle che nascondo nomi e cognomi ma che suonano per il network Net.Futurista. Nel suo manifesto il network si propone di rinnovare totalmente l'attuale sistema statico di scuola, arte e informazione. Un progetto ambizioso e meritevole. Ascoltando il disco con la tivù senza volume le immagini che si possono osservare facendo zapping appariranno sinistre, subdole e ossessive come quelle di un documentario sugli orrori di guerra.


Old-media Soundtrack
Colonna Sonora Per Documentari Aleatori
2009

Tracklist:
1. Stress Da Inebetimento Quotidiano bisogno Immediato Di Media mediocrità
2. Trattamento Informativo Obbligatorio
3. Primi Segni Di Squilibrio E Affanno
4. Telecomando E Morfina
5. Ritorno Allo Stadio Larvale
6. Ambizioni Indotte Da Successo Qualunquista
7. Aaaaalienato Regredito Perso
8. Cortocircuito-Saturazione Del Presentista

Manifesto Net.FuturistaMyspaceDownload

Controluce - Nell'Oscurità [Video]



Da Aprile

lunedì 14 marzo 2011

Brioscine appena sfornate: Good Morning Finch

Carissimi fringuelli parlateci un po' di voi, da dove venite? Cosa fate nella vita?
Siamo di Agrigento, città da qualcuno, in passato, definita “la più bella dei mortali”!
Siamo studenti universitari (lingue, dams) ed ovviamente grandi amanti della musica. Abbiamo deciso di suonare insieme in questo progetto per coltivare la nostra passione per questo genere musicale, non certo una novità nel nostro territorio ma ovviamente gli stiamo dando un impronta tutta nostra, e ci mette alla prova come artisti in quanto veniamo da altre band totalmente diverse.

Nel Meridione vi sono diverse realtà che stanno prendendo piede, come Brunori SAS, Dimartino e anche la scena post-rock strumentale vede gruppi importanti come La Biblioteca Deserta e gli Eimog. Com'è la situazione musicale ad Agrigento e nel Sud più in generale?
Si c’è un grande fermento di produzione di musica inedita, anche nella zona di Agrigento dove però non c’è un gran riscontro con un pubblico a nostro avviso molto poco curioso. Gli Eimog fanno parte della nostra “libreria musicale” da sempre, siamo concittadini e li ammiriamo molto, fanno parte delle nostre influenze maggiori.

Avete modo di girare o rischiate di suonare sempre negli stessi luoghi? In quanti locali avete suonato in questo primo anno di attività?
Abbiamo fatto qualche apparizione nell’entroterra siciliano in svariate occasioni, ma ci siamo più concentrati sulla stesura dei pezzi e sulla registrazione, non tutti i locali danno spazio alla musica inedita e l’unica soluzione è uscire dalla provincia o superare i confini regionali, la nostra demo è stata comunque apprezzata e pubblicata da siti specializzati nel genere in Polonia,Germania, Giappone, Romania e Stati Uniti.

















Domanda poco politically correct: Scaricate musica? In ogni caso che musica ascoltate? E quali sono gli ultimi album su cui avete messo le mani?
Ovviamente, causa principale i prezzi troppo elevati per avere un album concreto da conservare anche se la magia del cd, cercarlo nei negozi, la copertina sul fronte, magari con immagini inedite o anche solo il fatto di possederlo in una collezione… Non ha prezzo!
Personalmente (john) colleziono album e di soldi nel corso degli anni ne ho fatti andare.
John : Fra gli ultimi album su cui ho messo le mani fra il 2010 ed ora non posso fare a meno di ascoltare”Go” l’album solista di Jònsi dei Sigur Ròs , “Reistu Thig Vid, Solin Er Komin A Loft” dei For A Minor Reflection, “Tree roots” dei Parachutes, “Tourist History” dei Two Doors Cinema Club , “The Con” di Tegan & Sara , “Suburs” degli Arcade fire ,“Love” degli AvA , l’omonimo di Fever Ray e “Finally we are no one” dei Mùm. Diciamo che mi attira moltissimo la scuola islandese.
Roberto : Tendo ad ascoltare più i pezzi singoli che album interi ma ultimamente mi è capitato di ascoltare a ruota sul mio computer “Under the Pipal Tree” dei Mono, “Final Straw” Snow Patrol, qualcosa dei Mineral e Slowdive.
Gloria : in questi ultimi tempi ho spesso in rotazione l’omonimo dei God Is An Astronaut, "Medulla" di Bjork e “Go” di Jònsi, c’è un bellissimo studio di batteria e percussioni in quell’album!

La vostra musica è davvero evocativa e sognante. Ci sono gruppi - italiani o stranieri - che vi hanno particolarmente condizionato nell'arrangiamento dei brani?
Oltre lo shoegaze, il post rock strumentale e non, che adoriamo, ascoltiamo tutta la musica, come musicisti veniamo da generi totalmente differenti che continuiamo a seguire, soprattutto la scena alternative della seconda ondata negli anni 90 , ci cibiamo anche di musica classica,elettronica e sperimentale. Siamo stati sicuramente influenzati da artisti della stessa scena ma eterogenei fra loro come i This will destroy you, ovviamente Sigur ròs ed Explosions in The Sky, i Parachutes, gli Immanu-el, i Caspian, i 65daysofstatic, i concittadini Eimog e qualche venatura di grunge che viene dal passato.

Il vostro EP è in libero download sotto questa intervista, che ruolo pensate possa avere la musica gratuita su internet e come immaginate che un blog come il nostro possa aiutarvi?
Sicuramente internet è il futuro, è davvero difficile farsi conoscere solamente con i propri cd ai concerti, il connubio internet-musica libera come quella proposta da Creative Commons di cui facciamo parte è veramente un’ottima soluzione, i blog come i vostri sono una fonte inesauribile per la ricerca di nuova musica, quindi grazie di essere qui!

E come ultima cosa: fin dove voleranno i fringuelli nel prossimo futuro?
Nell’imminente futuro continuiamo con la registrazione (torniamo in studio full immersion questa settimana) del nostro primo album che credevamo di finire prima ma ci siamo un po’ “dilungati”. Abbiamo scritto, modificato, provato e riprovato roba nuova che adoriamo letteralmente e che non abbiamo mai avuto ancora modo di suonare dal vivo , abbiamo aggiunto altri strumenti e delle voci qua e la, e poi non vediamo l’ora di riproporci in giro e fuori dalla Sicilia.

Grazie mille. Qui sotto troverete il loro demo in free download.

Good Morning Finch - 40 Years Ago (Demo) - 2010










































Good Morning Finch

40 years ago (demo fall 2010)

(Autoprodotto)


Tracklist:


1. 40 years ago

2. The death of Juliet

3. Smell of rain

FacebookDownload

domenica 13 marzo 2011

Nasov - Nasov - 2011

Nuova produzione Fallodischi, trattasti stavolta di italiani espatriati in quel di Londra a fare musica ganzissima. Un sound cupo e ritmico, testi che "costatano" un'infinità di volte che le cipolle li fanno piangere, che ti soffiano il naso o che hanno paura delle volpi. Il che accentua fortemente il dedalo di suoni in cui, con estremo piacere, continuo a perdermi.






















Nasov
Nasov
2011
Fallo Dischi

Tracklist:
1. I Blow Your Nose
2. I Am Afraid of Foxes
3. Onions Make My Cry
4. Someone Else's Dog
5. I Am Pretty (and I Don't Want to Die)



Sito UfficialeFBDownload

Abiku - Canzone Stilnovista [Video]



Da Lontana Da Qui EP

sabato 12 marzo 2011

Tomme - Giorno in cui - 2008

Tommaso Rosati, alias Tomme, suona tutto quello che gli capita sotto tiro; da Prato city arriva un'elettronica candida e avvolgente che ci accompagna in tutta una giornata, da quando ci svegliamo a quando ricadiamo nelle braccia di Morfeus, sì quello di Matrix. Giorno in cui propone una serie di istanti, consequenziali o meno non importa, ricordi che si susseguono in ogni ora del giorno. Forme, nuvole e pioggia. Una lettera, una nota, un viaggio. Un disco bellissimo. Come se i Jaga Jazzist avessero preso mezzo Lexotan, ma nel senso buono. Enjoy!























Tomme
Giorno in cui
2008

Tracklist:
1. ngiorno_pt1_08e00 (la prima immagine)
2. ngiorno_pt2_08e01 (microsogni)
3. ngiorno_pt3_08e20 (nutrimento)
4. 9e02 (a gruppi irregolari)
5. 10e19 (Ode alla c)
6. 17e15 (ci sono certi accordi in cui ti amo)
7. 19e25 (H2O)
8. 20e30 (vento caldo)
9. l'attimo prima delle 23e59

Sito UfficialeMyspaceDownload

Iori's Eyes - Matter of Time [Video]

A voi la versione che preferite...






Da Matter of Time EP

venerdì 11 marzo 2011

Babalot - Non Sei Più - 2011

Finalmente è tornato! Dopo sei anni Babalot esce con il suo nuovo, nuovissimo disco, pubblicato in download gratuito da Aiuola Dischi. Mezz'ora di musica in otto tracce trasudanti il pop delirante che è la sua firma, con l'aggiunta di una vena un poco malinconica che emerge in alcune tracce. Chi l'amava già non si porrà troppe domande, per chi non lo conosceva... Shame on you!























Babalot
Non Sei Più
2011
Aiuola Dischi

Tracklist:
1. Paperino
2. Bruciare
3. Andiamo a mare
4. Bisestile
5. Dante
6. Gattonero
7. Fioriblu
8. Maggio

FBDownload

Antigone - H.H [Video]

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