lunedì 21 marzo 2011

Brioscine appena sfornate: Andrea Carboni





Carissimo Andrea, oltre nome e cognome cos'altro ci puoi dire di te? Oltre a suonare in giro per l'Italia cosa fai nella vita?

E’ una mia naturale tendenza ma in questo ultimo periodo in modo particolare mi sono dilettato nell’arte di sovraccaricarmi di impegni..del rimandare le piccole cose..e dello stringere le pareti intorno a me.. Non potendo ovviamente campare di musica sfrutto i miei studi per la sopravvivenza. Ho una laurea specialistica in informatica e faccio il programmatore, per il momento a Pisa, poi si vedrà. Ho un’idea parigina che mi balena per la testa da tempo ormai..forse rimarrà solo un’idea..forse no... L’equilibrio sta nel trovare un modo creativo di conciliare lavoro e musica..ci sto lavorando su.


Dopo una parentesi svizzera sei tornato in Italia, come hai trovato (o meglio ritrovato) la musica nella tua regione d'origine? Hai contatti con altri gruppi che gravitano nel pisano o in Toscana? Trovi molte differenze con il periodo nei cantoni?

Non è tanto il vivere in un determinato posto piuttosto che in un altro, almeno per me..è più il quanto quello che ti circonda è propenso a dare ed accogliere quello che tu hai da dare.
Ho vissuto la svizzera in due momenti profondamente diversi, l’infanzia di quando ero bambino e poi venti anni dopo. Sebbene siano stati due momenti tanto lontani e tanto diversi li lega il fatto di essere stato sì “straniero in terra straniera”, ma comunque parte di un insieme “forte”. Ginvera è un crocevia di etnie dove gli svizzeri rappresentano un po’ un’elite..penso sia tendenza comune, quando si vive in una condizione di questo tipo, quella di cercare di dirigere le proprie energie verso gli altri..in una città dalla cultura radicata credo che questo sia più difficle.
In questo senso a Ginevra non ho mai dovuto dire chi fossi o preoccuparmi di piacere o meno come persona o come musicista, in Italia, soprattutto quando le cose ancora stavano prendendo forma era frequente imbattersi in luoghi comuni e pregiudizi.
Il mio ritorno a casa qualche anno fa è quindi stato un po’ un esordio..da un punto di vista musicale ero una persona nuova, messa da parte l’idea dell’avere una band, ho iniziato a suonare da solo la musica che era veramente mia..e piano piano sono arrivato qui..con tanta tanta strada ancora da fare.


Canti sia in italiano che in francese, immagino retaggio del tuo passato ginevrino. Vi sono alcune band nostrane che hanno intrapreso questo percorso o che puntano al mercato d'oltralpe (Naif Herin, Ulan Bator, The Marigold). Come ti trovi ad interpretare testi in un'altra lingua?

Interpretare..termine decisamente corretto. Il testo del brano “Des Larmes Et Leurs Cendres” non è altro che un mio riadattamento di una poesia/pensiero di una cara amica francese, Melò. Adoro cantare in francese, ma non potrei mai, almeno per adesso, pensare di poter scrivere un testo in una lingua della quale so di non avere completa padronanza, in termini prettamente poetici e comunicativi. Il francese, come l’italiano, permette tantissime varianti che corrispondono ad altrettante sfumature di un concetto, sarebbe un delitto usarne una per un’altra..o trascurane altre ancora.
Però un disco in francese lo vorrei fare, magari piano e voce.






Scarichi/compri musica italiana dell'ultima decade? Chi secondo secondo te i più validi artisti in questo momento del panorama indipendente? Quali sono gli ultimi tre dischi che hai comprato?

Partendo dall’ultima domanda rispondo elencando (e volendo esibendo le ricevute di acquisto):
Radiohead – The king of limbs
The coolbreezers – What makes us different
Verdena – Wow
alla seconda non è mica facile rispondere o almeno non penso di essere la persona più indicata..alla fine io sono uno che ascolta ossessivamente le stesse cose quindi non posso esibirmi in un elenco di nomi di band/solisti dai nomi più o meno improbabili e dallo smisurato talento. Ho bei ricordi live di: Alessandro Grazian, Alessandro Fiori (con gli Amore, che però non esistono più), Samuel Katarro, Beatrice Antolini, Baby Blue, Brunori S.A.S., Dente.


Sei un artista che punta molto sulle emozioni, ascoltando il tuo primo album "La terapia dei sogni" si può intuire una cura per gli arrangiamenti oltre che testi mai banali, come nel singolo "L'ecosistema"; quali artisti italiani o internazionali ti hanno condizionato per giungere al compimento di questo lavoro?
Come nella vita anche nella musica tendo a percepire i piccoli dettagli, li sento crescere, come amplificati, e sono loro a scatenare poi la mia emotività..e per altri versi le mie paure. Ci sono gli artisti, ci sono le canzoni, c’è la musica, c’è la politica, c’è l’indie, c’è il mainstream... Per me ci sono solo le emozioni..indipendentemente da dove arrivino.. Suono la chitarra grazie a “don’t look back in anger”, gli Oasis, anche se abbandonati presto, sono stati una band importante per me. Tre le band che mi hanno un po’ “disegnato”: the cure..dire straits..radiohead..mentre fra i cantautori italiani..de gregori. Se devo ricordarmi di getto delle band/artisti che sono stati in grado di farmi fare replay di più di un pezzo più di quindici volte di fila mi vengono in mente loro.


Il tuo album è in streaming integrale qui sotto, che ruolo pensi possano avere music blog come questo o in generale internet per un artista emergente quale sei tu?
Siete i primi ad ospitare uno streaming integrale del mio disco e per me vuol dire molto, sia perchè fa piacere che dopo più di un anno dall’uscita ancora ci sia voglia di scoprire la mia musica, sia perchè penso che per un emergente sia fondamentale raggiungere il maggior numero di persone, soprattutto se attraverso un canale specializzato quale siete voi. E’ difficile mirare bene, centrare il contesto dove qualcosa può funzionare e qualcosa no, penso che valga sia per i live che per il web. Ritengo che oggi la situazione di internet e musica sia regredita rispetto ad anni fa: i tempi di myspace e dei “thanks for the add/request” sono finiti (aggiungerei..purtroppo), facebook racconta “la vie des autres” ed è un grande aggregatore, ma è decisamente orientato all’individuo più che al musicista. Trovo molto interessanti piattaforme come SoundCloud, dove la qualità dell’audio non ha vincoli che ha altrove ma che purtoppo, almeno qui da noi, non viene sfruttata nelle sue funzionalità più interessanti e in generale fatica a prendere piede.


Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Dall’uscita de “La terapia dei sogni” (febbraio 2010) ad oggi ho suonato tanto, più di quaranta date e senza avere un’agenzia alle spalle. E’ stato un lavoro duro ma che mi ha dato tante soddisfazioni, mi ha aiutato a capire alcune cose sulla mia musica e su come il pubblico la percepisce che sicuramente mi aiuteranno quando tornerò in studio. Durante le prossime settimane registrerò alcuni video live acustici e così si chiuderà il ciclo de “La terapia dei sogni”.
Dopodiché mi fermerò un po’..cercherò di spingere queste pareti intorno a me più lontano che posso, per poi sedermi da solo il tempo che ci vorrà per chiudere l’anima del nuovo disco.


Grazie 1000! E per voi qui sotto il suo album in streaming, buon ascolto!

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