Chi è Caso? Cosa fa nella vita quando non suona?
Caso nella vita reale è Andrea Casali, guarnisce cappuccini e spilla birre in un bar della “Bergamo di sopra”, abita nella “Bergamo di sotto”, e vive “a metà”. Questo vuol dire: usare la bicicletta per due stagioni all'anno; avere una macchina ma lasciarla volentieri con le ruote sgonfie al parcheggio; sbagliare spesso il tempo di cottura delle orecchiette alle cime di rapa; e ora rispondere in terza persona ad una domanda, ah!
Com’è la vita musicale a Bergamo? Si riesce a suonare e a vedere concerti interessanti restando in città, o ci si deve muovere verso Milano?
E' chiaro che a Milano passano le cose più grosse, gli eventi di maggiore visibilità, ma io ho sempre preferito i concerti più piccini e direi che ultimamente qui non si sta male. Sia in città che in provincia sono nate realtà che puntano sulla musica: penso a Neverland a Solza o al Maite e all'Edonè in centro città, giusto per fare qualche nome. Chi si lamenta di solito è chi non ha mai provato a smuovere le acque organizzando concerti o chiedendo lo spazio per farlo. Io con un po' di amici l'ho fatto anni fa, sia al centro sociale Pacì Paciana che in luoghi improvvisati (penso ai Ghost Mice da Bloomington che suonarono in una stanza 5 x 5) e posso dire che oggi qualche alternativa in più esiste.
Il tuo primo album era autoprodotto. Necessità o scelta? E per quest’ultimo come ti sei mosso?
Mesi fa ho messo in download dal mio blog (fuoritono.wordpress.com) due tracce che avrebbero preso parte al disco e alcune etichette (Fumaio, In Limine, Que Suerte, Klasproduction) hanno risposto alla chiamata. Ho dovuto persino rifiutare le proposte di amici, conoscenti e anche sconosciuti disposti ad aiutarmi con le loro tasche; non avrei saputo come ripagarli. A dire il vero anche in Dieci Tracce ero stato aiutato da Fumaio per la registrazione e da Red Cars Go Faster per la stampa del vinile+dvd. Diciamo che ho avuto fortuna.
Che rapporto hai con internet? Cosa ne pensi del temutissimo download illegale?
In generale credo che internet sia uno strumento comodo e pericoloso: fornisce le informazioni, non la conoscenza, e per la musica digitale vale lo stesso. Seguo il principio di un disco alla settimana, ma che soddisfi quello che cerco e non perdo tempo a riempire hard-disk di band che mai ascolterò. Dovrebbe essere una questione di onesta curiosità, non brama di possesso. Intimamente spero sempre che anche chi scarica i miei dischi sia spinto dallo stesso spirito. Certo è che consegnare o ricevere tra le mani un disco ha per me ancora un altro valore.
Cosa c’è nello stereo di Caso ora (pretendiamo onestà, se hai su lo split Tatangelo/Marini/D’Alessio vogliamo saperlo)?
In questo momento sul piatto gira Songs: Ohia, ma quando devo scrivere o concentrarmi di solito uso gli American Football. In bicicletta ieri avevo Boxer dei The National, ma per le salite più ripide nell'ultimo mese scelgo spesso il disco solista di Tom Gabel. In macchina da una settimana ho il nuovo disco dei Labile che sono amici di Bergamo e fanno quel punk in stile Kina a cui sono tanto affezionato.
Progetti futuri? Mega-tour del mondo?
Mah, per i prossimi mesi mi accontenterei di suonare in città in cui non sono mai stato, stringere mani sconosciute, scambiare dischi. E' questo il mio mondo.