Il 7 Giugno è uscito il secondo disco delle Dieciunitàsonanti, Dove; abbiamo fatto loro qualche domanda e approfittato per farci mettere a disposizione tre brani in streaming. Buona lettura e buon ascolto!
Ciao ragazzi, bentrovati! Iniziamo dall’attualità: Dove è il vostro secondo disco, che arriva a quasi 3 anni di distanza da “Manuale d’ascesa e caduta” (anche se la vostra storia è iniziata anni prima); ci raccontate cos’è successo alle Dieciunitàsonanti in questo periodo?
Di tutto e di più. Per cominciare, c’è stato un’avvicendamento dietro la batteria: dopo anni di onorata militanza Raffale Violante ha deciso di lasciare il gruppo, più o meno nel mezzo della preproduzione. La nostra fortuna è stata che Cristiano Spadoni ha risposto subito con entusiasmo alla nostra “chiamata”, il suo suono si è rivelato decisivo per tutto il disco. Per il resto rispetto al disco precedente abbiamo cercato di sperimentare un po’ di più rispetto al passato, sia in fase di scrittura che di arrangiamento. In questo disco ci sono archi, fiati, in generale una varietà timbrica maggiore rispetto al passato. Rispetto ai testi abbiamo invece cercato di essere più diretti, per quanto preferiamo sempre qualcosa di suggerito piuttosto che esplicito.
Dal punto di vista musicale, quello che proponete è un piacevole pop-rock, in cui la voce ha il meritato spazio (anche per i testi, mai banali) ma non prende il sopravvento e non si “trascina” dietro gli strumenti neanche in alcuni degli episodi più delicati (penso a “Dove”, “Come fine” e la bellissima coda di “…E non andare più via”), come troppo spesso accade nel pop nostrano. Come spieghereste ad un ascoltatore il lavoro di composizione alla base di questi brani? Vi sembra di aver trovato un equilibrio, un vostro stile?
Fondamentalmente siamo grandi appassionati della forma canzone, in tutte le sue sfaccettature. Una forma con cui naturalmente ci piace giocare molto, cercando l’equilibrio tra l’immediatezza e soluzioni più inedite e in un certo senso più appaganti per chi ascolta e per noi che suoniamo. In fondo in fase di scrittura c’è sempre questo desiderio di affascinare e stupire chi ti ascolta.
Il disco è stato prodotto da Luca Novelli dei Mokadelic, ma un importante contributo l’ha fornito anche Paolo Benvegnù. Vi confrontate volentieri con altri musicisti nel momento della produzione? E quali sono i vostri punti di riferimento, le persone e le carriere che guardate come esempi?
Siamo sempre stati musicisti curiosi e lavorare con persone che stimiamo dal punto di vista umano e artistico ci ha sempre incuriosito e divertito. Con Luca sono anni che ci conoscevamo e che tacitamente desideravamo di collaborare, mentre nel caso di Paolo è stato un onore e un piacere grandissimo lavorare insieme a lui, se pensi che siamo stati voraci ascoltatori degli Scisma della primissima ora. Nel bene e nel male siamo 4 persone con ascolti molto vari e in alcuni casi anche molto distanti, quindi è un po’ difficile scegliere 2-3 artisti da citare ad esempio senza essere troppo generici. Diciamo che “Codes and Keys” dei Death cab for cutie è stato un ascolto importante nella primissima fase della lavorazione di “Dove”, ma anche su questo potremmo non essere d’accordo tutti e quattro!
Più in generale: nel 2011 siete stati ospiti della rassegna Generazione X all’Auditorium di Roma, la vostra città, con Samuele Bersani come padrino; a parte queste iniziative, vi sembra ci sia sufficiente attenzione per la musica indipendente nei luoghi (anche in senso metaforico) “istituzionali”?
Il paradosso è che a volte la musica indipendente trova un’attenzione maggiore e migliore proprio nei luoghi istituzionali piuttosto che nell’underground, parlando in termini di rispetto per l’artista e – soprattutto – per il pubblico. Ad ogni modo la parola “indipendente” ha ormai un’accezione talmente grande che si rischia di perdercisi dentro. Crediamo che il tema piuttosto sia quello della qualità, certamente in termini di proposta artistica ma anche degli spazi dove questa può trovare espressione. Per i cosiddetti “indipendenti”, come per gli artisti in genere, quello che conta è avere spazi dignitosi dove esprimersi. Che siano istituzionali o meno alla fine conta poco.
Un’ultima domanda, questa volta a favore dei lettori e dei vostri fan: avete già qualche data per l’estate? Dove potremo venire a vedervi suonare?
Al momento c’è una data in programma a Roma il prossimo 11 Luglio ma il calendario è in evoluzione. Consigliamo a tutti di dare un’occhiata a
diuesse.it, che aggiorniamo in tempo reale.
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