In questi anni, in cui chiunque può registrare un cd e vendersi come artista di se stesso, capita sempre più raramente di stupirsi. Lo stupore, sì. Quello stupore che ti fa rimanere in bilico per un istante, timidamente incredulo, è roba d' altri tempi, di quando ancora si credeva a Babbo Natale, e le pubblicità duravano meno dei film in tv. E poi, per caso, ti imbatti in una voce che ti entra dentro, ti si incolla addosso, dentro fin nelle vene, fin nel profondo. Una voce ruvida, dolcemente sgraziata, che porta in sè il grande pregio di farsi portavoce di antichi ricordi, che affiorano, ad uno ad uno, succhiati via dal tuo sangue. Marie Antoinette, al secolo Letizia Cesarini, classe 1987, Wants to suck your young blood, appunto. Come nella miglior definizione di sublime, Marie Antoinette è un covo di contrasti, un groviglio inestricabile di sensazioni che cozzano una contro l'altra, a cui fa da sfondo una vena punk alla riot girl declinata in chiave moderna: solo voce e chitarra, niente rumore di fondo, perchè Marie Antoinette canta i rumori dell'Io interiore, che sanno essere ben più assordanti di un giro di accordi. Depurata dai clichè anni 90 della scena grunge, Marie Antoinette cavalca l'onda fortunosa della migliore Courtney Love, parzialmente velata da atmosfere crepuscolari ed intimiste alla Nina Nastasia, impreziosita da richiami espliciti alla poesia disperata di Sylvia Plath. Canta tutta la rabbia che ha dentro, in una sorta di confessione compulsiva che non può lasciare indifferenti. In tempi poveri di contenuti, la nostra Giovanna D'arco della scena indipendente combatte la sua personale battaglia, trascinandoti dentro con lei, ad impugnare le spade immaginarie della sua oscura crociata. Si arrampica su note contorte, mentre i suoi versi sembrano graffiare l'aria, e poi, quando pensi di non farcela più, proprio un attimo prima, si addolcisce, di una dolcezza mai sentita, infinita.
Rude, irregolare, aspra come come uno schiaffo in pieno volto, e poi improvvisamente leggera, si fa agile, esile, femminile. Urla e sussurra, Marie Antoinette, e ti tiene lì, legato al filo immaginario della sua voce che ti chiede, ti implora e ti grida di ascoltarla. Canta con tutto il fiato che ha in gola,canta quei ricordi sopiti che affiorano come sferzate. E la ascolti. E la riascolti. E ascolti ancora. E allo stupore si sostituisce la meraviglia: questo è un disco da ascoltare cento, mille volte, e non stancarsi mai. (17/01/2011)
Marie Antoinette
Wants to suck your young blood
2010
Tracklist:
1. Clean
2. Joan of Arc
3. One
4. Daughter
5. Sylvia Plath
6. I want to be thin
7. Pills
8. I am not clever
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Rude, irregolare, aspra come come uno schiaffo in pieno volto, e poi improvvisamente leggera, si fa agile, esile, femminile. Urla e sussurra, Marie Antoinette, e ti tiene lì, legato al filo immaginario della sua voce che ti chiede, ti implora e ti grida di ascoltarla. Canta con tutto il fiato che ha in gola,canta quei ricordi sopiti che affiorano come sferzate. E la ascolti. E la riascolti. E ascolti ancora. E allo stupore si sostituisce la meraviglia: questo è un disco da ascoltare cento, mille volte, e non stancarsi mai. (17/01/2011)
Marie Antoinette
Wants to suck your young blood
2010
Tracklist:
1. Clean
2. Joan of Arc
3. One
4. Daughter
5. Sylvia Plath
6. I want to be thin
7. Pills
8. I am not clever
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1 commento:
davvero molto interessante!
direi che da me può anche farsi succhiare il sangue :)
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