Già dalla copertina si può intravedere il fascino sciamanico di Andrea Venezia, al primo ascolto poi, ecco apparire un passato blues, punk e wave, perfettamente amalgamati, in un misto di sacro e profano, lugubre e dannato. L’armonica accompagna una voce roca che in più di un occasione non potrà non ricordare Capossela, i ritmi ossessivi e tribali fanno il resto, basta ascoltare l’intro della bellissima il pozzo per riportare alle mente i Suicide di Ghost Rider.
Nonostante il nome del gruppo possa far pensare alla decadenza della laguna, i VeneziA vengono in realtà da una Sicilia di cui si sente tutta la potente carnalità. Sono un trio composto, oltre che da Andrea Venezia, voce e armonica, da Donato Di Trapani alla sezione elettronica, timpani e sonagli, e Roberto Conigliaro alla batteria. La culla ha il fascino perverso di un dopo sbronza, con inquadrature dove tutto continua ad essere distorto, primi piani sudati, sguardi impauriti. Lo stesso pezzo che dà il titolo all’album è una cantilena a metà tra il rito bacchico e la celebrazione funebre. Un disco talmente pieno di riferimenti che finisce per essere fuori dal tempo, e che, nel bene o nel male, non vi lascerà insensibili.
VeneziA
La Culla
2012
800a Records
Tracklist:
1. Troppo tardi
2. La culla
3. Il pozzo
4. Whiskey Harp (parte 1)
5. Whiskey Harp (parte 2)
6. Dolce è la sera
7. Oramai
8. Cicli
9. Mondo di consumi
10. Cenere e fumo
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1 commento:
una spanna sopra
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