A una manciata di giorni dall'uscita ufficiale dell'ultimo album dei Devocka La morte del sole, sorseggiamo un ricco cappuccino in compagnia di Francesco Strino e Daniela Nativio, laboriosissime api operaie della Minollo Records. Di quest'ultima, Francesco è demiurgo-fondatore, sostenuto e coadiuvato da Daniela all'ufficio stampa. Scopriamo direttamente dalle loro voci cosa sta alle spalle delle interessanti produzioni della giovane label abruzzese.
''I Dischi del Minollo'' è un nome curiosissimo per un'etichetta discografica... Ci spiegate cos'è questo misterioso Minollo, se esiste veramente, cosa mangia? E che tipo di dischi suonano nel suo stereo? Sono dischi veri e propri, o in senso lato? Si sono ''piegati'' al formato liquido o credono ancora nel supporto fisico?
Francesco: il Minollo è un mio personale omaggio a Massimo Troisi, un’artista molto importante per me che sono un napoletano “DOC”… Il minollo era il personaggio di uno sketch della Smorfia, un animale immaginario che ben identifica la mia volontà di creare, con l’etichetta, qualcosa di nuovo nel settore discografico indipendente, anche se questo può risultare un po’ da “vanitosi” …
Daniela: Ne approfitto per dire che la scelta del nome è stata tra le maggiori attrattive per me nell’accettare la collaborazione con Francesco, dato che sono cresciuta col cinema di Massimo Troisi.
F.: Relativamente al formato credo ancora fortemente in quello “fisico”, quale oggetto da desiderare e possedere ed anzi con il tempo, appena il budget me ne darà la possibilità, spero di poter approdare a packaging più ricercati ed al vinile.
Parlateci del vostro organico e dei mondi ''paralleli'' da cui provenite, e da cui probabilmente la label trae linfa, in qualche modo. Cosa e come vi ha portati sulle strade della Minollo? Siete anche produttori in senso stretto dei dischi del catalogo Minollo?
F.: L’organico è molto semplice: io e Daniela. Io (purtroppo non più di “primo pelo”) sono stato sempre ai margini della musica indipendente, prima come tuo collega (ho scritto per diverse fanzine, quando erano ancora fatte di carta frusciante e fotocopiata), ho fatto da manager a diverse band, ho organizzato concerti, ecc... Poi nel 2007 è nata I Dischi del Minollo, credo come voglia di ritagliarsi uno spazio personale, in cui potermi identificare maggiormente.
D.: Io vengo da una formazione di studi teatrali e cinematografici, mi sono avvicinata alla musica indipendente proprio con Francesco che aveva necessità di dare un’organicità maggiore al suo progetto discografico ovvero non più solo come mera produzione, ma voleva fornire un servizio più ampio come ufficio stampa e promozione.
''I Dischi del Minollo'' è un nome curiosissimo per un'etichetta discografica... Ci spiegate cos'è questo misterioso Minollo, se esiste veramente, cosa mangia? E che tipo di dischi suonano nel suo stereo? Sono dischi veri e propri, o in senso lato? Si sono ''piegati'' al formato liquido o credono ancora nel supporto fisico?
Francesco: il Minollo è un mio personale omaggio a Massimo Troisi, un’artista molto importante per me che sono un napoletano “DOC”… Il minollo era il personaggio di uno sketch della Smorfia, un animale immaginario che ben identifica la mia volontà di creare, con l’etichetta, qualcosa di nuovo nel settore discografico indipendente, anche se questo può risultare un po’ da “vanitosi” …
Daniela: Ne approfitto per dire che la scelta del nome è stata tra le maggiori attrattive per me nell’accettare la collaborazione con Francesco, dato che sono cresciuta col cinema di Massimo Troisi.
F.: Relativamente al formato credo ancora fortemente in quello “fisico”, quale oggetto da desiderare e possedere ed anzi con il tempo, appena il budget me ne darà la possibilità, spero di poter approdare a packaging più ricercati ed al vinile.
Parlateci del vostro organico e dei mondi ''paralleli'' da cui provenite, e da cui probabilmente la label trae linfa, in qualche modo. Cosa e come vi ha portati sulle strade della Minollo? Siete anche produttori in senso stretto dei dischi del catalogo Minollo?
F.: L’organico è molto semplice: io e Daniela. Io (purtroppo non più di “primo pelo”) sono stato sempre ai margini della musica indipendente, prima come tuo collega (ho scritto per diverse fanzine, quando erano ancora fatte di carta frusciante e fotocopiata), ho fatto da manager a diverse band, ho organizzato concerti, ecc... Poi nel 2007 è nata I Dischi del Minollo, credo come voglia di ritagliarsi uno spazio personale, in cui potermi identificare maggiormente.
D.: Io vengo da una formazione di studi teatrali e cinematografici, mi sono avvicinata alla musica indipendente proprio con Francesco che aveva necessità di dare un’organicità maggiore al suo progetto discografico ovvero non più solo come mera produzione, ma voleva fornire un servizio più ampio come ufficio stampa e promozione.
Altrisuoni e Stasera vi presento sono rassegne da voi curate che hanno creato attorno all'etichetta degli spazi musicali ''altri'', ovvero esperienze di condivisione musicale che vanno aldilà del classico discorso label = produzione discografica + marketing. In che misura i Dischi del Minollo si discosta dai percorsi più abituali del mondo delle etichette indipendenti?
F.: Con queste rassegne vale un po’ il discorso dell’etichetta di cui sopra… cioè il creare qualcosa di diverso, la possibilità di realizzare eventi in zone come quella della provincia di Chieti (dove viviamo io e Daniela) che non offrivano nulla da questo punto di vista… In particolare Stasera vi presento (una rassegna itinerante che ha avuto location di prestigio come Palazzo Farnese ad Ortona oppure quelle che mi piace considerare come delle vere e proprie oasi culturali quali Musica & Libri di Lanciano o la libreria Ubik di Roseto) è nata per creare qualcosa di diverso rispetto al tradizionale concerto dove il palco fa da barriera tra il pubblico e l’artista. In questo caso il palco non esiste, l’artista ha un contatto epidermico con il suo ascoltatore prima e dopo l’evento, si mette a nudo raccontando di se stesso, nella speranza che questo tipo di approccio possa creare interesse ed “educare” il pubblico ad ascolti di qualità. Nel tempo sono passati, tra gli altri, The Niro, Ofeliadorme, Dimartino, Nicolò Carnesi, il “mio” Nicolas Roncea, Amelie Tritesse ed altri… Inoltre non solo musica ma anche reading, mostre fotografiche e fumettisti.
D.: Sì, in effetti per l’aspetto relativo alle mostre sono entrata in gioco io. Per Stasera vi presento ho curato maggiormente il calendario dei reading e delle mostre avendo come ospiti lo scrittore Giovanni Di Iacovo, con la partecipazione di Anna Gala, la mostra personale di Sabrina Caramanico con Silent Trees, le foto di Marco Buccione, i fumetti di Luca Cicchitti e le illustrazioni di Frabrizio Di Nicola che, in occasione del live degli Amelie Tritesse, ha esposto le tavole inserite all’interno del libro che accompagna l’album della band teramana.
D.: Sì, in effetti per l’aspetto relativo alle mostre sono entrata in gioco io. Per Stasera vi presento ho curato maggiormente il calendario dei reading e delle mostre avendo come ospiti lo scrittore Giovanni Di Iacovo, con la partecipazione di Anna Gala, la mostra personale di Sabrina Caramanico con Silent Trees, le foto di Marco Buccione, i fumetti di Luca Cicchitti e le illustrazioni di Frabrizio Di Nicola che, in occasione del live degli Amelie Tritesse, ha esposto le tavole inserite all’interno del libro che accompagna l’album della band teramana.
Passiamo al vostro catalogo. Ci sono lavori a cui siete legati in maniera più profonda, e perché?
F.: Dire tutti sarebbe scontato, ma è innegabile che ad alcuni si è più legati : ad esempio Greenhouse Effect (una vera folgorazione per me), unòrsominòre (quando capisci di avere di fronte un “personaggio” al di sopra della media, e non sono per i suoi gloriosi trascorsi nei Lecrevisse e i suoi dischi, compreso l’ultimo uscito con altra label, parlano da soli), Nicolas J. Roncea per la semplicità disarmante dei suoi suoni, capace con delicati arpeggi di chitarra acustica di creare forti emozioni… Ma sicuramente tutti li ho amati e li amerò, del resto non sono stato certo condizionato da scelte commerciali (come capirete dando un ascolto al mio catalogo) e posso con fierezza dire di aver prodotto sempre e soltanto dischi capaci di produrmi “good vibrations”…
F.: Dire tutti sarebbe scontato, ma è innegabile che ad alcuni si è più legati : ad esempio Greenhouse Effect (una vera folgorazione per me), unòrsominòre (quando capisci di avere di fronte un “personaggio” al di sopra della media, e non sono per i suoi gloriosi trascorsi nei Lecrevisse e i suoi dischi, compreso l’ultimo uscito con altra label, parlano da soli), Nicolas J. Roncea per la semplicità disarmante dei suoi suoni, capace con delicati arpeggi di chitarra acustica di creare forti emozioni… Ma sicuramente tutti li ho amati e li amerò, del resto non sono stato certo condizionato da scelte commerciali (come capirete dando un ascolto al mio catalogo) e posso con fierezza dire di aver prodotto sempre e soltanto dischi capaci di produrmi “good vibrations”…
D.: Qui la mia risposta è un po’ fuori dalle righe dato che non mi occupo della produzione artistica, ma solo della comunicazione. Naturalmente anch’io ho un gusto musicale molto forte e ben definito, devo dire di aver amato molto il progetto de L’Uomo di Vetro, il quale conserva delle atmosfere che rimandano molto al sound delle colonne sonore cinematografiche, ma senza dubbio tra tutti chi mi ha colpita maggiormente è stato unòrsominòre, per il coraggio di usare la lingua italiana, per la capacità di trasmettere emozioni genuine e soprattutto per la profondità lirica difficile da riscontrare nell’attuale panorama discografico.
Il 25 maggio esce l'ultima fatica di casa Minollo Records, La morte del sole dei Devocka, per una settimana a partire da oggi in streaming esclusivo su The Breakfast Jumpers. Vi va di parlarci della gestazione dell'album? Quali sono i suoi punti di forza?
Igor [voce dei Devocka]: Dopo l'esperienza positiva a livello di critica di Perchè Sorridere!?, e anche per l'importante produzione artistica in studio, ci aspettavamo di fare un buon numero di concerti nel 2009, ma non è stato così. Questo ci ha fatto riflettere molto sul perchè fare musica e sulle prospettive di questo gruppo. Abbiamo registrato dieci provini già nel 2010, ma abbiamo poi deciso di rifare tutto e ripartire da zero, cercando di recuperare il nostro istinto compositivo. La morte del sole ha così avuto una gestazione piuttosto lunga, nelle stesse sessioni di registrazione (fatte quindi in totale autonomia) ci siamo confrontati molto tra di noi e con Samboela che ci ha registrato il disco, gli stessi testi sono certamente meno "arrabbiati" rispetto ai precedenti lavori, e più dimessi; un modo diverso insomma di esprimerci. Alla fine siamo comunque veramente contenti del risultato finale.
F.: il punto di forza dei Devocka credo che sia nella sua poetica (i testi meritano attenzione e sono riportati nel booklet allegato) che ben si sposano con le atmosfere dei suoni, in bilico tra rabbia ed uno stato di rassegnazione… Più in generale l’importanza di avere nel proprio roster un nome importante del panorama indie nazionale, attivi da quasi dieci anni e sin da subito ad altissimi livelli, come dimostra la loro discografia.
Igor [voce dei Devocka]: Dopo l'esperienza positiva a livello di critica di Perchè Sorridere!?, e anche per l'importante produzione artistica in studio, ci aspettavamo di fare un buon numero di concerti nel 2009, ma non è stato così. Questo ci ha fatto riflettere molto sul perchè fare musica e sulle prospettive di questo gruppo. Abbiamo registrato dieci provini già nel 2010, ma abbiamo poi deciso di rifare tutto e ripartire da zero, cercando di recuperare il nostro istinto compositivo. La morte del sole ha così avuto una gestazione piuttosto lunga, nelle stesse sessioni di registrazione (fatte quindi in totale autonomia) ci siamo confrontati molto tra di noi e con Samboela che ci ha registrato il disco, gli stessi testi sono certamente meno "arrabbiati" rispetto ai precedenti lavori, e più dimessi; un modo diverso insomma di esprimerci. Alla fine siamo comunque veramente contenti del risultato finale.
F.: il punto di forza dei Devocka credo che sia nella sua poetica (i testi meritano attenzione e sono riportati nel booklet allegato) che ben si sposano con le atmosfere dei suoni, in bilico tra rabbia ed uno stato di rassegnazione… Più in generale l’importanza di avere nel proprio roster un nome importante del panorama indie nazionale, attivi da quasi dieci anni e sin da subito ad altissimi livelli, come dimostra la loro discografia.
Progetti futuri della label, e/o sogni legati al suo destino. Il periodo di crisi economica diffusa ha cambiato qualcosa nel vostro modus operandi? Dovrete ridimensionare le vostre aspirazioni, o pensate di riuscire a ottimizzare? Dato che i sogni non costano niente facciamo un giochino: chiudete gli occhi e immaginate i Dischi del Minollo fra una decina di anni.
F.: Dopo il disco dei Devocka ci sarà una meritata pausa estiva e subito dopo uscirà il nuovo disco dei Penelope sulla Luna, anticipato già lo scorso autunno da un ep a cui hanno fatto seguito diverse date, anche all’estero. Subito dopo penso di ritornare a fare un po’ di scouting, dopo i dischi di artisti già affermati e conosciuti come Roncea, Merçe Vivo, Devocka e Penelope sulla Luna mi sembra il momento di ritornare a scoprire cose nuove e non ti nascondo che questo è uno degli aspetti che preferisco. Relativamente al discorso della crisi credo che noi ne risentiamo davvero poco, il nostro è un pubblico molto selezionato e già dagli inizi abbiamo lavorato in maniera differenziata sull’artista, occupandoci non solo del discorso di produzione, di distribuzione (affidata ad Audioglobe per il supporto fisico e a Believe per quello digitale) ma anche e soprattutto di quello promozionale. Infine i sogni : bella domanda, complimenti …. Già immaginare che I Dischi del Minollo ci sarà ancora tra dieci anni significa aver realizzato un sogno.
D.: Dal un punto di vista della comunicazione continuiamo a fidelizzare i nostri rapporti con la stampa di settore, che fino ad adesso si è sempre dimostrata aperta e molto interessata alle nostre produzioni ricevendo anche elogi che ci hanno fatto credere ancora di più di andare nel verso giusto. Sicuramente tra le nostre aspirazioni c’è il desiderio di fare sempre di più, per noi e per le band che decidono di produrre con la Minollo Records, rimanendo fedeli alla filosofia indipendente che ci ha sempre contraddistinto sia nella produzione artistica che in quella promozionale (indipendente nel suo significato letterale e non per quello che è adesso diventato in campo musicale e artistico in generale).
F.: Ringraziamo voi di The Breakfast Jumpers e tutti quelli che avranno avuto la pazienza di arrivare a questo punto dell’intervista.
D.: Dal un punto di vista della comunicazione continuiamo a fidelizzare i nostri rapporti con la stampa di settore, che fino ad adesso si è sempre dimostrata aperta e molto interessata alle nostre produzioni ricevendo anche elogi che ci hanno fatto credere ancora di più di andare nel verso giusto. Sicuramente tra le nostre aspirazioni c’è il desiderio di fare sempre di più, per noi e per le band che decidono di produrre con la Minollo Records, rimanendo fedeli alla filosofia indipendente che ci ha sempre contraddistinto sia nella produzione artistica che in quella promozionale (indipendente nel suo significato letterale e non per quello che è adesso diventato in campo musicale e artistico in generale).
F.: Ringraziamo voi di The Breakfast Jumpers e tutti quelli che avranno avuto la pazienza di arrivare a questo punto dell’intervista.
I saltacolazione tutti contraccambiano i ringraziamenti e si mettono all'ascolto dell'ultimo Devocka, disponibile in streaming esclusivo per TBJ fino a domenica 27 maggio.
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