La scena è quella di un uomo sul cornicione dell’ultimo piano di un palazzo. Ha gli occhi spalancati. Non ha paura di gettarsi. È pronto a colmare quel vuoto che ha dentro di sé, sfamando lo stesso vuoto, per pochi secondi, con il suo corpo. Una discesa nel blu, in time lapse, lungo una traiettoria ben definita di proiezioni visive e flashback. Sul volto, il sorriso beffardo dello scorrere del tempo, tra fantasmi e memorie perdute, o meglio #Lostmemories. La parte sonora del primo full-lenght dei bolognesi After Crash è un tutt'uno con le suggestioni visive che il duo sa evocare in modo molto vivido. Spaziando tra ritmi colorati e caleidoscopici e composizioni astratte ed eteree, quella di Nicola e Cesco è una musica che procede per immagini: questa combinazione tocca vette di rara bellezza sin dall’attacco del primo brano fino alla chiusura dell’ultimo. Il disco è in continua oscillazione su dinamiche ritmiche multiformi che si evolvono oltre i sentimenti, nell'armonia che c'è nell'opera d'arte riuscita, all’interno di una texture straripante di ricercati espedienti sonori. Un viaggio, a tratti utopico, attraverso i ricordi, in uno stato di sospensione ibrida, in cui le parole diventano figure senza tempo. Come un loop ripetuto all’infinito, tutto è ciclico e la fine non è mai davvero la fine (Dovremmo riuscire ad amarci tanto da vivere fuori dal tempo, distaccati... distaccati…). Gli arrangiamenti e la produzione sono impeccabili e la capacità assoluta di abbandono, che trapela dai brani, è preparatoria allo slancio ritmico che li attraversa. Serve dire altro?
#Lostememories
2016
Museek
Tracklist:
1. We Leave
2. Texture In Pectore
3. Don't Change For Me
4. Leica (feat. Mark Borgazzi)
5. Overrated
6. Timeless Room
7. Delplace
8. Organic Summer
9. Transports
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