lunedì 15 aprile 2013

Brioscine appena sfornate: L'orso

Riprendiamoci un attimo dalle sberle del weekend precedente. Se la prospettiva di affrontare la nuova settimana mette i brividi, non abbiate timore, ci pensa L'orso a riscaldarvi l'anima e il buonumore con vampate di energia, che non conosce cedimenti. E non sarà un caso, ma finalmente oggi il sole picchia forte! In occasione dell’uscita dell’omonimo album, abbiamo avuto l’occasione di scambiare due chiacchiere con Mattia. Il risultato è questa intervista. Buona lettura!

Fotografia di Valentina Dell'Aquila

Ciao Mattia! Iniziamo con il più banale dei quesiti. Il primo full lenght arriva dopo tre Ep. Musicalmente l'evoluzione rispetto ai precedenti lavori è evidente. È solo una mia impressione, o i brani sembrano presentare una maggior melodicità, sia dal punto di vista vocale che strumentale? La responsabilità dell’album ha comportato una pressione o è stato un incentivo a dare di più? In prospettiva, come lo giudicate?
In questo nuovo lavoro abbiamo continuato a esplorare la melodia e la melodicità. Ci siamo sempre definiti pop ed è questo il campo in cui ci troviamo meglio, la base su cui lavoriamo alle sovrastrutture che ci stimolano. Adoriamo la canzone italiana, le grandi aperture, i pieni contrapposti ai vuoti. Abbiamo lavorato a questo disco con la consapevolezza di essere parte di un percorso e non un punto d'arrivo come succede per molti. Questo esordio è una tappa a cui siamo arrivati dopo due anni e mezzo e tre EP; ci sentivamo pronti. Dopo quest'album, non rinizieremo da capo, ma continueremo un tragitto. Sul giudizio personale, gli vogliamo molto bene, ci piace di cuore; ma ognuno di noi ne cambierebbe già gran parte, come è logico che accada dopo alcuni mesi dalle incisioni.

Il gruppo fondatore si è allargato con nuovi elementi. Quanto è stato importante l’apporto di nuovi musicisti all’interno della band e quali soluzioni musicali in più consente? Quali sono, in particolare, le ragioni che vi hanno spinto ad allargare la famigliola?
La famigliola si è allargata naturalmente, senza ricerche, senza provini.
Un giorno abbiamo pensato che un violino avrebbe funzionato ed ecco spuntare Gaia D'Arrigo che, oltre al suo strumento, ha portato voce, tastiere e una certo tocco femminile al nostro operato. Qualche giorno più tardi, invece, sentivamo il bisogno di una sezione ritmica più presente ed ecco arrivare Giulio Scarano, in tutta la sua bellezza olimpionica. Ora abbiamo trovato la nostra quadra. Nei live, d'altronde, quest'equilibrio raggiunge il proprio acme.

Prima di scrivere del nuovo album, ho voluto riascoltare entrambi gli ep, uno dietro l’altro. Una sorta di full immersione nel favoloso mondo dell’orso. Ho fatto caso, più di altre volte alle parole. La prosa è molto curata, e i testi sono pieni zecchi di figure retoriche. Penso alla similitudine dei cosmonauti in Astronauta, o ancora all’ossimoro di Invitami per un tè; così mi sono chiesta, è un processo di scrittura istintivo o frutto di ricerche più approfondite?
La mia scrittura è molto istintiva. Negli anni sta trovando delle proprie forme di auto-composizione che mi facilitano a ragionare nel momento stesso dell'atto, conferendo al lavoro un sostrato più analitico. Nasco e cresco nella scena rap italiana, nelle gare di freestyle, per cui sono sempre stato caro all'effetto esplosivo dell'istinto, allo scrivere proiettandosi con il pensiero già due versi più avanti. Ora - però - sono abbastanza maturo per rimettere mano ai miei scritti senza sentirmi stuprato; è un percorso in atto, difficile, ma necessario.

Fotografia di Marzia Antinori

Buona parte dell’identità personale de L’Orso risente della tua risaputa passione per il rap. Foster Wallace affermava che, spiegare il rap ai bianchi - e ai bianchi americani, in primo luogo – puo’ essere ostico e banale al contempo. Pensi che qui in Italia, il genere risenta ancora troppo della disparità rispetto ad altri stili musicali? Quando hai iniziato a coltivare quest’entusiasmo per il Rhythm And Poetry?
Il rap, in Italia (cit.), sta crescendo ad una velocità lampante. Penso che artisti come Ghemon e Mecna abbiano dimostrato cosa sia in grado di elaborare la scena italiana. Nel contempo, la grande notorietà del genere rischia di renderlo gretto ancor prima di vederlo risplendere per davvero. A livello di scrittura, seppur nella sua ingenuità istintiva (di cui abbozzavo precedentemente), il rap italiano alto sta sopraffacendo la scena indipendente cantautoriale (termine che odio).

"Funzionerà perché non faccio rap, scrivo."
(Mecna, da Senza paracadute

Io sono fan del rap italiano dal 2001, dal primo solista di Fabri Fibra, dai Gente Guasta, da Bassi Maestro; una golden age di critica, ma non di pubblico. Non vedo innovazione espressiva, invece, nell'indie italiano, nel cantautore appiattito. A furia di sentirci superiori verso l'altro genere in cui la lingua italiana predomina, ne siamo diventati allarmati inseguitori. La disparità è solo tra i nostri intellettualismi e il (loro) realismo.

Se iniziassi questa strofa con il solito: 
"Loro non ci capiscono, noi siamo il vero hip-hop o no? Il loro ci dà il vomito"
finirei a fare l'idolo di una parte di popolo 
ed è un rischio essere il re di quelli che si compatiscono.
(Ghemon, da Bravo)

Le canzoni sembrano spesso dei racconti di vita di un qualsiasi ragazzo della nostra età, alle prese  con le solite complicate cose di tutti i giorni. Riconoscersi in una canzone. Io penso che capiti a tutti. È proprio questa partecipazione un punto di forza della vostra musica. Non sempre la vostra però è una visione ottimistica della vita, cosa si nasconde dietro questo velato pessimismo? È la mancanza di certezze, lavorative ed amorose, a procurare disagi e scomodità?
Non c'è pessimismo, o ottimismo, nella nostra musica; c'è realismo e ironia. Lasciamo all’ascoltatore la sacra libertà individuale di scegliere tra la vivacità della musica e il cinismo della scrittura, senza condizionamenti pessimo/ottimistici. Il twee-pop nordico segue proprio questo gioco: la contrapposizione tra parole crude e leggiadria musicale. Con la nostra musica puoi fischiettare allegro i tuoi problemi, e quindi sdrammatizzarli, alleggerendoti.

Questa è una mia curiosità personale. Mi dici cosa leggi? Quali sono i tuoi scrittori preferiti?
Sono cresciuto con i contemporanei americani, il romanticismo russo e francese, Calvino. Fitzgerald e Ellis sono i miei padri. Poi Flaubert, Goethe, Hesse. Bukowski fu il primissimo amore di gioventù, seguito da Hemingway. Per la poesia, Armitage. Carver per le short stories. Ora vorrei recuperare i grandi scrittori moderni italiani, di cui il ripudio di me ingenuo adolescente è finalmente svanito

Qual è la soddisfazione più grande che avete ottenuto in questi anni?
Direi questo inizio di tour. Centinaia di persone a data, le prime file a cantare tutti i brani a memoria, i sing-along. Non è facile individuare il momento più emozionante all'interno della nostra seppur giovane storia; questo affetto del pubblico è in aumento progressivo da oltre due anni. La soddisfazione più grande, dunque, è L'orso in sé, in tutto ciò che ne segue: persone, concerti, dischi.


Quali gruppi italiani ritieni interessanti o semplicemente ti piacciono?
I già citati Mecna e Ghemon, la scrittura di Niccolò de I Cani, il pop dei Perturbazione. Non mi ha emozionato nessuna recente next big thing; in realtà sono molto poco interessato alla scena indie italiana, quindi i grandi colpi di pathos che durano una primavera me li perdo, arrivando colpevolmente in ritardo. Ho altri gusti, altri interessi e, per l'Italia, una storia da recuperare e scoprire. Prediligo la scena rap o la scena clubbing italiana, dalla quale traggo sicuramente più spunti in questo periodo storico.

Adesso siete impegnati in un lungo tour che vi vedrà impegnati in tutta Italia ( a proposito non ho visto ancora nessuna data pugliese), ti andrebbe di ricordare le prossime date live?
Queste qui sotto sono le nostre date primaverili, ma ne usciranno sicuramente altre. Per la Puglia, speriamo di tornarci presto, magari in estate; ma sta ai promoter. Ci dispiace girare l'Italia saltando però parte del sud (e isole).
Dopo le prime dieci date iniziali, ecco dove ci potete trovare:
18 aprile: Thiene (VI) @ Disorder
19 aprile: Novara @ Big Lebowski
24 aprile: Rimini @ Neon

25 aprile: Fermo (AP) @ Soul Kitchen
26 aprile: Tba
27 aprile: Latina @ Sottoscala 9

28 aprile: Pesaro @ Dalla Cira
03 maggio: Firenze @ Tender

10 maggio: Giulianova (TE) @ Officina Arti e Mestieri
11 maggio: Firenze @ Fortezza Da Basso - Fortezza Sound
17 maggio: Toscolano Maderno (BS) @ Taquis Bar
18 maggio: Cadriano (BO) @ Garrincha Loves Birra
26 maggio: Piacenza @ 7PM Festival
07 giugno: Milano @ MiAmi Festival


Per finire, una richiesta piuttosto stramba. Metteresti su due righe in versi per il nostro blog?
Della Puglia ricordo un letto matrimoniale di assolata castità in una foto da bimbo. / Della Puglia ricordo lontani parenti come api operaie nell'atto di versare limoncello. Anni dopo, in tour. / Penso di aver più memoria di una Puglia che di certi amori, i quali, in un dato momento della vita, mi parevano la vita stessa. / Per questo, a vent'anni, ho iniziato a portare degli occhiali da riposo.

Grazie mille per la disponibilità. Un abbraccio caloroso al resto della band con la speranza di beccarsi dal vivo il prima possibile.
Ciao!

RecensioneFBTW
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