lunedì 22 aprile 2013

Brioscine appena sfornate: Dario Sabatini

Annunciazione! Annunciazione! Dopo l'esordio con Miracolo Pop nel 2012, il cantautore in pelle umana, Dario Sabatini si racconta su The Breakfast Jumpers, proprio in occasione dell'uscita del primo videoclip ufficiale Graziello! Ecco a voi la chiacchierata con il ragazzotto pistoiese che ci parla della sua musica, delle sue passioni, con una buona dose di bizzarria e simpatia! Buona lettura!


Ciao Dario! Iniziamo con una domanda semplice e banale, che ti avranno già fatto mille volte, ma comunque essenziale per capire le tue origini artistiche. Verso che età hai iniziato a interessarti di musica e scrivere canzoni? Si è trattato di un processo naturale, oppure ci sono stati dei fattori che hanno influito sulla decisione di intraprendere tale professione?
Ciao Mara.Credo tutto sia iniziato quando avevo circa dieci anni. Ho trovato per caso una cassetta: “Rock'n' Roll Animal” di Lou Reed. L'ho messa dentro il mangiacassette e mi ha cambiato la vita. Ho scoperto un mondo nuovo, ed era il mondo che volevo io. Poi successivamente ho iniziato coi testi. Credo perché ne sentivo il bisogno e perché ad un certo punto sono iniziati ad uscirmi dalle mani. Non è una professione e purtroppo la situazione è drammatica. Occorre che gli artisti non abbiano più paura dei loro insuccessi e riprendano in mano la situazione. Ci si accontenta troppo e c'è la tendenza a voler a tutti i costi a rimanere in un circuito chiuso.

Dalla musica alle parole. Il ruolo di narratore esterno, che sembra non partecipare ai fatti e quindi descrive gli avvenimenti e i pensieri dei personaggi , rimanendo fuori dalla storia è tipico della narrazione novellistica. Non è dunque un caso che tu sia stato più volte definito il menestrello dei tempi moderni, che racconta con piglio ironico e perspicace stravaganza, storie che sfiorano temi sociali attuali e scottanti. Potresti, a tal proposito, parlarmi dell’approccio compositivo delle canzoni? È schematico, o cambia di volta in volta?
Muta di volta in volta, ma il processo di osservazione e ricerca dei personaggi è sempre il fulcro.

Miracolo Pop. Quale trama di pensiero, si cela dietro un titolo così particolare? 
Il pop può salvare la vita di chi sa vedere oltre ma non ne trova la concretezza. Attraverso il pop, il rock'n'roll ed altre forme d'arte è possibile trovare la strada per farlo.

L'album è stato prodotto da Alberto Mariotti e registrato da Fabrizio Marchetti. Come vi siete incontrati e quanto è stata importante per te questa collaborazione? 
Me lo hanno proposto ed io ho accettato. È stato istruttivo e mi sono divertito. E anche loro.


Nel brano di chiusura dell’album, con una manovra narrativa molto abile, ironizzi sottilmente sui rappresentanti della società moderna; non risparmi, dunque, la classe dirigente che giudichi falsa e subdola. Per fare ciò, ti servi della figura di Augustin Doroteo, un uomo dalle infinite debolezze, dalla mancanza di autoironia e soprattutto, con il terrore di oscure e misteriose fobie. Un’aspra critica – oggi quanto mai attuale – nei confronti di un sistema sempre più sull'orlo del collasso. Detto questo, te che sei un giovanotto, pensi davvero che la musica possa contribuire a rendere più popolare tra i giovani ,un argomento ostico come la politica? 
Ce l'ho con la classe dirigente così come con i poveri; a me interessa mettere a nudo la natura umana, che può essere piena d'amore o uno schifo in base al tuo spirito non alla condizione sociale. Diciamo che se sei ricco e potente il fatto di avere meno sfighe ti fa sembrare lo stronzo. Ma io non credo sia per forza cosi ed è semplicemente un caso. In realtà odio che la musica possa essere schierata politicamente, sicuramente però può sensibilizzare e far riflettere anche i più piccoli.

Andando ad analizzare i testi di ciascun brano, ci si rende conto di quanto l’essenza stessa dell’album, sia incentrata sulla contrapposizione di sentimenti contrastanti. Il già citato Doroteo, uomo vile ma per bene nei modi, o ancora Graziello l’ateo-credente. Appare sorprendente pensare, che proprio la presenza di questo dualismo sia uno dei punti di forza di Miracolo Pop. Che ne pensi, sei d'accordo con me?
Sì. Mi fa piacere che me lo chiedi. Uno dei motivi per cui ho iniziato a scrivere testi così è quello di mettere in luce questa mia caratteristica. Fondamentalmente sono pieno di contraddizioni e a volte ho bisogno del conflitto per poter apprezzare qualcosa. Ogni cosa che è presente attorno a noi può essere vista da vari lati. Ogni cosa nei miei brani ha la doppia faccia come se ti potesse tradire da un momento all'altro. Per me la botta emotiva è questa. La disgregazione dei concetti. Sei qualcosa solo perché puoi percepire un tuo opposto.


Cosa ne pensi della scena cantautorale indipendente italiana di oggi?
Non esiste una scena indipendente. Esistono molte persone che sembra si siano messe d'accordo per abbassare il livello artistico che c'è in giro.

Oggi presenterai ai tuoi fan, il video ufficiale di Graziello. Girato tra le campagne di Pistoia ed il Centro Sociale Sleb est, il videoclip segue le rocambolesche e surreali vicende di un ragazzo, al ritorno mattutino dalla discoteca con la sua bicicletta. Graziello, sotto l'effetto di chissà quali stupefacenti, ha un'allucinazione mistica e si immagina di condurre un'assurda rivoluzione contro il potere della Chiesa. Anche qui come d’altronde in ognuna delle tue canzoni c'è un risvolto sociale. Le schitarrate garage del brano hanno quindi un bersaglio ben preciso. Una canzone di protesta semplice ed efficace. Ti consideri un outsider? O è semplicemente un sentimento di riprovazione provocato dalla presenza di un sistema etico non sempre coerente?
Non so come considerarmi. “Graziello” è nata perché mi sono innamorato di una scena. Ho visto questo ragazzo che vagava strafatto in bicicletta alle 5 del mattino. Mi sono immaginato la sua vita. Al primo posto per me c'è la spiritualità nelle cose e nelle persone, quindi non amo che questa spiritualità possa divenire un fattore di lucro o di violenze. Persone che uccidono in nome di qualcosa. Forse hanno bisogno di uccidere perché quella spiritualità non c'è l'hanno. Graziello è una scusa anche per poter dire che per essere credenti non c'è per forza bisogno di credere nelle istituzioni in se. Godetevi il videoclip!


Siamo arrivati al fondo della nostra intervista. Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro di cantautore in pelle umana? Non sarà mica una mutazione transgenica?
Ti ringrazio per la disponibilità! A presto! Spero in molte mutazioni a dire il vero. Sicuramente migliorare. Come persona e quindi poi anche come artista. Sento la necessità ultimamente di arrivare al dunque. Trovare un linguaggio più mio. Prendere posizioni. Lavorare sulla padronanza della tecnica. Sto lavorando a brani nuovi e voglio che ne esca un bel lavoro. Grazie a te le tue domande mi sono piaciute moltissimo. E ascoltatevi Dargen D'Amico.

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