Le linee di confine sono zone dominate dall'inquietudine, dal chivalà e dagli equilibri precari. Il 38° parallelo del titolo di questo intenso secondo album de L'uomo di vetro - a dir poco suggestivo pseudonimo collettivo di base folignate - è stato limite di frontiera, nella Corea all'indomani della Seconda Guerra Mondiale, fra le aree di influenza sovietica e quelle occupate dagli USA; è stato, in pratica, demarcazione fra due mondi che parlavano la medesima lingua e condividevano lo stesso sangue, e che da allora in poi sarebbero stati obbligati alla separazione in due dimensioni incomunicabili e parallele, per l'appunto. 38° parallelo è un lavoro dotato di un'illuminante ricchezza evocativa; al suo post-rock strumentale - mai piatto o ripetitivo, mai uguale a se stesso - appartengono i codici dell'illusorietà verosimile del sogno e della cinematografia, e anche quelli di tutte le rigide convenzioni che fanno delle società umane macchinosamente organizzate la più innaturale e assurda fra le realtà terrestri.
L'uomo di vetro
38° parallelo
2010
I Dischi del Minollo
Tracklist:
1. 38° parallelo
2. American Nightmare
3. Techno Bells & Funeral Party
4. Deserto
5. Smog
6. 1984 The End Is Just the Beginning
7. Germania anno zero
8. Make Up the Rules as We Go Along
9. Peckinpah's Twilight
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