lunedì 9 luglio 2012

Brioscine appena sfornate: Miriam Mellerin

Questo lunedì sono i pisani Miriam Mellerin a farci visita nella nostra rubrica di interviste a giovani realtà musicali. Ci siamo fatti raccontare chi sono, da dove vengono e dove vanno. Il loro primo omonimo disco lo trovate in streaming qui sotto.

Carissimi Miriam Mellerin benvenuti su The Breakfast Jumpers, entrate pure, mettete le pantofoline e presentatevi come si fa ad una riunione di alcolisti anonimi. O musicisti anonimi.
Diego: Grazie dell’ospitalità, (non)compagni di colazioni saltate a piè pari! Ho 22 anni e nella veste di Miriam Mellerin canto e suono il basso. Ma non è stato sempre così. La mia strada è passata dalla chitarra, che ho la grande fortuna di poter insegnare a chi è digiuno di musica. Daniele: Sono il più vecchio dei 3. Suono la chitarra, sogno di suonare sullo stesso palco degli At the Drive-in.
Pietro: 18 anni, il giovine del gruppo. Suono da poco con questi sciagurati, nemmeno un anno, ma l'intesa c'è e si sente! Diplomato da poco in batteria, finsico la maturità e penso solo a suonare, solo a suonare, solo a suonare... Avete capito insomma!

La vostra formazione è parecchio eterogenea ed è sicuramente anche questo il motivo dell'efficacia del vostro sound. Mondi musicali che si incontrano. Raccontateci il vostro background musicale e come siete finiti a suonare assieme.
Il nostro trio è formato da un ex metallaro (mai pentito), un aspirante jazzista e un chitarrista classico. Il sound al quale siamo arrivati non tiene molto conto della nostra provenienza musicale, piuttosto trae ispirazione da ascolti successivi e dalla volontà di mettersi alla prova in un contesto nuovo. Ognuno di noi ama la musica nelle sue infinite forme e sfumature, restando consapevole che ogni genere contiene un proprio linguaggio e che l’evoluzione stilistica non è possibile se si prescinde dalla contaminazione. Abbiamo deciso di scrivere musica semplice, intima e diretta, senza immaginare il tipo di risposta che ci avrebbe accolti ma dando sfogo solamente alle nostre esigenze espressive.


Come è nato il vostro primogenito "Miriam Mellerin" e quali dischi vi hanno influenzato scrivendone musica e parole? Avete due dischi a testa per far la summa delle vostre ispirazioni.
Il nostro primo album è un insieme di canzoni scritte nell’arco di circa due anni, passati tra sala prove e concerti di maturazione... è stato grande il contributo del nostro primo batterista Andrea in fase di scrittura e arrangiamento, e fortunatamente in studio abbiamo trovato l’abito sonoro ideale grazie al lavoro del nostro fonico Edoardo Magoni. Un intuito per la sartoria sonora davvero eccezionale!
Diego: Dell’Impero delle Tenebre del Teatro Degli Orrori e Carboniferous degli Zu
Daniele: Songs About Fucking dei Big Black e Relationship of Command degli At the Drive-in.

Siete soddisfatti del vostro suond, state ancora facendo "ricerca" musicale? Come si sono evoluti i vostri gusti nel frattempo?
Diego: A nostro parere Miriam Mellerin suona come deve. Molte erano le direzioni intraprese, e una scelta più “di genere” avrebbe finito per penalizzare l’ascolto nel complesso. Durante la lavorazione abbiamo trovato delle soluzioni sonore atipiche ma coerenti con le nostre necessità, che stanno contribuendo ad impreziosire anche le esecuzioni dal vivo. Suonare insieme ai nostri amici Chambers e Zedded ci ha dato lo spunto per immaginare sound alternativi, che nei loro album funzionano alla grande e stanno contribuendo a tracciare nuovi importanti percorsi in Italia. Sicuramente per il prossimo lavoro ci saranno dei cambiamenti, sia in fase di scrittura che dal punto di vista sonoro…e saranno sorprendenti. Anche per noi.
Pietro: Il primo disco a mio parere ha un grande forza comunicativa, è vero non esprime un identità precisa, non è un album con un genere ben definito e una sua linearità, anzi forse per questa sua etereogenità è un buon trampolino di lancio per il prossimo che... State tranquilli, sarà una bomba!


Come "rende" il disco una volta che siete sul palco? Quali e come sono state le vostre prime esperienze live?
Il disco, suonato e “visto” dal vivo, è tutta un’altra cosa. C'è una forza, un entusiasmo e un coinvolgimento che non siamo riusciti a immortalare perfettamente nella registrazione, probabilmente perché ancora intimoriti dal contesto dello Studio. Le prime esperienze sono state rivelatrici delle potenzialità che avevamo, c’è stato bisogno di suonare moltissimo davanti al pubblico per capire chi eravamo e cosa sarebbe rimasto all’ascoltatore della nostra performance. Tra i primissimi concerti abbiamo avuto la fortuna di aprire agli Ovo: una presa sul pubblico incredibile, degna di un rito spiritico tribale.

Che progetti avete in serbo per il futuro dei Miriam Mellerin? Avete già idee, una roadmap o si vive alla giornata?
Daniele: Sstiamo scrivendo anche cose nuove, ma ora siamo impegnatissimi nella promozione di questo primo album e vogliamo portarlo in giro per tutta l'Italia, la nostra forza risiede nel live, sarebbe un peccato fermarsi.
Pietro: L'idea è quella di andare avanti a piccoli passi, restando noi: veri potenti e cattivi! Non ci buttiamo alla cieca, ma il "vivere alla giornata" è il non-criterio di tutto il rock e noi ci crediamo fortemente!
Diego: Vi rivelo che ci sono un paio di sorprese in serbo per l'estate... Invitiamo tutti a restare aggiornati sulla nostra pagina Facebook (facebook.com/miriamellerin) per scoprire quali saranno i prossimi passi e tenere d'occhio le date estive!

Grazie mille ai Saltacolazione, a presto e buona musica!

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