venerdì 1 giugno 2012

Cosmetic - Conquiste - 2012 [Streaming]

Aprire Facebook e notare che oltre la metà dei tuoi contatti ha condiviso lo stesso link, ti pone interrogativi dei quali immediatamente cerchi di liberarti. Sarà mica morto qualcuno? Oppure, essendo il 90% di essi musicofili, la domanda che ti pervade la mente è un’altra. No, non sarà  forse uscito un nuovo album? Dieci secondi sufficienti per capire che si tratta (per fortuna) della seconda opzione. Ma definirla semplicemente “un’uscita”, per le conseguenze create negli attimi successivi, è estremamente riduttivo; la pelle che ti si accappona, i brividi di freddo nonostante l’alta temperatura corporea  e soprattutto  la convinzione che da lì ai giorni a venire, avresti vissuto solo in relazione all’arrivo della fatidica data, 13 Aprile 2012. Conquiste è finalmente fuori e nonostante la spasmodica attesa, il terzo lavoro della band riminese non tradisce le aspettative ma le supera con slancio. Ricompare così il motivo di tanta affezione per una musica che cammina sul filo del  presente mettendo inevitabilmente in moto il ricordo del passato. Un corto circuito generazionale destinato ad esplodere in un undici brani che hanno a che fare con la vita, con il modo in cui si diventa ciò che si è piuttosto che con il desiderio di non invecchiare. Passano gli anni ma non la voglia di sorprendere, urlare e ammaliare attraverso nuove soluzioni compositive e dinamiche sonore. Così, se il marchio di fabbrica è ancora riconoscibile, bisogna pur ammettere che qualcosa è cambiato; c’è una maggiore consapevolezza del suono che si fa più magmatico e la testimonianza di un’evoluzione sonora indirizzata verso spazi melodici più aperti e visionari. Si parte con Lenta Conquista, introdotta da una sequenza strumentale che manda in loop i tempi della batteria  su un caotico tappeto di distorsioni di chitarra; lo straordinario impatto della voce inerpica su un delizioso giro di basso e l’ondata melodica si sviluppa in un crescendo ritmico che impazza per poi preparare la discesa tra nebbie di estranianti riverberi. La sensazione di fare fuoco e di beatitudine nell’indeterminato  che emerge con Melly proietta in uno stato di  sospensione emotiva, un brano che è un racconto di per sé ;la serigrafia agrodolce di un'alternativa a una vita che non si vuole più ripercorrere identica e che trova nella fuga l’unica soluzione. La melodia acquista pretese pienamente shoegaze e i preponderanti e corposi giri di basso e chitarra sembrano assolvere a pieno titolo il mood alienato del testo; si sviluppa così un marasma di sensazioni che si incrociano in  una nube di pensieri fallaci e caduchi come in fondo è il tempo intorno (Era un giorno strano come quelli, con dei graffi in cielo inediti…). Sitar rivela notevolissime inflessioni psichedeliche  nel mantra delle chitarre e della batteria che pulsano e martellano  in maniera risoluta; un brano che procede con stridente contraddizione fra gioia esuberante e cupa solitudine;  sembra quasi che i quattro ragazzi abbiano voluto identificare nella dimensione live il loro modus operandi. Scisma è un tuffo al cuore, un grondare di emozioni che si concretizzano in rapide connessione memoriali; difficile non immedesimarsi in una realtà fatta di ricordi e nostalgie. Partono i rintocchi cavernosi di bassdrum, i fraseggi mentali, e presto la scena si organizza attorno a un canto appassionato e sincero in perfetto equilibrio tra l’aspirazione noise e quella melodica. Giunti quasi a metà album ci si imbatte in un brano che i più conosceranno bene per via della precedente apparizione in “In ogni momento”.  Non  manca  la denuncia sociale, seppur mascherata da una sottile ironia, di Prima o poi, una vampa sonora alimentata da una batteria in quattro quarti e da accelerazioni ipnotiche e venature tipicamente prog. La band viaggia a tutto vapore in escursioni sonore  la cui intelligenza melodica e maturità stilistica non finiscono di stupire. La fine del giorno è tra i brani più melodici e vanta la partecipazione vocale di Costanza dei Be Forest, presente anche in Melly. Il ricordo di un errore brucia ancora come una ferita aperta? O è solo il pretesto per recuperare una situazione non completamente sotterrata? A Calla l’ardua sentenza. Il delicato arpeggio di chitarra si scioglie in un caldo abbraccio trasportando oltre le soglie di un tempo che a piccoli passi retrocede nel corso necessario della memoria.  Le melodie dialogano e  sembrano create appositamente per dar modo all’ascoltatore di immaginare, fermarsi a riflettere, ipotizzare un possibile risultato. E se Per un amico è un groppo in gola che fa piangere di gioia, Andreini è l’intervallo strumentale che ti permette di riordinare i pensieri in vista dell’apoteosi finale. La bolgia vorticosa di Colonne d’Errore è un monumento di canzone  in cui vige una perfetta combinazione tra riff abrasivi e le grintose sferzate shoegaze degli inizi, un lucido sogno per una realtà fin troppo impegnata. Procede Lo Spavento, perfetta antitesi del suo titolo e il cerchio idealmente si chiude. Conquiste è molto più di un semplice album, lo sa bene chi in tutti questi anni ha seguito con devozione e affetto i ragazzi della Riviera; va  ascoltato più volte  perché dentro ci troverete inevitabilmente qualcosa che vi appartiene, che potrà piacere o farci incavolare, emozionare o lasciarci impietriti ma che in un modo o nell’altro vi ruberà una parte di cuore come un Cupido che scocca le sue frecce migliori. Pronti a sorridere?


Cosmetic
Conquiste
2012
La Tempesta Dischi

Tracklist:
1. Lenta Conquista
2. Melly
3. Sitar
4. Scisma
5. Prima o poi
6. La fine del giorno
7. Calla
8. Per un amico
9. Andreini
10.  Colonne d'errore
11. Lo spavento



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