Die io lo leggo così: /'di:e/. In sardo è femminile e significa “giorno”, e questo disco è impregnato di Sardegna e di tutte le Sardegne e le isole personali di ogni ipotetico ascoltatore. Però, se uno vuole, può anche intenderlo come /'daɪ/, che in inglese è “morire”, ed entrambi i modi hanno a che fare con un concetto temporale di finitudine. Certo che “morire” riguarda una finitudine un po' più urticante, e Die è un disco complessissimo, da mal di pancia, disturboso all'estremo. Die è una specie di Odissea ridotta all'osso che scortica e mescola i piani di Eros e Thanatos, in cui ogni cosa precipita agli elementi puri e tutto diventa l'opposto di tutto. C'è un uomo in mezzo al mare che non riesce a tornare a riva, si ritrova a fare i conti con i limiti della propria persona, e il contesto fa di questo corpo, in balìa dell'incerto, l'universo intero. Il resto è un rumore di fondo nella fatica della sopravvivenza tout court, che però funziona da enorme memento vivere: più giù, aldilà della crisi, sta l'ordinario quotidiano. Così arrivano gli echi di polifonie umane virili e rotonde, dei muretti a secco che intersecano le campagne aride su cui trovano nutrimento bestie, sugherete e contadini, a dispetto della sterilità apparente. Nel mentre, tutt'intorno, le acque materne e feconde per definizione stanno lì lì per dargli il colpo di grazia e risucchiarselo per sempre. E poi c'è una donna sulla terraferma - ma un'isola è terraferma davvero? - che aspetta il ritorno, e ogni cosa riporta a una specie di trance in sospensione fra i ritmi circolari e percussivi e la voce aguzza e lacerante come un amo da pesca di Jacopo Incani / Iosonouncane. Die è intenso e viscerale al pari di e forse più de La macarena su Roma; c'è da innamorarsene seriosamente da quanto muove e commuove. Non abbiatene timore e ascoltate...
Iosonouncane
Die
2015
Trovarobato
Tracklist:
1. Tanca
2. Stormi
3. Buio
4. Carne
5. Paesaggio
6. Mandria
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1 commento:
Un album meraviglioso. Per me il meglio di quest'anno, insieme a Metropolis degli Albedo.
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