Se appartenete alla categoria sempre più numerosa di coloro che non ne possono più della routine quotidiana e delle facce accartocciate dei datori di lavoro, bene è giunta l’ora di prendere qualche giorno di permesso, staccare il telefono e aspettare il primo treno diretto in qualsiasi posto lontano almeno trecento chilometri. Fate scorta di ottimi propositi, qualche panino e un buon libro. E soprattutto, affinché possa il vostro itinerario svolgersi al meglio, portatevi dietro un bel disco. Un album nel quale immergersi completamente per scrollarsi di dosso gli ultimi tremori del gelo invernale. E chi meglio può assurgere al ruolo di accompagnatore fedele se non la spensieratezza di We own the afternoon, ultimo lavoro del trio riminese? Ecco, dovreste portarvi dietro proprio lui. Dopo la pubblicazione di due ep, gli Shelly Johnson Broke My Heart tornano, infatti, con un album contenente sei brani dall’intelaiatura ritmica incalzante, capace di evocare sentimenti forti e contrastanti. Il risultato è un lavoro godibilissimo in cui ciascun brano concorre al ruolo di potenziale singolo; un sound personale e riconoscibile come viva testimonianza di una band che riesce a tenere la barra del timone saldamente ferma, in un punto dove qualità e improvvisazione s'intersecano facendo suonare tutto più spontaneo e naturale. A dare il via a “25 minutes of daydreaming guitars, fuzzy basses, crazy rythms and a million backin vocals” ci pensa un’intro strumentale che si distende su un climax ascendente graffiato da distorsioni dalle venature shoegaze. Prostitutes, una sorta di continuum del precedente, sfodera battiti onirici di batteria e gorghi chitarristici in un caricarsi di distorsioni febbrili dalla forte cadenza ipnotica. Segue la carica strumentale di John Krasinski che parte come un razzo per una corsa che lascia senza fiato; la commistiva esplosione tra un piglio tipicamente punk e power-pop scanzonato , entusiasma per una musica non solo gradevole ma ricca di profondità. Il carattere appassionato della voce dà al disco un sapore delicato, intriso di ricordi e stati d’animo. Il twee-pop trasognante di Black Pop Song sprigiona una malinconica dolcezza contornata da abbracci chitarristici capaci di sciogliere anche i cuori più gelidi. A tratti nostalgica, a tratti gioiosa, la musica degli Shelly Johnson Broke My Heart crea con estrema facilità atmosfere morbidissime, arricchita maggiormente da innesti ritmici di disincantata spontaneità. La purezza di Lonesome Richard riecheggia nella mente come tutte quelle belle canzoni che ti esulano dal contesto fisico, traslandoti altrove in totale sicurezza. Ci si prepara ad un finale trasognante con la straordinaria bellezza di Alamorgordo/Rio rancho/Las Cruces e la vibrante sincerità di Sebastian, The King; il lirismo va a braccetto con la scherzosa allegrezza, trattando temi come fossero personaggi con stati d’animo differenti ma complementari; un po’ come se per un attimo si venisse catapultati in una serie televisiva degli anni 90 decisamente fuori da ogni schema usuale. In un ambito musicale come quello attuale, saturo di prodotti mediocri quanto eccellenti, gli Shelly Johnson Broke My Heart rimangono in un punto di riferimento per chi cerca musica di qualità, forse non rivoluzionaria o troppo originale, ma realizzata con ingente passione e sincerità. Vi ritroverete a canticchiare quasi senza pensarci e la giornata trascorrerà piacevole tra uno schioccar di dita e l’altro.
Shelly Johnson Broke My Heart
We own the afternoon
2012
Stop! Records
Tracklist:
1. -
2. Prostitutes
3. John Krasinski
4. Black Pop Song
5. Lonesome Richard
6. Alamogordo/Las Cruces/Rio Rancho
7. Sebastian, The King
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3 commenti:
lunga vita ai shelly johnson etc. e agli altri gruppi della stop records ma anche alle altre net label.
lunga vita a voi che ci fate ascoltare la musica indipendente italiana.
dopo la sviolinata un quesito malandrino. Perchè nonostante l'evidente amore che avete per sjbmh e girless & the orphan non avete messo la stop records tra le netlabel?
inoltre perchè non aggiungete anche la fallo dischi di napoli?
ti stimo
hai individuato il nostro punto debole... siamo troppo pigri...
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