Deliziosissimi Luminal, parlateci un po' di voi, da dove venite? Cosa fate nella vita?
Veniamo dalle nostre stanze, dove siamo rimasti chiusi il tempo necessario per respirare, resistere, studiare e capire cosa volessimo dalla vita, dal tempo, da questo paese e dalle persone che ci stanno intorno.
Siete degli agitatori sociali (dai testi al flash mob), ma avete preso il nome da un farmaco anticonvulsivo, come mai?
Mia madre era ricoverata in una clinica psichiatrica e in quella clinica un tipo mi ha rivelato il segreto della vita. Da quel giorno non ho più smesso, nè con le malattie mentali, nè con la vita. Sapere chi sei, rispettare te stesso, e poi gli altri è l’unica cosa che conta. E’ la base per costruire prima la propria identità, e poi un’identità sociale. Non siamo degli agitatori sociali, gli agitatori sociali controllano le masse attraverso l’istinto. Noi cerchiamo di sollecitare il pubblico su certi argomenti così come lo facciamo con le persone che incontriamo nelle nostro vite private, nel modo più onesto e spietato possibile. O almeno cerchiamo di fare del nostro meglio.
Rispetto al precedente "Canzoni di Tattica e Disciplina" in cui facevate l'occhiolino ad un bel periodo della musica indie (echi di CCCP e Disciplinatha..), cosa è cambiato in voi e in quel che vi circonda?
Ci fa piacere questo paragone, anche se ci hanno paragonato praticamente a tutti i gruppi famosi che suonano in questo paese. Suoniamo sempre quello che siamo, suoniamo ciò che amiamo e ciò che odiamo, suoniamo quello che in cui crediamo, perché sappiamo che sul palco possiamo renderlo vero e possiamo proteggerlo, ci concentriamo e scontriamo sempre con le stesse tematiche, non è cambiato nulla, l’Italia è ancora un paese che si contraddistingue per l’ignoranza, l’invidia spicciola, la superficialità, l’arroganza, il degrado morale e politico. Canzoni di tattica e disciplina era un disco di pancia, un disco dove, se avessimo potuto, avremmo messo tutto e il contrario di tutto. Quando abbiamo registrato “Io non credo” eravamo più consapevoli di quello che volevamo fare, e soprattutto di come volevamo farlo, e siamo davvero molto soddisfatti del risultato.
La situazione musicale romana è da sempre in fermento, ma con quali gruppi vi sentite più affiatati non solo musicalmente? E gli spazi per suonare sono sempre gli stessi o nascono nuove interessanti realtà?
Nell’ultimo anno L’Angelo Mai è stata la nostra seconda casa, è un centro sociale con un’idea molto precisa dell’arte e di quello che debba essere uno “spazio sociale” oggi in una città come Roma. I locali sono sempre gli stessi, ogni tanto arriva qualcuno nuovo, che poi magari chiude, si sposta, cambia nome. E alla fine restano le persone e le situazioni che fanno bene il loro lavoro e hanno la forza di resistere. Ci sono moltissimi gruppi rock di valore tra Roma e dintorni, basti pensare a band come Betty Poison, Madame Lingerie, giusto per citarne un paio con cui siamo più in contatto.
Scaricate musica? E tra quella che avete ascoltato negli ultimi tempi, quale non può mancare nelle case dei nostri aficionados?
Scarico musica e credo sia giusto ascoltare un disco prima di decidere se comprarlo. Il filesharing è una forma di marketing gratuita ed efficace, e non è provato da nessuna parte che sia quello il morbo che sta uccidendo il mercato discografico. Grazie alla lettura di “Guida ragionevole al frastuono più atroce” di Lester Bangs sono in pieno revival anni 60, da pochi giorni sto ascoltando gruppi come i The Guess Who e I The Troggs, venivo da una bella immersione di new wave anni 80. E ascolto sempre un sacco di buona musica italiana, emergente e non.
Che ruolo pensate possano avere i music-blog o, più in generale, internet nella promozione dell'album, visto che la vostra ultima fatica ha visto proprio il lancio dal sito della rivista Rolling Stone? C'è un ritorno economico tramite i concerti ed il merchandising?
Un music blog può essere efficace o inutile tanto quanto una rivista musicale, tutto dipende dalla qualità e dall’interesse di quello che c’è dentro, conta la sostanza, poco la forma. Lo stesso discorso vale per Internet. C’è un’infinità di gente che spinge per apparire, poi alla fine c’è una selezione naturale. Concerti e merchandising, qualcosa ritorna, ma siamo ancora all’inizio e per adesso ci importa soprattutto del ritorno “di vita”, per il ritorno economico c’è tempo.
Ed ora che è pronto il tour, toccherete solo le grandi città o vi farete strada anche in provincia?
Dove c’è un palco, e abbastanza spazio per sudare e farsi venire il torcicollo, noi ci siamo. Siamo andati e andremo a suonare ovunque. E’ la nostra vita.
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