Cesare Basile non ha bisogno di presentazioni, tanto costituisce un pezzo di storia della scena indipendente italiana. Dopo diversi anni in giro tra Roma, Berlino e Milano, tornare a Catania è stato l'inizio di un un nuovo percorso musicale ed artistico, fatto soprattutto d'impegno sociale attraverso il Teatro Coppola occupato a Catania, il Teatro Garibaldi a Palermo e l'Arsenale, una federazione che raccoglie singoli, associazioni ed imprese, allo scopo di promuovere e tutelare le professionalità in ambito musicale ed artistico in Sicilia. E questo nuovo album (l'ottavo, per la precisione) che porta come titolo il suo stesso nome, rappresenta pienamente l'amore per la propria terra. C'è la capacità di fondere la tradizione popolare con il cantautorato folk americano, laddove si raccontano storie di lavoratori sfruttati dai padroni, donne fatte uccidere dall'amante nobile per il quale la storia è divenuta sconveniente (Minni Spartuti), a cui si aggiunge la storia dell'addinucchiata, che nemmeno da morta riuscì a distendere la schiena, costretta, come fu, per tutta la vita a stare in ginocchio (Canzuni addinucchiata); ma c'è anche la rivalsa del matto del villaggio che non ha paura di farsi ammazzare, pur di non rinunciare alla propria libertà (Nunzio e la libertà). Gli arrangiamenti sono scarni ed essenziali quanto basta perchè le parole (in italiano e siciliano) arrivino come schiaffi diretti in faccia. Basile aggiunge: “Queste canzoni sono cresciute da sole, in Sicilia, fra la polvere di cantiere di un teatro occupato. Non avevo tempo per suonare la chitarra. Dovevo impastare il cemento, dare la calce ai muri, passare linee elettriche. Evitare che gli idioti e gli infami mi rovinassero il piacere di ignorare il Potere. Sono cresciute da sole, senza strepiti, senza smanie o affanno, determinate a venir fuori quando sarebbe stato il momento.
Poi, in estate, mi sono seduto, ho passato di nuovo sulla chitarra le mani secche di tanta polvere, e ho cominciato a suonarle queste canzoni. Non credo neanche di averle scritte, o, se è successo, è successo talmente in fretta da non rendermene conto." Questi pezzi non possono non richiamare fortissimamente alla mente il messaggio di De Andrè, per la raffinata capacità di cogliere l'animo umano nella molteplicità delle sue manifestazioni e per la vicinanza emotiva con diverse categorie di emarginati. L'edizione in vinile di Viceversa Records è un doppio che include Le ossa di Colapesce, una raccolta di vecchie canzoni di Basile registrate in acustico su un vecchio otto tracce a nastro. Da acquistare per chi ancora sa apprezzare il coraggio di una voce fuori dal coro.
Cesare Basile
S/T
2013
Urtovox / Viceversa Records
Tracklist:
1. Introduzione e sfida
2. Parangelia
3. Canzuni Addinnucchiata
4. Nunzio e la libertà
5. Marilitta Carni
6. Minni Spartuti
7. L'Orvu
8. Caminanti
9. Lettera di Woody Guthrie al giudice Thayer
10. Sotto i colpi di mezzi favori
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