lunedì 7 ottobre 2013

Brioscine appena sfornate: Temperature

Venerdì 27 Settembre 2013 arrivo al Controsenso e subitopocodopomaprimadellive sono con i Temperature, trio Punk-Rock di Arezzo nato nel 2012. Mi presento a Giovanni (voce e chitarra), Giacomo (batteria), Danilo (basso) e già percepisco che sarà veramente un'intervista piacevole. E così è stato. Disponibilissimi, si sono divertiti a chiacchierare del più e del meno, dando vita a una conversazione colorata e ricca di idee, scambi di opinioni, curiosità. Siamo perfino arrivati a parlare del cambiamento degli Arctic Monkeys, di quanto gli Strokes ci abbiano deluso con gli ultimi due album così come i Muse, delle cover e tribute band, delle parole toscane derivate dal Francese e dal Tedesco, e molto altro. È stato veramente tutto bello, davvero, avreste dovuto esserci. Giovanni rompe il ghiaccio dicendo che per ora hanno fatto poche date perché sono attivi da un anno, e poi arrivo io con la prima domanda. Enjoy le Brioscine di questo Lunedì!


Cosa vi aspettate dal concerto di stasera?
È una delle prime volte che suoniamo dal vivo: abbiamo fatto una data, quest'estate siamo stati al Mengo Festival di Arezzo, e i nostri pezzi sono stati portati da Giovanni all'Annibale Festival Psichedelico. Durate i concerti ci aspettiamo di rendere live quello che in sala prove ci viene meglio. Formare un gruppo e arrivare dopo un anno ad un affiatamento simile non è semplice: siamo stati parecchio fortunati, e vorremmo che questa fortuna abbia un riscontro sia dal vivo che nel trovare sempre più occasioni per suonare. L'essenza di un gruppo come il nostro viene maggiormente apprezzata live: il Punk-Rock è un genere che deve essere suonato a un certo volume, solo così ha un impatto notevole. Fisicamente, anche il più basso dei palchi può essere uno scoglio: per noi la cosa migliore è suonare per terra, con le persone attorno, avendo così un contatto ancora più stretto.

Più volte mi sono chiesta cosa si prova a suonare su un palco, insieme ai tuoi amici e compagni, con davanti persone che ascoltano e osservano. Ovviamente è tutto soggettivo. Come vivete questa esperienza?
Giovanni: È una bella domanda, questa. Per me è senza alcun dubbio liberatorio perché generalmente sono abbastanza timido. Una volta cominciato a suonare, da più giovane, ero addirittura più spavaldo rispetto ad ora: crescendo hai più aspettative, e oltre alla parte riguardante il messaggio che vuoi comunicare senti anche il bisogno di curare quella dedicata al suono, di modo da far uscir bene la melodia. Comunque sì, è liberatorio e terapeutico: si tratta di una bella sensazione che tutti dovrebbero provare.
Giacomo: Probabilmente suonare rende le persone meno timide, perché permette di poterti esporre aiutandoti a scioglierti. Magari dopo il concerto scendi dal palco e torni ad essere timido come lo eri prima, però quando suoni ti trasformi: a me succede proprio questo.

                             

Descrivete la vostra Musica e datemi dei motivi per cui una persona dovrebbe ascoltarvi.

Giacomo: Ho provato a mandare qualche link a qualche mio amico, che ha sempre ascoltato Musica diversa da quella che facciamo noi adesso, proponendo qualcosa di diverso, niente di clamorosamente nuovo, però sì, diverso e originale rispetto al lavoro di altri gruppi della nostra zona di Arezzo.

Domanda per chi si occupa dei testi: a cosa è dovuta la scelta di scriverli in Inglese piuttosto che in Italiano? Riesce ad esprimere meglio le emozioni, le idee, oppure semplicemente si sposa meglio con la melodia?

Giovanni: Dei testi mi occupo io. Ho sempre ascoltato Musica cantata in Inglese, mentre di gruppi italiani ne ascolto veramente pochi, tipo i Verdena. Scrivo direttamente in Inglese perché mi suona meglio ed è molto più naturale per me, avendolo imparato da solo, in casa, ascoltandolo attentamente. Di solito scrivo prima la Musica, trovo una melodia, in base alla quale scrivo il testo, che deve risultarci ben incastrato: inizialmente è l'immagine che viene a crearsi nella mia mente, e poi comincia tutto il resto.

Cosa avreste fatto se non foste stati i Temperature?
Danilo: Io avrei continuato a suonare con il gruppo in cui suono parallelamente ai Temperature. Dal punto di vista musicale, se non suonassi nei Temperature avrei pensato ad un progetto mio che ho in mente da tempo ma che non ho mai preso in considerazione, perché probabilmente non so nemmeno io cosa vorrei fare di preciso. Inoltre mi sarebbe piaciuto creare un qualcosa con un gruppo di amici, ma non è possibile a causa della distanza fisica che impedisce la collaborazione.
Giovanni: Io ho già fatto cose da solo, quindi probabilmente avrei continuato quella strada lì: non riesco a stare senza Musica, che per me è una sorta di scappatella dell'adolescenza, il sogno nel cassetto, e voglio far sì che rimanga il mio sogno, perché mi fa star bene.
Giacomo: Mettendo in ballo anche l'altro gruppo di cui faccio parte ti dico che smetterei di suonare proprio perché per ora mi trovo bene con questi due generi di Musica. Anche se ho in mente un qualcosa che potrei fare da solo, non sarei comunque in grado di poterlo portare avanti.

                             

Com'è la situazione musicale nella vostra città, Arezzo?
È crollata. È rimasto un locale, il Karemaski (dove hanno suonato gruppi come gli Zen Circus, Il Teatro degli Orrori) che riesce a sopravvivere e ultimamente ha anche fatto una bella programmazione. Una volta c'era una scena, ad Arezzo: arrivavano gruppi esteri, sia dal Nord Europa che dall'America e come posti il Caravaggio e lo Skatepark erano imbattibili. Prima andavamo volentieri anche ai concerti organizzati da Giovanni, ora invece si sente addirittura la mancanza di un posto dove poter suonare. La scena musicale è nata grazie all'Arezzo Wave, che ha visto l'arrivo di un sacco di artisti e la nascita di altrettante sale prove: tutto questo si è fossilizzato nel 2006, con il boom dei Mods, con cui non era semplice convivere. "Non può mai esserci la nascita di una nuova scena interessante se viene a mancare la contaminazione tra le persone" (Danilo)

Che genere di Musica vi ha accumunato?
Punk, Rock, Grunge, scia degli Anni '90, sono questi i nostri punti di riferimento a livello di gruppo: c'è chi ha ascoltato più i Nirvana, chi gli Smashing Pumpkins, chi i Soundgarden, chi i Sonic Youth, chi i My Bloody Valentine.

E curiosità… Come mai vi chiamate così?
Giovanni: Cercavo un nome che fosse compatto, di un'unica parola, e che suonasse bene. È stato un mio amico, con cui sono cresciuto a livello musicale, a dirmi che quando pensava al genere che avevo proposto gli veniva sempre in mente Temperature, Temperature, Temperature. E questo perché, sempre secondo lui, si trattava di un termine che può riferirsi a più cose, come al corpo, o all'umore, o alle sfumature, ad esempio.

                            

Buoni propositi per il futuro?

Settimana prossima registriamo un paio di pezzi nuovi, e vogliamo anche fare un 7 pollici in vinile. Stiamo fissando anche altre date, oltre a quella già programmata a Dicembre quando apriremo ai Fast Animals and Slow Kids.

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