mercoledì 31 ottobre 2012

Le migliori colazioni di Ottobre

Come ogni fine mese rieccoci qui a proporvi il meglio della musica che è passata per il nostro cucinino. Di tutte le colazioni che abbiamo fatto insieme le canzoni qui sotto e gli album che le contengono sono per noi la schiuma del cappuccino, la goduria musicale che non vi potete perdere. Comodamente disposte come in un vassoio di paste trovate qui la summa di Ottobre in sei canzoni.

Man on Fire è un brano ispirato alla figura di Alfredo Ormando, scrittore omosessuale che nel 1998, in prossimità di Natale, si dette fuoco in Vaticano, davanti a San Pietro, per protestare contro l’omofobia nella chiesa cattolica. Brano commovente e sofferto che tratta di un’esistenza che trova il suo senso soltanto nella propria fine. Impossibile non rimanerne toccati. La recensione dei Novadeaf la trovate qui. (Lucy)



In In The Kennel a musicisti provenienti da diverse band viene chiesto di collaborare per qualche giorno nel Blue Record Studio di Cuneo. Il risultato viene poi pubblicato in una serie di ep da Goat Man Redords e Noja Recordings. Al primo volume hanno preso parte i siciliani Gentless3 e i piemontesi La Moncada, qua potete ascoltare e scaricare i quattro brani. (Fabrizio)


Prendete una buona dose di dream pop, aggiungeteci oscillazioni di synth, una farcita di loop, un mix di chillwave e shoegaze, agitate bene il tutto a grande velocità e avrete un’idea approssimativa dell’universo sonoro di Boda, lavoro d’esordio del duo romagnolo Twin Room. Tra i pezzi più ambiziosi risalta Lanterns, in cui chitarre e synth dialogano amorevolmente con accenti sperimentali, reminiscenze vintage, il tutto tenuto insieme dalla voce ammiccante di Trab. L’ep è in free download qui, mentre trovate la nostra recensione a questo link. Decisamente un esordio intrigante che vale la pena annoverare tra le cose più interessanti di questo mese. (Mara)



Tra i numerosi progetti elettronici, che negli ultimi tempi hanno preso piede in Italia, quello di Indian Wells, ennesima scoperta dell’etichetta Bad Panda Records, è tra i più interessanti e apprezzati. Night Drops è un’infinita cavalcata di intromissioni digitali, sample e vibrazioni dub. In tutto fanno otto pezzi, ugualmente incisivi e cervellotici. Il disco si apre con l’assalto sonoro di Wimbledon 1980, che vira su campionature elettroniche, abbozzi glitch, percorrendo binari ambient presenti in tutto il lavoro. Se avete voglia di lasciarvi travolgere dalla scia ipnagogica di Indian Wells, trovate la nostra recensione qui, mentre a questo link potete scaricare l’album. (Mara)



I Murder sono un duo bolognese che respira la cronaca nera di tutti giorni e sputa fuori una serie di suoni distorti e dilatati che vi scombussoleranno le budella. Questo ottimo disco è del 2011 e venne prodotto da Jena Dischi, noi lo abbiamo recensito qui mentre lo potete scaricare gratuitamente qui. Why? è la mano fredda che vi batte sulla spalla, non vi voltate.


I Dresda, quintetto post-rock genovese, hanno partorito a metà mese il loro secondo full-leght, Diluvio, un disco post-rock di cinque tracce meravigliosamente coinvolgente. Il disco, coproduzione di Asiluum Net Label, Marsiglia Records e Dissenso Records, è scaricabile gratuitamente dal bandcamp del gruppo mentre qui potete leggere la nostra entusiastica recensione.

Ginevra Di Marco - 3 [Video]


da Trama Tenue
Wiki

martedì 30 ottobre 2012

Girless & The Orphan - Nothing to be Worried About Except Everything But You - 2012

Quando una melodia si afferma come colonna sonora delle nostre giornate è impossibile farne a meno; l’ascolto si trasforma da un’azione banale in un’esigenza fisica, una dipendenza psicologica e a volte patologica. C’è chi riesce a disintossicarsene, chi invece, contro ogni prescrizione medica, preferisce esserne ossessionato. La più recente risponde al nome di Nothing to be Worried About Except Everything But You nota come sindrome di Girless And the Orphan. La band romagnola ha infatti pubblicato da pochi giorni il suo nuovo lavoro, noncurante degli effetti collaterali a cui si sarebbe potuti andare incontro: l’apprezzamento da ascolti ripetuti. L’album per dirlo in termini giornalistici, è una gran figata. 
Per il loro primo full length, dopo due ep e lo split con quei geniacci dei Verily So, i ragazzi hanno pensato bene di avvalersi della presenza di musicisti brillanti, generando un feeling sonoro che pervade tutte e nove le canzoni. Il risultato è affascinante. L’inclinazione malinconica di Your chest is a snuggery, brano iniziale del disco, crea una sorta di bolla melodica che vira su morbidi tratteggi chitarristici e languidi glissati di basso fretless. Il pezzo respira un’aria nostalgica, una confessione a cuore aperto che, in un’estasi quasi bukowskiana, trasporta verso ricordi e sensazioni che intrappolano nella fugacità di un minuto (I found everything, and then I found ourselves trapped in a minute..). 
Dall’andamento pacato della track d’apertura, si passa all’asprezza melodica di Mein Vatikampf, con sezioni ritmiche che veleggiano in un continuo saliscendi d’intensità; ne viene fuori una critica sottile, che tra pause atmosferiche e muri di basso e batteria, dà sfogo ad una sarcastica riflessione su temi brucianti del nostro tempo. Segue Bad scene, your fault, uno dei brani ( secondo il mio modesto parere) più belli mai composti dal gruppo. Il cantato spicca, marchiato a fuoco dalle percussioni avvolgenti, con una tensione che non si arrende mai, attraverso un’ottica sghemba permette di mettere a fuoco in modo realistico le storture e i difetti del bel Paese. Dal punto di vista della resa sonora, è evidente la continuità con i lavori precedenti nonostante il contesto sia però leggermente rilassato rispetto al passato. Un esempio? La dolcezza atmosferica di The Speechless One che pulsa incessantemente sotto una linea di chitarra svelando uno dei lati più intimisti del disco, e contribuendo in modo equilibrato ad accrescere l’inevitabile forza attrattiva della composizione. I testi rendono conto all’attualità, indagando anche nelle pieghe più disgustose. Sono bagliori intensi quelli che sparano sugli occhi gli attacchi psycho folk di Cinnamon and Arrogance; la sfrontata frenesia del punk si colora di tonalità folk rock e raggiunge l’apice con arrangiamenti martellanti, sotto le urla deflagranti di Girless. Giunti a oltre metà del disco, le canzoni proseguono su un percorso senza ostacoli e a tutta dritta. Così, emozione pura è la visionaria It’s Your job to keep class-worm elite, in cui il compromesso tra la ritmica sgraziata della chitarra e la tromba che invade delicatamente il brano è ideale, e soprattutto scivola con grande naturalezza, conferendo al pezzo un pathos di alti livelli. Le digressioni chitarristiche di Phony, non soffocano l’appeal melodico del brano che tra sussulti di folk isterico, exploit noise, e la potenza vocale, trasportano in uno stato di euforia che non potrà non farvi saltare dalla sedia. Le due canzoni The minute i talk e Calleth you , Mocketh I, chiudono degnamente questo ottimo album. 
I ragazzi hanno le idee chiare e Nothing to be Worried About Except Everything But You è un disco splendido su cui c’è niente o poco da dire; chi non trova ristoro nella musica dei Girless and The Orphan non può dire di avere un animo sensibile, perché, quando un riff di chitarra, una voce calda, un refrain si insinuano in maniera definitiva nell’ascolto di ciascuno di noi, restarne indifferenti è decisamente impossibile. Insomma, per ora nessuno qui ha intenzione di guarire. 


Girless & The Orphan
Nothing to be Worried About Except Everything But You
2012
Stop! Records / To Lose La Track

Tracklist:
1. Your chest is a snuggery
2. Mein vatikampf
3. Bad scene, your fault
4. The speechless one
5. Cinnamon and arrogance
6. It's your job to keep class-worm elite
7. Phony
8. The minute I talk
9. Calleth you, mocketh I



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Surak - One [Video]

Da Space Invaders
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lunedì 29 ottobre 2012

domenica 28 ottobre 2012

How Do You DIY? // Megaphone vs. Giant Split

Rieccoci con l'appuntamento settimanale dedicato al Do It Yourself, ci occupiamo questa volta della laboriosa etichetta Megaphone Records e ci facciamo raccontare da Fabio (che conosciamo già per il suo lavoro come Arnoux) cosa si produce alla Megaphone e perché si sbattono così tanto. Tra le altre cose oggi scopriamo come è stata prodotta la cassettina split tra Jackeyed e The Sleeping Tree mentre domattina troverete ad aspettarvi il post con il disco da scaricare. Bando alle ciance.

Ciao Fabio, partiamo da una domanda più generica per calarci nel contesto. Crearsi da soli un supporto personalizzato è una fatica immensa, soprattutto in termini di tempo. Da cosa nasce l'esigenza del "farselo da soli"? Ne vale la pena? O meglio, visto che molti pur facendosi tutto da soli approdano a soluzioni ben più semplici, trovi ci sia una correlazione tra quanto vi ci sbattete e l'apprezzamento del prodotto finito da parte dei fan?
Ciao Davide e ciao tutti, con Megaphone produciamo questo tipo di oggetti per dare alla musica un degno supporto fisico, curato con amore e passione, il download digitale, soprattutto quello gratuito, e il bombardamento via web sta spostando il modo di condividere la musica, certo, ormai da anni; escono 500 dischi al giorno in free download che si perdono in una galassia di share, retweet, post, link, like, foto super cool da cover di Vogue su Facebook, un vortice di gruppi e canzoni che arrivano come mitragliate di uzi.


Rimpiangiamo un po' con nostalgia quando le cassette passavano di mano in mano, si mettevano nel deck e ci si prendeva il tempo per ascoltare, a volte su un impianto dignitoso, con delle casse che non siano ridicole come quelle di un dannato 13", il tutto è diventato fottutamente veloce ma la musica ha bisogno di essere assorbita lentamente, imparata, non basta un click e un ascolto su quelle stupide casse, bisogna apprezzare le frequenze che quelle casse non supportano, ascoltare la musica su un impianto stereo minimamente decente. Abbiamo iniziato a produrre cassette e CD (e presto anche vinili) per imparare nuovamente questo, la lentezza, la qualità di un ascolto in alta qualità, facciamo da soli perchè vogliamo che sia un supporto unico per un album/split/sampler unico, non siamo contrari al download sia chiaro, i nostri dischi li trovi su Bandcamp, può darti un'idea di cosa facciamo si, ma a noi non basta, vi consigliamo di provare la differenza tra spararvi un disco in download sulle casse del computer o ricevere una nostra cassetta ad esempio, da scartare, esplorare, scoprire, e soprattutto ascoltare su uno stereo, la tua cazzo di copia unica che ci abbiamo messo tipo un'ora a fare per te.


Nel caso specifico dello split tra Jackeyed e The Sleeping Tree si parte dalla cassettina vergine e si arriva a quel prezioso oggettino fisico. Che attrezzature bisogna avere per coprire da soli l'intera filiera produttiva dalla registrazione alla produzione del packaging finale?
Tolta la fase di registrazione degli artisti che ovviamente è un processo a se, noi riceviamo i file "masterizzati" delle tracce, dal computer (via scheda audio) li registriamo su cassetta utilizzando un Nakamichi ZX-9, un aggeggio che arriva direttamente dagli '80 dove le cassette vengono duplicate con una qualità micidiale, a parte il classico e leggero fruscio di fondo tipico del nastro è pressochè identica al "master" originale, le cassette sono doppiate una ad una. Per quanto riguarda la parte grafica, abbiamo adottato una tipologia di packaging che ci porteremo avanti per un tot, abbiamo realizzato una fustella e cioè uno "stampo" che contemporaneamente trancia e "segna" delle pieghe nella carta per facilitarne la piegatura. Una volta stampate le grafiche del caso sul foglio, tramite l'utilizzo di una pressa che monta sul fondo la fustella, generiamo quello che poi sarà la scatola della cassetta, il packaging dello split è realizzato con una bellissima carta sperimentale fatta di alghe della laguna veneziana, abbiamo in fase di studio un meccanismo per produrre carta riciclata 100% da Megaphone. 



Lo split in musicassetta di Jackeyed e The Sleeping Tree non è nemmeno l'esempio più macchinoso della laboriosità della Megaphone. La compilation natalizia dello scorso anno aveva un ben più complesso packaging. Ce lo racconti? è stata una mossa tattica per evitare di fare il regalo di natale a parenti e amici? Quante ne avete fatte e quanto avete impiegato a confezionarle tutte?
La compilation di Natale è stata un lavoro micidiale frutto di una laboriosa catena di montaggio, il packaging del CD è in legno serigrafato e stoffa, nel video si vedono gran parte delle fasi di lavorazione e l'assemblaggio è stato realizzato completamente a mano tra un caffè e l'altro, il monte ore è pressochè incalcolabile, diciamo parecchi, parecchi ettolitri di caffè e benza. Le 60 copie limitate sono state esaurite la sera della presentazione. Purtroppo il formato fisico della compilation di Natale di Megaphone esce sempre leggermenrte dopo il 25 ma è un regalo originale, ed è l'ideale per passare le festività ascoltando ottima musica! Per l'edizione di quest'anno abbiamo in mano una gran bella cosa, non vediamo l'ora di proporvela! 



sabato 27 ottobre 2012

Andrea Carboni - Il Male Minore [Single]

Un giorno di pioggia (per nulla strano in questo periodo) torno a casa, guardo distrattamente nella buca delle lettere e trovo un pacchetto giallo sul fondo. Toh, qualche altra missiva musicale! Apro senza leggere il mittente e mi ritrovo in mano il cd del mio omonimo Carboni. Dopo aver fatto le scale a due a due accendo pc, casse, mi posiziono strategicamente sulla poltrona e mando in play VLC. Passo di canzone in canzone, di nota in nota con leggerezza, con la voce di Andrea Carboni e gli accordi che mi sfiorano delicatamente e penso che sia quella la sensazione soave che dovrebbe dare colui che viene definito cantautore. Anche nel pezzo interamente strumentale, le note prendono voce e la malinconia ti mette in testa parole che scivolano via e si perdono. Tutto questo e molto di più è Sassi, pochi minuti che danno grandi emozioni. Per chi, come me, si impegna nell'ambito sociale il supporto di Andrea Carboni alla Fondazione Achille Sclavo è molto importante e non deve passare inosservato. Il totale dei proventi va alla Fondazione che porta avanti coraggiose campagne di vaccinazioni nei paesi del Sud del mondo. La differenza tra il dire e il fare è questa.
Da oggi per una settimana potete scaricare Il Male Minore dal link in fondo. Enjoy!


Andrea Carboni
Sassi
2012
Autoprodotto

Tracklist:
1. La migliore che ci sia
2. Il mio rumore bianco
3. Il male minore
4. Complicité



Recensione (Shiver Webzine) ▼ Sito Ufficiale
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Amor Fou - I 400 Colpi [Video]


da 100 Giorni da Oggi
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venerdì 26 ottobre 2012

Penelope sulla Luna - Superhumans - 2012 [Streaming]

A quattro anni dal loro ultimo full-lenght tornano i Penelope sulla Luna con le otto cupe e potenti tracce strumentali di Superhumans, un disco cinematico che racconta epicamente le storie di eroi quotidiani, benchè sommersi da ogni difficoltà alla fine trionfano. O almeno galleggiano. Superhumans è un disco in corsa, fatto di un veloce susseguirsi di istantanee musicali come in quel rapido overlapping di vignette negli opening credits dei film della Marvel, usati da dieci anni a questa parte. E sotto la musica di Danny Elfman. (Sì è la seconda volta in tre giorni che cito Spiderman, fatevene una ragione). La prima traccia parte nella pausa tra due parole, è una discussione viva, una tensione pulsante. Quindi esplode. E per voi non c'è ritorno, sarete assorbiti dall'intero disco, dall'intera storia come un fumetto letto d'un fiato. I Penelope sulla Luna escono per i Dischi del Minollo il 2 Novembre ma potete ascoltarvi l'intero disco da oggi qui su The Breakfast Jumpers. Spegnete tutto e accendete la musica.


Penelope sulla Luna
Superhumans
2012
Dischi del Minollo

Tracklist:
1. Superhumans
2. To Kill You in Your Sleep
3. Feathers Cry in Pillow Wars
4. Shooting Monkeys into Space
5. Rainbow Club
6. Vendetta!!
7. Goblin
8. That's not How the Story Ends



Sito UfficialeFBTW

Too Much Distress - Drunked Blind [Video]


Regia di Stefano Cortis
Da Tutto é come sembra
Soundcloud

giovedì 25 ottobre 2012

Need a Name - What You Were, What I've Become - 2012

Parole frantumate come in comunicazioni interrotte da un capo all'altro del sistema solare. Dario Lupo è un astronauta che galleggia nel vuoto, perso nello spazio e Need a Name è il moniker sotto il quale ha pubblicato questo bellissimo disco di elettronica atmosferica, anzi spaziale. What You Were, What I've Become è interamente scritto, eseguito, registrato e masterizzato dall'artista salernitano e contiene dieci tracce in cui potrete sciogliervi e anche voi perdervi nella profondità delle stelle. Per una volta queste dieci stelle non sono fredde e lontane ma confortanti seppur a tratti malinconiche. Music from outer space. Just press play.


Need a Name
What You Were, What I've Become
2012

Tracklist:
1. We'll Meet, Someday, Somewhere
2. We
3. Depth
4. Mamihlapinatapai
5. We Look to the Same Sky
6. Loops on Rails
7. Fireflies
8. You're Just a Dream, But I Still Hope You'll Come True
9. Galaxies
10. At The End, You'll Understand


FBTW
SoundcloudBandcampBuy it!

Roberta Barabino - Febbraio [Video]

Da Magot
Sito

martedì 23 ottobre 2012

Le Gros Ballon - Orange - 2012 [Streaming]

La mongolfiera di Francesco Campanozzi e Marco Capra è tornata per guidarci in una nuova avventura sonora, con un doppio album (perché il viaggio sarà lungo) il cui progetto grafico è stato curato da Alessandro Fiori. Ancora una volta Le Gros Ballon ci fa sognare ad occhi aperti, alternando momenti un po’ spigolosi e sperimentali a situazioni più placide e tranquille. Registrato tra il lago di Bolsena (VT) e gli Studi di Casa Medusa a Milano, Orange si avvale dell’utilizzo di variegati strumenti, dai più classici e comuni ai più insoliti (vengono infatti citati nel disco: bomboletta spray, lastra di metallo, guance, minacce mafiose, donna bolsenese) per una colonna sonora che punta tutto sull’emotività di chi l’ascolta.


Le Gros Ballon
Orange
2012
Casa Medusa

Tracklist:

Part I
1. Lake Orange's Shores (Sulle sponde del Lago Orange ad aspettare)
2. Run! (Scappa finché sei in tempo, l’alta marea non fa prigionieri questa notte)
3. Tip, tap, Mr. Drop (Riesci a ballare sull’acqua senza bagnarti?)
4. Wild West Story: Land! (Terra! Ovvero la storia di una fuga verso nessun posto)
5. Sirens and Maelstorm (Non ti addormentare questa notte, aspetta almeno la seconda marea)
6. Eastwards (...la secca, l’Oriente e poi più niente)
7. In a Sea of Jujubes (Su come cercammo rifugio in un salice piangente e trovammo solo gusci vuoti per coprirci)
8. The Live Bait Dance (Balla con me l’ultima volta)

Part II
9. I Never Stopped Swimming You (Le conseguenze dello stile libero)
10. Dancing Sirtaki 23 (...che la corrente se lo porti via)
11. Northern Night (A piedi nudi nella neve)
12. The Ballad of the Dirty Mosquitoes (Raid, Autan, Napalm e altri rimedi)
13. Stuck in Lake Orange (Giù giù non si sta poi così male)
14. This Island Fits for Two (La ballata del naufrago d’amore)
15. We Sailed Foaming Cavalloni (Navigammo per giorni, spumeggiando tra onde e miglia...)


Recensione (LostHighways) ▲ Facebook
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Folletto Unplugged: Farmer Sea - To The Sun (Video)

Viaggio verso la Mole Antoneliana per Folletto Unplugged che fa tappa a Torino per presentarsi a casa dei Farmer Sea, band sulla cresta dell'onda per lo splendido 'A Safe Place', secondo e ultimo episodio della loro discografia, uscito quest'anno e totalmente autoprodotto. Ci hanno accolto all'interno di un ambiente che trasudava musica, fra splendie musicassette, pianoforti, poster dei Belle & Sebastian e soprammobili a forma di maiali e capre. Sospesi fra le highways americane e i Teenage Fanclub, ci regalano questa meravigliosa versione di 'To The Sun', singolo estratto dal sopracitato ultimo album.


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lunedì 22 ottobre 2012

Collettivo Un Incoerente Come Tanti - Due - 2012 [Streaming]

Francesco Perrotta, Eugenio Alfano, Monia Baldacci Balsamello sono il Collettivo Un Incoerente Come Tanti, trio toscano di musica recitata e impegnata. Dopo il tour del 2011 che li ha portati in giro per l'italia e la serie di performace dal titolo Petrolio, uno spettacolo di teatro-canzone dedicato a Pasolini, il Collettivo torna ad incidere in studio e il risultato è Due, l'album che rappresenta la seconda tappa di un percorso iniziato nel 2010 con il loro primo album Dettagli marginali
Due è un concept album sulla Storia italiana (con la esse maiuscola), sulla memoria individuale che si lega a quella collettiva, alle esperienze vissute o mitizzate. Ma anche l'amore in ogni sua sfaccettatura. Voci, chitarra, loop station, synth che si mischiano a creare atmosfere sempre nuove e diverse. Il disco fisico è realizzato interamente a mano con materiali di recupero coniugando il rispetto per l'ambiente e la tradizione tessile toscana. La pregiata confezione contiene un corposo booklet arricchito da omaggi e camei scritti da nomi del panorama artistico, sociale e storico italiano, scelti per la loro capacità di interpretare il concetto di "Memoria" e il Dvd di una performance live del trio. Imperdibile.
Potete ascoltare Due di Collettivo Un Incoerente Come Tanti in anteprima qui su The Breakfast Jumpers fino al 29 Ottobre. Domani, 23 Ottobre, invece potete vedere il trio dal vivo a Prato nel contesto della rassegna Up to You che si svolge ad Officina Giovani.


Collettivo Un Incoerente Come Tanti
Due
2012
La Bicicletta Dischi

Tracklist:
1. Nelle case occupate (rivisitata)
2. Memoria
3. Atelier 80
4. La regola muta
5. 50 ore
6. Plf
7. Ballata del marinaio
8. Remake
9. A passo breve
10. Am
11. Io non sono qui
12. Petrolio
13. Getsemani



Sito ufficialeBookingBandcamp

Amari - Il tempo più importante [Video]

Regia di UOLLI
FB

domenica 21 ottobre 2012

How do you DIY? // Soundcloud

Dopo aver fatto una panoramica su Bandcamp è giusto parlare di Soundcloud, il suo concorrente diretto. Potrebbe sembrare che nella jungla di Internet i due occupino la stessa nicchia ecologica ma in realtà hanno sviluppato entrambi alcune specializzazioni che renderebbero Darwin molto orgoglioso. Soundcloud è un'ottima piattaforma dove lasciar pascolare i propri brani musicali, potete mettere tutte le vostre informazioni e i link ai vostri profili nella barra laterale che a differenza di Bandcamp accetta un poco di codice Html. La personalizzazione della pagina non è massima ma accettabile. La peculiarità di questa piattaforma a cui accennavo prima è la sua socialità, tutti gli utenti possono ascoltare la musica di tutti quelli che la condividono, possono commentare, salvare i preferiti e condividere brani sulle proprie bacheche. Volendo si può implementare anche su facebook così i vostri stalker potranno sempre sapere tutto quello che fate.

A volte la socialità uccide

L'approccio all'upload di Soundcloud è semplicissimo, innanzitutto il modulo permette di caricare i brani in mp3 con un mostruoso risparmio di tempo rispetto a Bandcamp inoltre, se selezionate più di un brano dall'explorer, Soundcloud li riunisce automaticamente in un set e potete inserire le informazioni tutte in una volta. Dopo aver taggato in maniera ottimale i vostri brani, ovvero evitando di ripetere ossessivamente il numero del brano, il nome dell'artista e il titolo dell'album ovunque troviate un campo di testo libero, potete deciderne le modalità di condivisione. Potete scegliere se il set o la traccia che avete caricato saranno visibili a tutti oppure privati e tramite il tasto Download potete decidere se la vostra musica potrà essere scaricabile direttamente da soundcloud o meno (Questo non vi vieta di mettere un link mediafire nella descrizione del set o del brano). La musica su Soundcloud è incorporabile in qualsiasi pagina web tramite un codice embed che potete abilitare o meno cliccando sul tasto Widget. Infine il tasto Apps abilita o meno la possibilità di accedere alla vostra musica tramite altri portali che leggono l'API di soundcloud, Stereomood ad esempio.


Infine, esistono quelle utilissime funzionalità di private streaming che bandcamp mette a disposizione solo a pagamento. Se volete fare delle anteprime streaming, canalizzare gli ascolti su determinati portali e tutte quelle cose che di solito fanno gli uffici stampa ebbene non bisogna essere laureati in comunicazione e marketing basta saper utilizzare bene le funzionalità che vi mette a disposizione Soundcloud. Per prima cosa dovete impostare il set o la traccia come privato e dopo di che potete decidere chi lo potrà visualizzare. Potete includere singole persone che hanno già un account soundcloud oppore inviare la notifica per e-mail e l'invitato avrà accesso ai file e ai codici senza che si debba registrare. Inoltre se ripetete spesso questa operazione e mandate sempre le canzoni o i set privati ad amici fidati o webzine musicali potete creare una lista che vi permetterà di aggiungerli tutti assieme con un solo clic

Arrivati a questo punto vi sembrerà che Soundcloud spazzi la concorrenza in fatto di portali streaming. In realtà mi sono tenuto tutti gli aspetti negativi per il mio pensiero finale. La versione free di soundcloud è solo una piccola demo in cui, nonostante abbiate accesso a tutte le funzionalità descritte, potete caricare solo due ore di musica. I download per traccia sono limitati a 100 e anche i set non sono illimitati, ne potete creare solo tre. Se siete un gruppo con tre album va tutto bene, se invece volete pubblicare il quarto vi tocca cancellarne uno dei precedenti. E questa non è mai una buona mossa di marketing. 
Soundcloud vi propone ben quattro diversi profili a pagamento. Per 29€/Anno vi raddoppiano la musica che potete caricare e potete avere fino a 1000 download per traccia. Per 79€/Anno (o 9€/Mese) potete caricare 12 ore di musica e... basta. E ora attenzione che sto per sparare cifre senza senso. Per 250€/Anno (o 29€/Mese) avete l'account Pro con 26 ore di spazio, la cartellina dropbox personalizzabile e una miriade di statistiche che utilizzerete probabilmente per passare il tempo quando non avrete più i soldi per comprarvi da mangiare. Infine c'è l'account Pro Plus che per 500€/Anno vi dà spazio illimitato e... basta, non aggiunge altro. Per farvi un'idea ancora più dettagliata cliccate qui.

▲ Pro ▲
Funzioni social, upload dei brani in mp3,
personalizzazione di condivisione,
private streaming.

▼ Contro ▼ 
Account premium con prezzi folli

Soundcloud

sabato 20 ottobre 2012

Nient'altro che Macerie - Assolutamente necessario, praticamente indispensabile - 2012

A brevissima distanza da Circostanze riecco affacciarsi sul panorama musicale i Nient'altro che Macerie con un singolo nuovo fiammante. Assolutamente necessario, praticamente indispensabile è una lettera d'intenti e un ricordo sfracellato sulla realtà. Privo di orpelli sonori questo singolo è diretto ed efficace a testimonianza della crescita musicale della band che riesce a delineare piuttosto chiaramente la strada da percorrere. In attesa che loro si rinchiudano in studio a registrare il primo full-lenght ci possiamo godere questo loro regalino, questa canzone densa delle ansie e delle incertezze di una gioventù che si aspettava un futuro ma a cui hanno lasciato solo macerie. Link in fondo.


Nient'altro che Macerie
Assolutamente necessario, praticamente indispensabile


CircostanzeFBBandcamp

Da Hand In The Middle - Shiver, Animals, Sensations - 2011

Uncle Buck Bumba, Hank “Da Tank” Bumba, Pear “Golden Boy” Lafayette, Francis “Baby Face” Chisky, Jackie Komodo Dragon, Sentimiento Garcia Mundi non sono semplici deliri di parole bensì i verofinti nomi di sei umbri con tanti assi nelle maniche. I Da Hand in the Middle arrivano da Montecchio e vi portano un delirante Jungle-Blues-Rock al suono del quale non potrete fare a meno di dimenarvi. Shiver, Animal, Sensations è un disco folgorante in finta pelle cucita a mano, per dire che già dalla copertina si può giudicare la follia di questo progetto. In nove tracce questi sconsiderati campagnoli riescono a farci fare un giro del mondo e sperimentare ogni miscuglio di generi, dalla dolce e cupa The Redeemer alla potenza sculettante di Bake Him a Cake. Che altro dire. Tutto vostro!


Da Hand In The Middle
Shiver, Animals, Sensations
2011
(Autoprodotto)

Tracklist:
1. Doctor pimple's lesson
2. Bake him a cake
3. Joe flies to el limon
4. Take another poor gun
5. Where's my fuckin mule
6. Sandy room
7. Sweet oven
8. The redeemer
9. Mad farmers baseball team

Recensione (Senitre Ascoltare) ▲ FB
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Male di Grace - Il Condannato [Video]


Regia di Francesca Bonci
Da Tutto é come sembra
FB

venerdì 19 ottobre 2012

Matt Confusion - Songs in the Night - 2012

Capita una mattina di svegliarsi e sentire la necessità di accantonare un vecchio progetto per dedicarsi a qualcosa di totalmente differente, ma nei pensieri già ipotizzabile. Questo è quello che è accaduto a un giovane ragazzo di Monza che nel 2011, ha deciso di mettere da parte la freneticità del grunge e del rock alternativo per abbracciare un genere musicale totalmente diverso rispetto al precedente. Così da membro dei Confusion Is Next, Matteo Radice ha utilizzato il suo tempo per lavorare a un progetto solista che si è realizzato con un cambio di nome, Matt Confusion, e un album, Songs in the Night, registrato interamente a casa con un’apparecchiatura a basso costo. Paradossalmente, nonostante l’esiguità della produzione, il disco è di un’espressività ed efficacia prodigiosa. Pare inoltre che i nove brani che compaiono nel lavoro, siano stati composti tutti rigorosamente di notte, quasi a volere imprimere nella mente dell’ascoltatore l’intimità e la magia delle suggestive atmosfere diurne. Ricca di passione, la musica conquista sin dal primo ascolto grazie alle splendide sonorità cameristiche e alla spontaneità ritmica del blues, ricco di fraseggi dalle figurazioni ritmate. La voce calda e sensuale di Matt rimbalza con toni surreali sopra taglienti assoli di chitarra, in una mistura sapiente di natural groove, in grado di coinvolgere senza troppe difficoltà. Blues autentico, nostalgico ed elettrizzante che vi darà la carica per tutta la giornata. La straordinaria sensibilità, la bellezza del suono, il virtuosismo tecnico e non ultima, la versatilità compositiva del giovane musicista, trascinano in un universo sonoro da gustare ogni volta con rinnovato piacere. Provateci. 


Matt Confusion
Songs in the night
2012
Autoprodotto

Tracklist:
1. Word
2. Joe's Diner
3. Longtime Loner
4. Every Now And Then
5. Simply The Blues
6. Sneaking Upstairs
7. Heading Downtown
8. xmas 2011
9. Night Sweat


►  FBTWMyband
Sito Ufficiale ▲ Bandcamp

Egokid - Una vita [Video]

Molte novità bollono in pentola in casa Egokid, a cominciare dalla lavorazione di un nuovo disco dopo il fortunato "Ecce Homo". Nell'attesa il gruppo ha commissionato un remix del loro ultimo singolo "Una Vita" ad Andrea Mangia, in arte Populous. Il maghetto del dream pop elettronico ha confezionato un'estatica take ravey da after sulla spiaggia. Un modo garbato per sfuggire all'inverno.


Regia di Angelo Camba
Da Ecce Homo

giovedì 18 ottobre 2012

There Will Be Blood - One To Nothing (Diddley Ep) - 2012

I There Will Be Blood tornano a far fischiare il loro treno del blues con questo Ep di quattro tracce tutto dedicato al suono del Diddley Bow. Questo strano piccolo banjo monocorda deriva da uno strumento africano importato poi nei campi di cotone americani che consisteva in una corda tesa tra le due estremità di un legno ed una pietra a mò di capotasto utilizzata per modulare il suono. I There Will Be Blood se ne sono costruiti uno e lo hanno suonato fino al midollo, Ode to Nothing a differenza di quel che suggerisce il nome è un richiamo alla più antica storia del blues che dalle oscure e tremende profondità delle schiavismo si erge a capostipite di tutti i generi musicali. Cupo, vibrante e sanguinolento come una vanga che vi spacca la testa nel silenzio indifferente della campagna sconfinata.


There Will Be Blood
One To Nothing (Diddley Ep)
2012
Ghost Records

Tracklist:
1. Timmy And The Bear
2. Catch The Train
3. Kangaroo
4. Black Smith


Next gigs:
27 Ottobre @ Twiggy Club, Varese
10 Novembre @ Meltin Pop, Arona (NO)
7 Dicembre @ Quarto Stato, Cardano Al Campo (VA)
8 Dicembre @ I Vizi Del Pellicano, Correggio (RE)
14 Dicembre @ Cantina Mediterraneo, Frosinone
15 dicembre @ Bar El Faso, Fano (PU)
16 Dicembre @ Borderline, Pisa

FBBandcamp

Ishaq - Inner City - 2012 [Streaming]

Ishaq è un galeone volante che neanche nei suoi più strani incubi Gulliver poteva partorire, maestoso come il sound che lo trasporta. Sinistri scricchiolii accompagnano il primo ascolto di The Ship ma la nave è salpata e nel suo viaggio non incontra nessuna secca, il disco scorre piacevolissimo come su di un mare d'olio. Inner City è il professionalissimo esordio del progetto musicale del trevigiano Isacco Zanon affiancato, in questo come in precedenti progetti, da uno stuolo di ottimi musicisti come Filippo Pietrobon (voce), Simone Zanon (chitarra), Roberto Bordin (basso) e Jacopo Castellano (tastiere), il tutto impreziosito dal meraviglioso suono del violino di Lorenza Banon. 
Il sound di Ishaq contiene visibili segni dell'ispirazione tratta dal miglior post-rock internazionale fuso con melodie più pop, cori che si ripetono all'infinito nella mia testa e di cui non riesco a liberarmi. Tutti questi elementi si mantengono in un equilibrio perfetto che dà alle tradici canzoni di Inner City un magnetismo fuori dal comune, un'emotività molto forte a cui ci si affeziona istantaneamente. Il disco uscirà il 17 Dicembre con un curatissimo packaging in sole 200 copie, il pre-order è già partito. Per non rimanere a bocca asciutta ho già prenotato la mia copia. Tutti i link in fondo. Non fate i fessi.



Ishaq
Inner City
2012

Tracklist:
1. The ship
2. My September
3. Thanks
4. Here not Alone
5. Watching from Hovel
6. Better choice
7. Depuration
8. A secret Story
9. Without boundaries
10. Destroying zionism
11. She's sleeping
12. All is God
13. Inner City



Sito ufficialeFBTW
SoundcloudPre-order

Le Gros Ballon - The Live Bait Dance [Video]

Regia di Barbara Bernardi
Da Orange
FB

mercoledì 17 ottobre 2012

Davide Vettori - Morire a metà [Video]

Animazione e grafica Davide Vettori
Da Visione Cosmetica
Sito

martedì 16 ottobre 2012

Indian Wells - Night Drops - 2012

Colpo senza ombra di dubbio vincente quello del giovanotto che si cela dietro il moniker di Indian Wells e che ha recentemente rilasciato un lavoro, la cui avvenenza è tale da porlo a pieno titolo tra le novità più interessanti del genere. Quale? Non facile da dire, visto che in Night Drops convergono i generi musicali più disparati; improvvisazioni sonore che riescono a unire stravaganti tecniche strumentali, attraverso un editing compositivo notevole e un suono che si riconosce dopo pochi secondi. Che il tennis ricopra un ruolo essenziale nella stesura dell’album e che lo stesso artista ne sia un fanatico, lo potrebbe capire anche chi di questo sport non se n’è mai interessato più di tanto. I rimandi sono dappertutto, tanto a livello visivo, quanto sonoro, dalla copertina dell’album ai titoli delle canzoni; si parla di tennistronica, e anche se non è ben chiaro cosa questo termine voglia significare, certo è che il sound è magmaticamente cosmico e nel suo implacabile incedere scava nei meandri più sensibili della psiche, affondandoci una melodia calda e sensuale. L’album si sviluppa attraverso una serie di composizioni ispirate ai canoni dell’elettronica dell’ultimo decennio, sfiorando la minimal ambient per poi aprirsi all’universo pulsante della dubstep. Si calca la mano con un intenso uso di samples, microfrequenze glitch e rovesciate melodiche di grande presa ed efficacia. È la stessa apripista Wimbledon 1980 che subito ci palesa la fascinazione dell’artista per la ricerca di campionature stravaganti; i colpi di racchetta, gli applausi del pubblico, i commenti di un telecronista sportivo si pongono non solo come supplementi, ma elementi essenziali dell’intera struttura compositiva. Il cuore pulsante di In The Streets, l’introversione di Golden Shoes, i riverberi in salire di After The Match sono solo alcune delle tappe di un percorso decisamente stimolante. I brani giocano la propria partita sfoggiando un suono corposo e melodiosi rumorismi, in un incredibile effetto slowmotion in grado di mantenere alta la tensione emotiva. Un lavoro ricco di spunti interessanti per ascoltatori allenati.


Indian Wells
Night Drops
2012
Bad Panda Records

Tracklist:
1. Wimbledon 1980
2. In The Streets
3. Golden Shoes
4. Deuce
5. Love Frequencies
6. Night Drops
7. After The Match
8. South Beach


Recensione (Indie For Bunnies) ▲ FBTW ◄
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Fauve! Gegen a Rhino - Serse [Video]

Serse è un brano del giovanissimo duo elettronico toscano Fauve! Gegen a Rhino ed è tratto da Pòlemos, la raccolta dei tre precedenti Ep usciti nel 2012, prodotta dalla britannica Bedevil Records di John Wills dei Pumajaw.
La protagonista del video in questione è una pianta delle specie selaginella lepidophylla, soprannominata anche Rosa di Gericho o rosa della resurrezione. La pianta cresce in zone desertiche e, per adattarsi al clima, si richiude su se stessa durante il periodo di siccità e si secca. Con l'arrivo delle piogge la rosa resuscita riaprendosi scoprendo una brillante sfumatura di verde. Il parallelismo con il re di Persia, Serse, deriva dalla sua condizione di Dio in terra che rinnegando la sua mortalità e la sua umanità diventa simbolo dell'antica e moderna concezione di eternità così come questa rosa che scandisce imperterrita le stagioni nel suo mutare.



FBSoundcloud

lunedì 15 ottobre 2012

Near The Blockhouse - Near The Blockhouse Ep - 2012 [Streaming]

Antonio La Rocca, Emanuele Venezia e Rosario Vecchio sono i tre siciliani che hanno dato vita a questo prelibato progetto math-rock nonchè orgogliosi neopadri del loro primo selftitled Ep. Near the blockouse contiene cinque tracce che virano dal post-rock delle precedenti esperienze musicali del trio (Andatevi a recuperare tutto il possibile sui Diane and the Shell) ed esplora i labirinti del math-rock. L'album è ottimo, solido e ben piantato, suonato perfettamente e se le cinque tracce fossero tutte come Vostok questo sarebbe probabilmente il disco dell'anno. Attendiamo con ansia le evoluzioni di questi nostri Don Caballero catanesi.


Near The Blockhouse
Near The Blockhouse Ep
2012
Doremillaro (sb)Recs

Tracklist:
1. Vostok
2. Expedit
3. Full Monti
4. Dreaming an Argentina's Tour
5. Anyway You'll Throw Out Trash Tonight



Recensione (Acidi/Viola) ▲ FBBandcamp

Offlaga Disco Pax - Parlo da solo [Video]


Regia di Luca Lumaca
FB

domenica 14 ottobre 2012

How Do You DIY? // L'artigiano interiore de Lo Sceriffo Lobo

Come in alcune delle precedenti domeniche (e molte delle prossime) torna la rubrica dedicata al "farselo da soli". Che a dirlo così sembra quasi una rubrica onanistica. Invece di mettere la produzione del proprio disco in mano a soggetti sconosciuti e spesso di discutibile professionalità molti artisti intraprendono la strada del DIY, per motivi diversi. Per diminuire gli intermediari, ridurre i costi e personalizzare il disco fisico. Questa settimana incontriamo Lo Sceriffo Lobo, cantautore della scena genovese che ha da poco partorito il suo ultimo album dal titolo Il Veicolo Interiore.

Caro Marco, la prima domanda riguarda la tua assenza dalle scene, io ti immagino mentre passi due anni chino sul tavolo a piegare cartoncini e serigrafare il tuo nuovo Veicolo Interiore perchè io ci metterei all'incirca quel tempo. Quanto ci vuole a farsi un disco tutto da soli?
Ciao Davide, per prima cosa devo specificare che, sebbene io abbia partecipato ad ogni fase della lavorazione, non ho fatto tutto da solo. L'unica fase che seguo in maniera totalmente indipendente è quella compositiva: quando mi viene un'idea di solito mi scrivo un appunto o registro qualcosa col cellulare. A casa, piano piano, sviluppo a mio modo gli spunti che mi sono segnato/registrato. Per fare ciò utilizzo il mio computer, vari software, un mixer, una chitarra e un microfono.
Quando all'inizio del 2012 mi sono reso conto di avere materiale a sufficienza, ho girato tutto a Matteo (della genovese Marsiglia Records) con il quale abbiamo cominciato a pensare a come far uscire questo disco. Durante questa seconda fase è subentrato anche Stefano che ha deciso di partecipare con la sua etichetta, Under My Bed Recordings, offrendo sagge indicazioni operative e consigli sulla produzione supportando il progetto a distanza (dalla provincia di Varese). Il lavoro è poi proseguito in due direzioni: sempre con Matteo ci siamo presi qualche pomeriggio in studio per aggiustare un pò il materiale audio (registrato interamente nella mia camera) e per fare mix e master. Sull'altro fronte, con il supporto dell'associazione DisorderDrama, abbiamo portato avanti il lavoro sul packaging.


Ho avuto in mano il primo cd finito e impacchettato a settembre quindi ci sono voluti circa sei mesi da quando le bozze delle canzoni erano pronte ma se avessimo avuto più tempo libero ci avremmo messo sicuramente meno. In sintesi, si è cercato di sfruttare al meglio le energie e le risorse disponibili per ottenere un risultato il più possibile vicino alle intenzioni ma senza sprecare.
Nelle piccole produzioni ci sono due tendenze che ho cercato di evitare: fare un prodotto senza la minima cura perchè fa molto punk oppure fare il disco della vita da far ascoltare ai nipotini stampato in tonnellate di costosissime copie che magari andranno invendute.  L'autoproduzione permette di fare un prodotto su misura e di tenere i costi (e quindi i prezzi) bassi anche per tirature limitate.

Il tuo disco è un piacere per le orecchie ma anche per gli occhi, ha un bellissimo artwork ed è un prodotto artigianale al 100%. Cosa influenza la scelta di fare un disco a mano in cartoncino piuttosto che in jewel case? Quali competenze bisogna avere?
Le scelte relative all'artwork derivano dagli stessi principi di fondo di cui sopra: i materiali scelti (cartoncino, clip per fissare il cd, cd-r e bustina) portano ad un buon risultato estetico, non pongono particolari limiti tecnici e hanno prezzi contenuti. Le stampe (sulla copertina e sul cd) sono state fatte in serigrafia da me e alcuni amici di DisorderDrama con la strumentazione dell'assocazione nell'ambito del progetto Maed - Maddalena Mediterranea.


Qualche indicazione pratica: per la stampa in serigrafia serve un telaio con il disegno prescelto, il costo va da 30 euro in su se lo si fa fare da terzi oppure pochi euro se si prova a farlo da soli, serve poi uno strumento per tenerlo fisso (anche dei semplici morsetti mobili) e il colore che sarà di composizione diversa a seconda della superficie sulla quale si intende stampare. Le prime stampe possono essere un pò difficoltose: è molto importante il lavoro di preparazione del telaio e la corretta applicazione del colore. In breve tempo, comunque, si prende il giro e si va speditamente (per fare 100 copie non ci vogliono che poche ore). Certo, qualche stampa non viene perfetta e alcune si buttano ma la percentuale è molto bassa.
Il disegno della copertina, pensato e sviluppato da Tijuana Martelli, è stato stampato in un solo colore e, avendo a disposizione cartoncini di due colori diversi, abbiamo deciso di fare due edizioni diverse (rosso su giallo e rosso su azzurro). Volendo, nella stampa si possono utilizzare anche più colori ma per farlo in maniera accettabile è necessario un telaio per ogni colore e quindi i costi aumentano. Dopo il taglio delle copertine è venuto il momento della piegatura, dell'applicazione della clip adesiva e dell'impacchettamento: ho assemblato le prime 20 copie poche ore prima del Rural Indie Camp e nella serata erano già pronte al banchetto. Per le successive mi prendo qualche ritaglio di tempo quando torno dal lavoro, un pò per volta, che tanto non c'è fretta.


Prima di lasciarci sono felice di annunciarvi che il 22 Ottobre potrete ascoltare il nuovo disco de Lo Sceriffo Lobo qui su The Breakfast Jumpers. Per possedere il prestigioso packaging invece chiediamo a Marco. Quando e dove sará possibile acquistare il disco? Sarà anche in free download come gli altri dischi marsiglia? Trovi il free download una tattica efficace nonostante tutto il lavoro fatto?
Il cd, allegramente confezionato, è già disponibile: basta contattare direttamente me (losceriffolobo@gmail.com) o una delle due etichette. Oppure aspettare il primo concerto utile (Il 26 Ottobre al Centro Sociale Buridda di Genova assieme a Titor e La Quiete). Si potrà comunque ascoltare lo streaming integrale in anteprima sul tuo grazioso sito telematico, come hai giustamente anticipato.
Molto presto andrà anche in free download; non abbiamo ancora deciso quando ma sicuramente prima dell'esaurimento delle copie fisiche visto che oggidì, per quanto poche siano le copie che si producono, rimanere senza è difficile. Continuo a sostenere che il free download sia una risorsa in più per un suonatore: il lavoro che abbiamo fatto per la produzione del disco fisico è, appunto, finalizzata a dare un valore aggiunto rispetto alla versione scaricabile e a dare un senso all'esistenza del cd. Chi vorrà, in futuro potrà scaricarsi il disco ed ascoltarselo gratuitamente (e magari ciò lo spingerà a venire ad un concerto o a comprarsi il cd o a chiamarmi a suonare da qualche parte). Chi invece vorrà dimostrare più apertamente il proprio apprezzamento, potrà procurarsene una copia fisica.
L'importante è che la gente sia consapevole che se si vuole che un progetto vada avanti, bisogna supportarlo. Se si vuole che un gruppo pubblichi ancora dischi, bisogna comprarli. Se si vuole continuare ad avere la possibilità di vedere i suoi concerti, bisogna andare a vederli. Non bastano le buone intenzioni sulla carta e i like su facebook, soprattutto quando si tratta di piccole realtà.
Con questa riflessione seriosa ma caratterizzata da un realismo a dir poco scoppiettante, ti ringrazio per lo spazio che mi hai concesso, carissimo Davide. Saluti a tutti. Grazie ad alcuni.

BlogFBSoundcloud
Marsiglia RecordsUnder My Bed Recordings

sabato 13 ottobre 2012

Sula Ventrebianco - Cosa? - 2010

Subcava Sonora è un'etichetta che tratta materiale in copyleft e che ha curato il primo lavoro dei Sula Ventrebianco. Il disco in questione è incazzato, con una voce sgangherata e urlata, con dei testi che strisciano sottopelle. Con la voglia di stringere i pugni, battere i piedi e picchiare i muri. Così scrivo queste poche righe, riascoltandomi le prime tracce. Musica decisamente con un futuro in questo mondo dal futuro incerto. Download gratuito da bandcamp e soundcloud. (Dicembre 2010)


Sula Ventrebianco
Cosa?
2010
Subcava Sonora

Tracklist:
1. Cosa?!
2. Vis, roboris
3. Gli spari delle parole
4. L'ultimo lento
5. Ti vesto di me
6. Si salvi chi può
7. Mephisto
8. Fix
9. Il cimitero degli elefanti
10. Occhi nei cuori
11. Contorni e muri


Recensione (Shiver Webzine) ▼ FB
BandcampSoundcloudBuy it!

Il Carico dei Suoni Sospesi - L'uomo non serve all'universo [Video]

Da Condizione Alienata
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venerdì 12 ottobre 2012

giovedì 11 ottobre 2012

In The Kennel Vol.1 - Gentless3 + La Moncada - 2012 [Streaming]

Se ad Amsterdam la Konkurrent si è divertita a chiudere in un acquario musicisti provenienti da esperienze diverse per poi pubblicare il tutto nella meravigliosa serie In The Fishtank, a Cuneo la Goat Man Records e la Noja Recordings (chiedete di Carlo Barbagallo) hanno preferito usare il canile per i loro esperimenti musicali. Così nasce In The kennel: a musicisti appartenenti a diverse band viene chiesto di collaborare assieme per qualche giorno nel Blue Record Studio, il risultato delle sessions saranno una serie di ep disponibili sia in formato cd che in streaming/download. 
La prima uscita vede la collaborazione tra i siciliani Gentless3 e i piemontesi La Moncada. Quattro brani che, nonostante le differenze tra i musicisti coinvolti, nell'insieme stupiscono per la loro omogeneità. Due inediti e due reinterpretazioni di vecchi pezzi dei gruppi che spaziano tra il primissimo Cesare Basile (I Numeri), June of '44 (Rabbia Killer), Massimo Volume (Murmur) e Fugazi (On Busting The Sound Barrier).
L'idea è ottima, l'inizio più che promettente, ora non resta che aspettare l'ormai imminente uscita del secondo volume, al quale collaborano i Mombu (membri di Zu e Neo) e Paolo Spaccamonti.


In The Kennel Vol.1
Gentless3 + La Moncada
2012
Goat Man Records / Noja Recordings

Tracklist:
1. Rabbia Killer
2. Murmur
3. I Numeri
4. On Busting The Sound Barrier


► FB  ▼ Bandcamp

Gattamolesta - Otto Orangutan [Video]

Da Vecchio Mondo
FB

mercoledì 10 ottobre 2012

Twin Room - Boda Ep - 2012

È possibile che due universi sonori completamente agli antipodi possano convivere pacificamente nella stessa stanza da letto? Sì, lo è, eccome, e vi dirò di più, il risultato è maggiormente sbalorditivo se a dormirci in quei letti (separati) sono due persone che si conoscono da anni e che da altrettanti anni condividono idee, progetti e soprattutto la stessa passione per la musica. È così che, dall’unione tra la mente artisticamente perversa di Trab (Cosmetic) e quella più danzereccia di Luca, ha avuto origine il progetto che risponde al nome di Twin Room e che ha da poco esordito con un ep , la cui efficacia si palesa in modo lampante. Boda Ep è una mistura sapiente di groove, ricco di cromatismi inaspettati e linee melodiche ipnoticamente synth-pop percorse ad intermittenza da vortici di risonanze indie shoegaze. L’estrema cura della parte ritmica non sminuisce la qualità di un songwriting che assume forme astratte, in cui fantasmi  di voci si rincorrono tra rifrazioni campionate, loop eterei e ammiccanti distorsioni funk. Sei brani che scorrono fluidi e sobri in un lavoro in cui gli ascolti ripetuti si impongono senza nemmeno rendersene perfettamente conto; coinvolgente e cerebrale in maniera decisamente affascinante, la natura sintetica di questo ep privilegia la dimensione d’impatto, ma è sufficiente un ascolto in più per capire che tutto funziona alla perfezione.


Twin Room
Boda Ep
2012

Tracklist:
1. Boda
2. Lanterns
3. Division
4. Christiania 
5. Tough guy
6. Sacred Soul



Intervista (ThriceSX) ▲ FB ▼ Soundcloud
Download

Massimo Volume - Un altro domani [Video]

Riprese, montaggio e regia di Annapaola Martin
Da Massimo Volume e Bachi da Pietra Split EP

martedì 9 ottobre 2012

Folletto Unplugged: Karibean - Off The Lip [Video]

Trasferta in terra marchigiana per Folletto Unplugged e subito forte la nostalgia del mare e dell'estate che si è da poco conclusa. Fortuna che la band che si va a trovare oggi, i Karibean, è di quelle che con le atmosfere cupe e autunnali ha veramente poco a che fare. Forti del secondo Ep appena pubblicato, intitolato Andersen e composto da cinque gioiellini surf-pop che ci portano diretti al di là dell'oceano, ci accolgono presso il Loop Club, loro quartier generale nonché studio di registrazione privato che si trasforma in autentico live club ogni weekend. Qui, fra le immancabili birre delle due del pomeriggio, è andata in scena questa splendida versione di Off The Lip, singolo di lancio finito in premiere anche sul rinomato magazine londinese 405. 
Ve la proponiamo qui sotto, ricordandovi che nelle Marche, se non bevi, beh sei tagliato fuori.



RecensioneFBSoundcloudBandcamp
Folletto Unplugged ▲ Canale YoutubeFB

lunedì 8 ottobre 2012

La Biblioteca Deserta - Ever Glory [Video]

Due anni fa usciva Travelling without gravity il primo ful-lenght de La Biblioteca Deserta, un disco di magnifico (seppur classico) post-rock. Da allora la band ha percorso molta strada e non solo musicalmente. Nel nuovo album, Ever Pride, Ever Power, Ever Peace, il gruppo monopolitano ha fortemente messo in discussione il proprio sound e il proprio passato tanto che per promuovere il disco nuovo questi sociopatici hanno deciso di fare un video in cui distruggono il disco vecchio. Poveri cd! I nostri pensieri vanno alle loro famiglie.



Sito UfficialeFBBandcamp
IntervistaTravelling Without Gravity

domenica 7 ottobre 2012

How Do Yo DIY? // Videomaking di un Bocciòlo

Come ho cercato di spiegare un paio di settimane fa, questa nuova rubrica sarà una specie di guida al "farselo da soli". Farsi da soli cosa? Tutto! In particolare ci faremo raccontare esperienze dirette di artisti che hanno deciso di essere loro stessi gli ideatori, produttori, masterizzatori, serigrafatori della loro musica, dei loro video e dei loro supporti. Questa prima intervista coinvolge Edoardo Lenzi, il tastierista degli Abiku nonchè studente di architettura e appassionato di fotografia. Edoardo da neofita videomaker ha curato (pur con l'aiuto di altri) lo sviluppo delle idee, le riprese e il montaggio dell'ultimo video del gruppo grossetano, Bocciòlo.

Ciao Edo, andiamo al sodo, come ti sei avvicinato al ruolo di videomaker, è difficile per un gruppo creare da sè un video efficace?
Ciao Davide! Innanzitutto ci terrei a condividere la mia diffidenza nel definirmi "videomaker", vuoi perché artisticamente parlando quella del videomaker non è ancora diventata la mia prima ambizione, e vuoi perché nei videoclip realizzati per gli Abiku non sono mai stati fatti interamente da me: le idee su cui abbiamo lavorato, che sono poi il vero compito del videomaker, ce le abbiamo messe un po' tutti: possiamo dire, a ragion veduta, di essere una squadra di videomaker! A tal proposito ci terrei a ringraziare Sara Mautone, che anche se non è citata nei crediti del nostro ultimo video ha partecipato attivamente facendo riprese e proponendo idee, direi anzi che lo script del video è proprio suo. Fatta questa dovuta precisazione ti posso dire che oltre alla passione per la musica ho sempre nutrito un certo interesse per le arti visive, fotografia in primis, a cui sono stato introdotto da mio padre che, per mia somma fortuna, da bravo appassionato ha riempito un armadio intero di casa tra obiettivi, macchine fotografiche e quant'altro. Nel particolare, per lavorare ai video degli Abiku ci siamo serviti di una Canon 5D Mark II e di una Canon 7D, affiancate spesso dall'altra Canon 5D di Sara che usa per le sue foto (se non le conoscete vi consiglio di fare una visita alla sua pagina Facebook) e, recentemente, da una Olympus TG-1 per le riprese sottomarine. L'avvicinamento con il mondo del video è avvenuto quindi rapido e indolore, avendo già tutto quello che mi poteva servire sotto mano. Il motivo di questo interessamento è stato assolutamente congenito alla decisione di voler affrontare in maniera il più autonoma possibile la produzione degli Abiku, sacrificando un po' di quella patinata e plasticosa "perfezione" delle produzioni professionali ma guadagnandoci tantissimo in libertà espressiva e, più pragmaticamente parlando, risparmiando tantissimo in termini economici; inoltre devo dire che tutto questo DIY ci ha dato finora una soddisfazione enorme e che ci divertiamo davvero tantissimo.


Il primo video che abbiamo realizzato è stato fatto con l'aiuto di un nostro amico, Mario Salanitro, che studia appunto Visual Communication allo IED di Milano, ma poiché ci siamo poi resi conto che non possiamo pretendere di scomodare qualcuno ogni volta che ci alziamo la mattina e decidiamo di fare un video (e, credimi, non è neanche troppo una metafora) abbiamo optato per tentare di fare tutto da soli. Arrivando invece a parlare dell'ultimo video che abbiamo girato (Bocciòlo), abbiamo sfruttato l'esperienza e le conoscenze di Sara che ci ha fatto conoscere Giulia Nardi, la modella che si è molto pazientemente e impeccabilmente prestata a ore di corsa sotto il sole, camminate a piedi nudi su scogli affilatissimi, acrobazie sottomarine, apnee infinite, camminamenti sull'acqua e quant'altro un squadra di videomaker che improvvisa la gran parte della sceneggiatura al momento della ripresa può arrivare a chiedere.
Nella mia mente, devo ammetterlo, il video avrebbe dovuto essere molto diverso: mi ero proposto di farlo totalmente in piano sequenza (quindi con un'unica inquadratura dall'inizio alla fine senza mai staccare la macchina da presa), riprendendo la corsa di Giulia che, una volta indossate le cuffie del lettore mp3, dai colli di Porto Santo Stefano sarebbe ridiscesa fino alle rive azzurre e scintillanti del mare dell'Argentario per poi tuffarsi a capofitto e nuotare, nuotare, nuotare… Non avevo calcolato che avremmo dovuto girare il video di Domenica, in Agosto, senza ovviamente avere alcuna location a noi riservata, senza un qualcosa che stabilizzasse la macchina da presa per fare delle riprese decenti anche in corsa e, sopratutto, che nessuno di noi si sarebbe poi ricordato di portare un lettore mp3. Abbiamo quindi improvvisato sul momento, riuscendo comunque a trovare un "concept" alternativo che si è dimostrato altrettanto efficace. Abbiamo fatto varie riprese in varie location di Giulia che corre, riprendendo da dentro la nostra macchina che la fiancheggiava a passo d'uomo. Abbiamo sfruttato ogni momento in cui la strada era sgombra da altre macchine per farla scendere, riprendere qualche scena il più in fretta possibile e poi riprenderla in macchina non appena cominciassero a farsi sentire i clacson delle macchine dietro di noi.
La parte del video di cui sono più orgoglioso resta comunque quella girata sott'acqua, che è stata anche quella più divertente e creativamente interessante. In particolare sono molto soddisfatto del lavoro di editing e postproduzione che ha dato una certa coerenza a delle riprese che per la loro natura di riprese fugaci e quasi "strappate" al mondo sottomarino (nel quale anche un primo piano può diventare impresa ardua) sembrava impossibile farne uscire qualcosa di compatto e "registicamente" giustificabile."

 
Dopo che si è registrato il materiale, c'è la parte del montaggio, tagliare e cucire i pezzi per renderli coerenti, che programma si può impiegare e quanto ci si impiega?
Io personalmente ho sempre utilizzato Final Cut per il montaggio, non proprio il più economico dei programmi, ma comunque molto meno costoso di altri ben più blasonati. Per il montaggio puro secondo me è una delle scelte migliori in quanto a semplicità d'uso ed economia del flusso di lavoro. Ovviamente è un'opinione del tutto soggettiva, come del resto lo è per qualunque tipo di programma professionale, in cui l'abitudine diventa sempre il metro di giudizio più efficace. Non è pensato invece per la post-produzione o per applicare effetti speciali particolari, ma ci si può accontentare se non si ha grandi necessità. Volendo, sotto sistema Apple, si può ovviare al prezzo utilizzando la versione entry level di Final Cut: iMovie, che viene fornito gratuitamente con ogni computer Apple.
Onestamente, trovandomi a lavorare spesso sia nel mondo video che in quello audio devo ammettere che il lavoro di montaggio video non è poi un obiettivo così irraggiungibile, a patto di avere una certa predisposizione, tanta inventiva e immaginazione, e un minimo di senso estetico. Il tempo che si impiega è variabile a seconda di quanto materiale abbiamo a disposizione e di quanto complesso vogliamo far risultare il montaggio. Ma comunque in una settimana di lavoro più o meno diluito si riescono ad ottenere ottimi risultati (parlando in termini di videoclip della durata di qualche minuto). Più complesso e difficile di quanto possa sembrare è invece la parte del lavoro dedicata all'applicazione di effetti e della post-produzione. Per fare un esempio, per applicare il titolo iniziale al video di Bocciòlo, la cui idea era quella di farlo sembrare parte integrante dello sfondo, ho dovuto spostarlo frame per frame in modo da mantenerlo sempre nella stessa posizione rispetto agli elementi dell'immagine, operazione abbastanza noiosa (ringrazio comunque la mia ragazza che ha gentilmente fatto tutto il lavoro per me) ma fattibile anche con un programma come Final Cut che, ripeto, è pensato essenzialmente solo per il montaggio. Altra questione sempre molto spinosa è quella della colorazione e del trattamento dell'immagine in generale.


La cosa più difficile è senza dubbio riuscire a dare uniformità a tutte le scene, sia che siano state girate al chiuso, all'aperto o sotto luci diverse. Il mio consiglio è quello di prevenire il più possibile a monte questi problemi per esempio utilizzando per le riprese fotocamere perlomeno simili e impostate, se possibile, sempre con stessi valori di esposizione automatica e correzione colore in fase di ripresa. Altro consiglio che posso dare è quello di guardare sempre molto attentamente il video prima di fare un render, anche se di prova, in modo da non sprecare quelle ore di tempo che purtroppo possono servire per fare un render di tutto il filmato. Come in tutti i lavori che richiedono una grande concentrazione e dedizione è sempre bene diluire la mole di lavoro nel maggior tempo possibile, non focalizzandosi troppo su un particolare passaggio di cui non riusciamo a venire a capo, ma invece prendersi del tempo e riguardare il proprio lavoro dopo un po', da una prospettiva diversa, e trovare magari una nuova ispirazione. So che ho dato solo una infarinata molto generale e certamente poco chiarificativa per chi è completamente a digiuno di questi argomenti, ma se nella tua rubrica vorrai in seguito chiedermi qualcosa di più specifico potrò volentieri approfondire qualsiasi argomento.

In definitiva cos'è quello che rende un video un bel video? Quali elementi secondo te si incontrano e si scontrano nei video professionali o semi-professionali che si vedono in giro? Cosa ha reso Bocciòlo un video così efficace tando da realizzare un migliaio di visite solo nei primi giorni?
Per quanto mi riguarda la cosa più importante sono sempre le idee. La puoi mettere come ti pare ma senza idee puoi realizzare anche il video tecnicamente più perfetto della storia ma gli mancherà sempre qualcosa. Ovviamente, non prendiamoci in giro, la differenza tra un video semi-professionale ed uno professionale, a livello di perfezione stilistica, si vede eccome, ma se un video ha delle idee valide dietro e se si fonde bene con la canzone, si può (e, anzi, lo si fa volentieri) sorvolare su tutte quelle ingenuità e sbavature che una produzione economica comporta. Spero che sia per questo che il video di Bocciòlo sia stato accolto così calorosamente, perché ne sono state notate e apprezzate le idee. (E soprattutto la bellissma Giulia Nardi. Ndr :-)



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Bocciòlo
(in free download nella compilation di David Drago)

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