domenica 11 novembre 2012

How Do You DIY? // Tequila Funk (Alternative) Experience

Questa domenica parliamo di "Do It Yourself" con i Tequila Funk Experience che per il loro disco d'esordio trovato una soluzione piuttosto originale. Quali sono le vie alternative alla SIAE per la tutela del proprio repertorio? Come si può commercializzare un disco senza apporre il bollino? Chi ha rimesso in frigo il cartone vuoto del latte? A queste e ad altre domande ancestrali troverete risposta leggendo questo articolo. Per chi è abituato ai fumetti ho messo delle belle foto.

Come nasce nei Tequila Funk Experience l'esigenza e la voglia di far da soli? Quale è stato il vostro approccio al DIY?
Siamo grandi amanti del fare e, grazie a un ego non indifferente, ci proponiamo come miccia per far esplodere la creatività in progetti che ruotino attorno alla nostra musica. Ascoltando il disco in anteprima, Lucio Cavallari, amico e illustratore di Modena, ha realizzato un'illustrazione raffigurante Dafne che si tramuta in albero per il nostro merchandising. Inoltre grazie all'esperienza acquisita con Cogito Ergo Summer, ha utilizzato la stampa litografica manuale per la realizzazione delle prime 50 t-shirt (andate a ruba). Allo stesso modo il gruppo di architetti ferraresi "Basso Profilo" si è occupato dell'allestimento del locale dove abbiamo presentato il disco il 21 marzo scorso ricreando una primavera di origami sospesi: una foresta di farfalle, conigli, rane e gabbiani.
Non potevamo essere da meno perciò, dopo aver autoprodotto la registrazione e organizzato la presentazione, siamo passati operativamente alla cura di ogni particolare del packaging. Dopo varie ricerche e prove abbiamo scelto la carta riciclata stampata a mano tramite timbri dietro saggio consiglio di Lucio che aveva utilizzato una tecnica simile per le magliette.Tutta la produzione è stata effettuata cercando di ridurre al minimo l'impatto sull'ambiente al quale, per suoni e radici siamo molto legati. Le magliette sono state stampate con inchiostri ad acqua e nei leaflet abbiamo utilizzato esclusivamente il colore nero in quanto negli inchiostri colorati vi è un tasso maggiore di agenti inquinanti. Il leaflet è stato ciclostilato in una tipografia della nostra città mentre il packaging è stato timbrato manualmente. Ogni singolo CD è unico perchè numerato in modo sequenziale e con una grafica differente in base alla serie di appartenenza (1-99, 100-199...).


Eppure il cd non è il supporto principale da voi scelto, anzi si può dire che, con il QR code presente nel leaflet, avete scelto di non avere un supporto. Come siete arrivati alla soluzione di sottrarre il cd dall'equazione packaging?
Il QR code è venuto da sè, nonostante grandi amanti del supporto fisico ci siamo resi conto che la fruizione della musica è cambiata completamente perciò abbiamo deciso di proporre un prodotto leggermente diverso dal solito CD. Effettuando la scansione del QR code parte automaticamente la riproduzione del nostro album in streaming da SoundCloud. Collezioniamo le email di ogni persona che acquista il packaging e nel giro di 48 ore inviamo tramite i email tutti i brani di Tequila Funk Experience. Inoltre per gli irriducibili del CD abbiamo sempre pronta una serie di supporti masterizzati che però evitiamo di proporre come prima scelta. Come dicono gli Skiantos largo all'avanguardia :)  Grazie a tutta questa esperienza abbiamo scoperto quanto la produzione manuale sia un aspetto inscindibile dalla musica che facciamo e dal rispetto per la natura. Abbracciamo decisamente il DIY e come esso impone abbiamo evitato di seguire i canali tradizionali di tutela dei diritti d'autore.


La SIAE, tra le altre cose, impone una tassa alla distrubuzione di supporti fisici (il bollino), se su questo e su altri livelli di tutela non è stata coinvolta in che maniera vi siete tutelati?
La Siae e le norme di diritto in materia, per quanto fossero all'avanguardia quando sono entrate in vigore nel dopoguerra, al giorno d'oggi non hanno recepito le mutevoli esigenze sopravvenute nella società odierna, anche alla luce delle nuove tecnologie informatiche. Pertanto non abbiamo ritenuto giusto affidarci a tali obsoleti e onerosi meccanismi di tutela in quanto esistono delle alternative
Per la tutela dei pezzi abbiamo optato per la cosiddetta “marcatura temporale” e le ragioni che ci hanno spinto a scegliere questo sistema rispetto alle opzioni offerte dalla SIAE o dalle licenze Creative Commons e alla SIAE, sono chiare.La marcatura temporale assolve perfettamente a tutte le esigenze in merito, essendo una procedura semplice, economica e veloce. Si tratta di un certificato memorizzato su un server, associato a un determinato documento informatico, come le tracce .wav del nostro disco, e contenente l'indicazione giuridicamente opponibile e certa della data e dell’ora in cui il documento (l’album) è stato registrato. Con pochi euro (il servizio costa pochissimo ed è disponibile su vari siti tra cui: https://www.primoautore.it), abbiamo “messo in cassaforte” i brani di cui volevamo tutelare il diritto di autore e i diritti connessi.


E’ ovvia la convenienza rispetto alla procedura prevista dalla SIAE, che per tutelare la paternità di un'opera, impone registrazioni, tempi e costi di gran lunga superiori rispetto a quelli appena descritti. Ma anche rispetto alla licenza Creative Commons la marcatura temporale può risultare conveniente perchè, seppur completamente gratuita, necessita una migliore conoscenza delle regole che la disciplinano, il che potrebbe esser problematico per un “non addetto ai lavori” o per chi non ha troppo tempo da dedicarvi. Nonostante ciò nella tutela dei diritti Creative Commons e Marcatura temporale sono ugualmente valide, la differenza sostanziale sta nellutilizzazione economica di tali diritti. Se la marcatura temporale individua nel tempo la registrazione dell’opera e permette anche un utilizzo commerciale, le licenze Creative Commons sono invece pensate per la maggiore diffusione possibile di opere intellettuali. Sono quasi tutte licenze cosiddette Non Commerciali (NC) che sono però non esclusive, il che significa che non si è costretti a rilasciare le proprie opere unicamente con una licenza Creative Commons; si possono adottare anche altri tipi di licenze ad hoc che permettano di ottenere dei compensi dall'utilizzo dell'opera.


Riguardo la commercializzazione del supporto fisico, invece, la legge è piuttosto chiara. L’art. 181 bis della Legge sul Diritto d’autore n. 633/1941, dice che l’apposizione del bollino (e non la registrazione) SIAE è obbligatoria “[…] su ogni supporto contenente suoni, voci immagini in movimento” venduto sul territorio italiano. Dunque, nonostante il bollino SIAE di 0.03 Cent su ogni cd commercializzato sia obbligatorio, i sistemi di tutela dei brani sopra descritti sono alla portata di tutti, in primis alle band emergenti che possono senz'altro stare al riparo da svariate insidie, contenendo i costi e mantenendo originalità.

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