lunedì 25 ottobre 2010

Brioscine riscaldate: Chewing Magnetic Tape

Sia ben chiaro non le brioscine di cartone che ti danno nei bar della stazione. Trattasi piuttosto della treccina scaldata nel fornetto la mattina. Di certo non vi devo dire quanto è buona. I Chewing Magnetic Tape non sono di certo gli utlimi arrivati; hanno un bel pò di album alle spalle e l'ultimo è uscito da poco per la netlabel tedesca Alarmplatten. In free download come i precedenti. Dopo il mea culpa per non averli mai ascoltati abbiamo fatto loro qualche domanda per conoscerli meglio.

Ciao ragazzi raccontateci qualcosa di voi, cosa fate nella vita? Come mai siete sparsi ai tre angoli d'Europa?

Biccio: Siamo tutti e tre di Palermo e abbiamo suonato negli anni Ottanta e fino agli inizi dei Novanta sotto la gloriosa sigla Immagine TV. I casi della vita ci hanno poi portati a vivere in tre città diverse (Palermo, Valencia, Francoforte), cosa che ha provocato inevitabilmente una lunga pausa. I progressi tecnologici degli ultimi anni hanno reso una collaborazione a distanza più fattibile di quanto non fosse negli anni novanta e quindi eccoci da qualche anno riuniti sotto il nome Chewing Magnetic Tape, con l'aggiunta di diversi amici e collaboratori sparsi in vari paesi tipo Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Inghilterra, U.S.A., Norvegia etc.



Ascoltate musica italiana? Comprate dischi? Quali sono gli ultimi tre che avete acquistato?

Biccio: Sì, parecchia anche. Alcuni nomi: Larsen, Ufomammut, Lento, Morkobot, Father Murphy, Jennifer Gentle, Fabio Orsi, Valerio Cosi, Donato Epiro, Gianluca Becuzzi, Be Invisible Now, Mamuthones, Illáchime Quartet, Le Forbici di Manitù, My Cat is an Alien, Zu, Cesare Basile, Marta Collica, Simone Massaron ecc., oltre a cantautori italiani tipo Battisti, De Andrè, Conte, Tenco e anche prog-rock italiano anni '70. Se compriamo dischi? Eccome! Di continuo. Gli ultimi tre comprati: Swans - My Father Will Guide Me up a Rope to the Sky; Hallogallo 2010 (cioè Michael Rother dei Neu! con Steve Shelley dei Sonic Youth) - il 7" Blinkgürtel/Drone Schlager; Emeralds - la ristampa su vinile di What Happened. Ultimo disco italiano comprato: Father Murphy - No Room for the Weak.
Giuvé: Sì, ascolto molta musica italiana, spesso online. Gli ultimi acquisti sono Morkobot (vinile) e Residents (CD), entrambi ai rispettivi concerti. Naturalmente molta musica ce la passiamo tra di noi.
Vicé: Poca ma buona. Non più, mi sono rotto i coglioni di dover prendere l'aereo quando ho voglia di comprare dischi, dall'anno scorso scarico a gogo. Gli ultimi scaricati Soul Coughin,Les Savi Fav e Superfurry Animals.

Cosa racconta la vostra musica? La dimensione di collettivo come nasce e come influenza il vostro sound?

Biccio: Ehm, dovrò pensarci un paio di giorni ;-)
Giuvé: La nostra musica è un fluire continuo di comunicazione reciproca a livello emotivo e sovrarazionale, che racconta tutto quello che non sappiamo, che non capiamo, che nascondiamo o che ci sfugge mentre siamo troppo impegnati a fare le cose giuste. E' la nostra scatola nera, con tutte le risposte. In questo senso il
collettivo amplia il concetto di scatola nera a tutti i passeggeri che vogliono salire a bordo, che il viaggio sia breve o lungo. 
Vicé: Eh?



























Cosa sarebbe di preciso il goatic-rock? Rock per le capre? In che maniera vi definisce?

Biccio: LOL! I tedeschi usano dire ich habe keinen Bock quando non hanno voglia di fare qualcosa. Letteralmente vuol dire "non ho capra" o per essere precisi "non ho caprone". Con amici inglesi usiamo da anni la traduzione inglese di quest'espressione (I have no goat), che chiaramente in inglese non vuol dire niente. quindi nel nostro slang goat sta in generale per tutto quello che esprime voglia di fare qualcosa, entusiasmo etc. E visto che siamo parecchio lunatici e riusciamo a dare il meglio solo quando ci ritroviamo in quel particolare stato d'animo che in inglese chiamiamo to have goat abbiamo deciso di chiamare la nostra musica goatic-rock. Does it make sense to you?  Niente a che vedere con le capre ;-)

Sul sito della net label Alarmplatten ci sono tutti i vostri dischi in free download. Com'è il vostro rapporto con internet? Che ruolo ha nella promozione della vostra musica?

Biccio: Questa risposta mi sa che devo lasciarla a Giuvè, non è cosa mia. Del resto se fosse dipeso solo da me forse su internet non ci saremmo proprio. 
Vicé: E' l'unico modo possibile per continuare a fare musica con Biccio e Giuvè.
Giuvé: Holger Denninger di Alarmplatten ci ha contattati e ci ha chiesto di collaborare con la sua neonata etichetta. E' stato il pretesto per cominciare a costruire una discografia "ufficiale", per uscire dall'oscurità. I nostri dischi sono in free download perché vogliamo che gli ascoltatori più curiosi si avvicinino alla nostra musica senza alcun ostacolo. Così abbiamo già raccolto intorno a noi un manipolo di estimatori sinceri e costruito le premesse per le collaborazioni attuali e future, alcune delle quali faranno voltare più di una testa. Ma in generale siamo restii a pensarci in termini di promozione, preferiamo essere "pescati" dagli ascoltatori più curiosi e tenaci, che per noi è sempre stato il modo più bello di scoprire la musica. Questa realtà, che ha un respiro internazionale, non sarebbe stata possibile senza internet. Eppure internet è stata - ed è ancora in certa misura - l'ostacolo più grande al nostro ménage musicale. Abbiamo dovuto rivoluzionare il nostro modo di fare musica, e non è stato un processo indolore perché siamo sempre stati allergici alla tecnologia. Abbiamo lottato contro la spietata precisione delle macchine come Davide contro Golia. Adesso ci sembra di avere raggiunto un livello decente rispetto alle sfide imposte dalla distanza e dal pragmatismo dei bit. Ci muoviamo con più disinvoltura, e quelli che erano ostacoli si sono trasformati in tratti caratterizzanti del nostro stile.

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